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Armi nucleari: superata la soglia dei 100 miliardi di dollari nel 2024

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 Dal Web La  Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari   (ICAN) ha pubblicato il 14 giugno il suo rapporto annuale,  “Hidden Costs: Nuclear Weapons Spending in 2024” , che analizza in profondità le spese sostenute dalle potenze mondiali per mantenere, sviluppare e modernizzare i propri arsenali atomici.  Lo studio coincide con l’attacco di Israele all’Iran, giustificato dagli aggressori con l’affermazione non provata che Teheran starebbe costruendo la propria bomba atomica grazie all’arricchimento dell’uranio. Ma la realtà ci dice ben altro: è l’Occidente a detenere i maggiori arsenali nucleari, che continua a potenziare.  I numeri sono allarmanti.  In un solo anno sono stati spesi oltre 100 miliardi di dollari, con un incremento dell’11% rispetto al 2023.  È la cifra più alta mai registrata, segno evidente che il mondo non sta andando nella direzione del disarmo, ma verso una nuova, pericolosa, corsa agli armamenti nucleari. ...

Ritorno al nucleare in Italia

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 Dal Web Di :  Natale Di Salvo Il dibattito sull’energia nucleare in Italia è tornato alla ribalta, soprattutto alla luce delle recenti iniziative governative e delle posizioni assunte a livello europeo.  Per comprendere appieno la questione, è fondamentale esaminare: Il contesto storico I dati attuali sul consumo energetico Le tecnologie disponibili Le fonti di approvvigionamento Le implicazioni legate alla sicurezza e alla gestione dei rifiuti  radioattivi  I referendum sul nucleare in Italia L’Italia ha affrontato due importanti referendum sul nucleare.   Il primo si è tenuto l’8 e il 9 novembre 1987, durante il governo presieduto da Giovanni Goria. La partecipazione fu del 65,1% degli aventi diritto.  I quesiti referendari riguardavano l’abrogazione di alcune disposizioni relative all’energia nucleare, e  i “sì” prevalsero con percentuali superiori al 79% , segnando di fatto la fine del  programma nucleare italiano dell’epoca . ​ Il secon...

Nestlé riceve 60 milioni di euro di aiuti dallo Stato italiano: perché è un paradosso insostenibile

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  Dal Web La Commissione europea ha dato il via libera a una misura di “aiuto di Stato” pari a 60 milioni di euro a sostegno di Nestlé Italiana S.p.A.  Come spendere soldi in cose di cui non avevamo bisogno. di  Germana Carillo In soldoni non ci sono soldi per le pensioni, no.  Nemmeno per la  sanità  pubblica o per l’adattamento al cambiamento climatico. Nulla.  Ma intanto la divisione italiana del colosso svizzero del settore alimentare e delle bevande Nestlé riceve  ben 60 milioni di euro di aiuti di Stato dal nostro Governo  per sostenere la costruzione di un impianto di alimenti per animali domestici. È stata la Commissione europea, infatti, a concedere a Nestlé Italiana l’approvazione della misura ai sensi delle norme dell’UE in materia di aiuti di Stato. Leggi anche:  Ecco come Nestlé (con l’appoggio del governo francese) ha cercato di nascondere lo scandalo dell’acqua minerale Ora, dato per scontato che il nuovo stabilimento...

Arezzo senza frutta! In dieci anni sparito un albero su due. Il motivo? Un mix (letale) di fattori climatici, economici e ambientali

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  Dal Web  di  Laura De Rosa A lanciare l’allarme è Coldiretti Arezzo.  I motivi della drastica riduzione nella produzione di frutta sono molteplici e di mezzo c'è anche la concorrenza sleale. Mele, pesche, pere, albicocche, ciliegie, fichi:  la frutta coltivata in provincia di Arezzo ha subito, nell’ultimo decennio, una drastica riduzione   a causa di fattori climatici , economici e ambientali, con   gravi ripercussioni sulle piccole imprese agricole .  Si stima che sia scomparso addirittura un albero da frutto su due. A lanciare l’allarme è  Coldiretti Arezzo , che ha analizzato i dati Istat diffusi in occasione del Macfrut di Rimini.  In quell’occasione, la presidente Lidia Castellucci ha dichiarato: L’aumento dei costi di produzione, i cambiamenti climatici, la concorrenza sleale internazionale, le pratiche sleali, l’arrivo di nuovi parassiti che colpiscono le piante come la cimice asiatica o la  Drosophila Suzuki  e la dif...