Banche e fondi pensione esposti per 1400 miliardi di dollari con le aziende del fossile

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Banche e fondi pensione presenti a Davos 

con i propri amministratori delegati per il meeting 

annuale del World Economic Forum 

sono esposti finanziariamente con le

 aziende di combustibili fossili, 

principali colpevoli della crisi climatica, 

per un valore di 1.400 miliardi di dollari. 

È questa la denuncia del nuovo rapporto di Greenpeace.












Banche e fondi pensione presenti a Davos
con i propri amministratori delegati per il
 meeting annuale del World Economic Forum
 sono esposti finanziariamente con le aziende
di combustibili fossili, principali colpevoli della
 crisi climatica, per un valore di 1.400 miliardi
di dollari.
 È questa la denuncia del nuovo rapporto di Greenpeace
 International “It’s the finance sector, stupid
che dimostra anche come a Davos siano presenti
le cinque compagnie assicurative con i maggiori
 investimenti a copertura di
 impianti e infrastrutture legate al carbone,
 il peggior combustibile fossile.
Il rapporto denuncia come banche,
fondi pensione e assicurazioni che
prendono parte al Forum di Davos
ne tradiscano di fatto, sia da un punto
 di vista ambientale che economico,
l’obiettivo di “migliorare lo stato del mondo”.
Il rapporto e la pagina web dedicata mostrano
anche come lobbisti e imprese di pubbliche 
relazioni stiano lavorando per conto 
di questi attori della finanza globale e
 dell’industria fossile contro gli
 obiettivi dell’Accordo di Parigi.
«Le banche, i fondi pensione e le assicurazioni riuniti
a Davos sono colpevoli per l’emergenza climatica.
Nonostante i numerosi avvertimenti sia dal punto
di vista ambientale che economico, questi colossi
stanno alimentando un’altra crisi finanziaria globale
continuando a sostenere l’industria dei combustibili fossili»,
afferma Jennifer Morgan, direttore
esecutivo di Greenpeace International.
“Sono semplicemente degli ipocriti:
dicono di voler salvare il Pianeta ma lo stanno
 uccidendo per fare profitti».
Prendendo come riferimento il periodo
che va dalla firma dell’accordo di Parigi
al 2018, emerge che le 24 banche presenti a Davos
hanno finanziato l’industria dei combustibili fossili
per un valore di circa 1.400 miliardi di dollari,
che equivale al patrimonio complessivo dei 3,8 miliardi
di persone più povere del Pianeta nel 2018.
Se un settore non è assicurabile, non è neppure finanziabile.
È per questo che a Davos erano presenti lo scorso anno,
 e probabilmente ci saranno anche in questi giorni,
le compagnie assicurative più esposte nel garantire
le attività legate al carbone. AIG, ad esempio,
è considerata la peggiore compagnia nel settore assicurativo,
dato il suo supporto a un nuovo progetto condotto in Australia
 dal gigante del carbone Adani, nel cui finanziamento
 è in parte coinvolta anche la banca italiana Intesa Sanpaolo.
«Non abbiamo più tempo da perdere con chiacchiere
e falsi annunci.
I decisori politici e i le autorità che regolano il settore devono
mettersi all’opera prima che sia troppo tardi»,
continua Morgan.
«Gli attori della finanza mondiale devono cambiare
 atteggiamento e smettere di comportarsi come se
 tutto andasse bene, perché non è così.
 Siamo in emergenza climatica e
 non ci sarà economia su un Pianeta morto».

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