USA: la “democrazia” dei soldi

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I paesi occidentali cosiddetti democratici si basano su sistemi elettorali rappresentativi dove in teoria chiunque può avere la possibilità di essere eletto. 

L’etimologia della parola democrazia infatti significa il potere del popolo che, detta così, attualmente fa ridere; forse poteva avere un senso nell’antica Grecia ma oggi il popolo di sicuro la cosa che non ha è il potere.



 E' la massima farsa elettorale in veste democratica viene dal paese principe della rappresentazione cinematografica, il paese dove trionfa l’apparire sull’essere e l’unico vero credo è quello del soldo, stiamo parlando ovviamente degli Stati Uniti d’America, che è un sistema così democratico e pluralista che esistono solo due partiti, alla faccia della democrazia!
Forse ne hanno lasciati due, cioè il minimo indispensabile, perché lasciarne uno solo sembrava ancora meno democratico...
I candidati di questi due schieramenti, cioè repubblicani e democratici, sono supportati da finanziamenti stratosferici che arrivano da chiunque abbia interessi nel fare eleggere questo o quello e quindi da lobby, potentati e personaggi straricchi che li sponsorizzano. 
Quindi che la democrazia sia di chi se le compra non può che essere un concetto quanto mai azzeccato.
La mole di soldi che muovono le due campagne elettorali è così grande che non c’è nessuno che può correre come indipendente a meno che non sia un miliardario (sempre in ossequio al concetto di democrazia dei soldi), sperando di avere anche una qualche benchè minima e lontanissima possibilità di successo.
 Tant’è che l’unico indipendente di questa campagna elettorale, Robert Kennedy, ha abbandonato la sfida per ovvi motivi di impossibilità a competere a livello di soldi, che poi si traducono in visibilità, pubblicità, apparizioni televisive, kermesse e così via.
E stiamo parlando di cifre pazzesche se la candidata dei Democratici Harris ha messo in campo oltre un miliardo di dollari e il suo rivale Trump quasi un miliardo.
Con questi presupposti, parlare di “politiche” dei due candidati è ridicolo, tanto obbediscono solo ai soldi e ai poteri che rappresentano, sono praticamente uno la copia dell’altro con lievi sfumature che accentuano da bravi attori per non sembrare troppo identici.
 Entrambi i personaggi figli della religione dei soldi che gli USA stanno esportando ovunque, dato che ormai il mondo intero, attraverso le invenzioni (americane) dei social e degli Iphone, è sempre più a immagine e somiglianza del Grandissimo Fratello americano.
Che senso ha commentare chi vince o chi perde? 
Questa o quella dichiarazione, uno che dice che farà la guerra qui e l’altro che dice che farà la guerra là.
Uno che si scaglia contro immigrati e minoranze varie e l’altro che si scaglia contro le minoranze che non vogliono fare le cavie per le multinazionali farmaceutiche o per i padroni della Silicon Valley.
 E quindi come abbiamo già detto in passato, chiunque vinca sarà la differenza fra la padella e la brace, non si sa chi potrebbe essere peggio.
Tale teatrino non è politica, la vera politica la fanno persone “normali”, non miliardari o membri di apparati mostruosi. 
Persone che si mettono in gioco e costruiscono un futuro degno di questo nome. 
Per quello vi forniamo qui di seguito il link di una delle riviste più famose a livello internazionale, proprio la statunitense Communities che dal 1972 diffonde speranza e pratiche di convivenza, tutela dell’ambiente, pace e dignità umana. 
Loro sì che le vincono le elezioni, ogni giorno che costruiscono il futuro.
https://www.gen-us.net/communities/


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