Quando non si moriva di polveri sottili e... quando invece si è spezzato l'incantesimo
Articolo condiviso
di Paolo Storani
Vogliamo condividere questo bell'intervento, amaro ma anche documentatissimo e lucido, che l'avvocato Paolo Storani, esperto in materia di responsabilità civile (che noi qui estendiamo alla coscienza collettiva), a regalato ai lettori che seguono l'attività dello Studio Cataldi.
I cattivi politici possono fare danni immensi.
Interessi in gioco elevatissimi: i beni comuni sono finalizzati al raggiungimento di obiettivi sociali e alla soddisfazione di diritti fondamentali; appartengono a nessuno e a tutti.
Nessuno può vantare sui beni comuni diritti esclusivi.
"Demanio, beni pubblici, beni comuni e beni culturali sono, nel disegno della Costituzione, beni essenziali a garanzia dell'esercizio dei diritti civili e degli interessi collettivi (libertà, salute, democrazia, cultura, eguaglianza, lavoro)" sono parole delProf. Salvatore Settis, archeologo e storico dell'arte, ormai autentico padre della Patria.
Così si esprime nel suo ultimo testo intitolato "Costituzione! Perché attuarla è meglio che cambiarla" edito da Einaudi nel 2016.
Il rione Santa Lucia era un incanto per noi bambini maceratesi degli Anni Sessanta.
I miei nonni materni vi erano giunti, nei primi anni trenta, dalla Campania che allora era ancora felix.
La vittoria di un concorso pubblico portò mio nonno Amedeo dalle fila del Nola Calcio, in cui giocava quale prolifica ala sinistra (come incredibilmente ricordano ancora i blog di tifosi nolani: ho scoperto che era un beniamino del pubblico) con un fazzoletto bianco annodato in fronte come usava a quel tempo, all'Ufficio delle Imposte di Macerata.
Individuata sulla carta geografica ove fosse questa cittadina dal nome così strano, in poco tempo con la fidanzata Adele si sposarono nel meraviglioso santuario di Pompei - era il 1933 - e divennero a tutti gli effetti abitanti di Macerata.
Dopo cambiamenti di case e traslochi, si formò una cooperativa tra alcuni dipendenti statali che ebbe il compito di edificare due palazzine identiche, oggi le definiremmo di edilizia popolare, una di otto e l'altra di sedici appartamenti che sarebbero stati sorteggiati per poi essere assegnati e riscattati.
Nonna Adele sognava Via Carradori, a stretto ridosso della centrale Corso Cavour ove era in affitto (nell'esatto punto in cui è ubicato il mio studio all'interno di un palazzo più recente) perché era molto più baricentrica rispetto alla periferica Santa Lucia.
Pleonastico riferire che, malgrado Nonno Amedeo avesse gestito buona parte delle operazioni burocratiche per conto della Cooperativa C.E.I.S., il sorteggio fu inesorabile: portò in sorte alla nonna la landa deserta di Santa Lucia!!!
L'indirizzo era Via Santa Lucia 13 che poi, per mutamento di toponomastica, divenne Via Santa Caterina da Siena 21.
Mia madre Maria Rosaria sarebbe nata nel settembre 1939 dopo il fratello Giuliano del settembre 1934.
Ma non tutto il male vien per nuocere.
Sia nonno che era abituato a quella stupenda metropoli palpitante ch'era Napoli negli anni venti, sia nonna che proveniva dal territorio montagnoso irpino si integrarono alla perfezione con la popolazione del luogo.
Come un vezzo Amedeo conservò la sua lingua partenopea musicale e fantastica, mentre Adele abdicò al dialetto irpino di Mugnano del Cardinale e si fece maceratese in tutto e per tutto.
Da quella landa desolata si schiuse un paesaggio meraviglioso per me che vi sarei nato (l'ospedale è in quel quartiere) nel 1963.
Volteggiavano nell'aria farfalle stupende, alcune tra le più belle del bacino del Mediterraneo.
Sono con le lucciole le sentinelle dell'ambiente.
Aspettavamo mezzogiorno per ammirare i papilionidi, papili e il mio amato macaone dal volo più nevrile.
Nel pomeriggio ci si appostava dietro la torretta di Villa Cozza, ormai pericolante, possibilmente con abiti di colore bianco che pareva le attraessero, per attendere il roteare frenetico delle vanesse.
Più della vanessa del cardo a me piaceva la vanessa atalanta.
Poi, si giocava con i mosconi d'oro il cui ronzio sonoro li rendeva facilmente individuabili mentre succhiavano con avidità dai boccioli delle rose appena dischiuse.
Ogni tanto si diffondeva la voce, tra noi bambini, che vi era stato un avvistamento di un occhio di pavone ed allora erano corse all'impazzata per tentare di vedere questa farfalla affascinante e già rarissima.
Attorno ai lampioni, di sera, i pipistrelli erano gli ambasciatori delle tenebre con il contorno di una miriade di falene.
Giocavamo a pallone da mattina a sera, in special modo con Roberto e con il cugino Mauro, entrambi davvero bravi: zampettava con noi un'ala destra di fisico leggerino e di buon talento, Iginio Straffi, il creatore delle fatine Winx. Il padre di Iginio era tassista e la nostra famiglia lo chiamava nelle giornata di austerità conseguenti alla terribile crisi petrolifera.
Si viveva in modo semplice e solidale, gioie, lutti e routine della vita erano condivisi.
Scintille di armonica convivenza.
Ma un brutto giorno arrivò una strada di scorrimento veloce a tranciare il quartiere in due parti mefitiche di smog.
Fine della identità del rione.
Macelleria di quartiere!
Un'aberrazione di tangenziale.
Forse è importante rileggere il nostro passato per cercare di illuminare il nostro presente, prendendo spunto da "Ogni cosa è illuminata", il meraviglioso romanzo di Jonathan Safran Foer, edito in Italia da Guanda.
Forse la Giunta comunale democristiana che decise quell'obbrobrio recise per sempre il nostro mondo incantato.
I cattivi politici possono fare danni immensi.
Interessi ambientali, paesaggistici, sanitari...
Al momento dell'entrata in vigore della Costituzione della Repubblica le tematiche ambientali, come le intendiamo oggi, non avevano ancora trovato, nella società civile e quindi anche nel mondo giuridico nazionale, una precisa definizione, né una previsione normativa non solo di rango costituzionale, ma anche di legislazione ordinaria.
Erano presenti per la verità le Leggi Bottai n. 1089 e n. 1497, entrate in vigore nel giugno 1939 e riguardanti i beni culturali e le bellezze naturali.
Tali leggi hanno rappresentato veri e propri testi unici per diversi anni e hanno trovato una puntuale accoglienza nell'art. 9, comma secondo, della Costituzione laddove è previsto che "la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico ed artistico della Nazione", definendo il paesaggio, non ancora l'ambiente.
Stando allo statuto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità la salute è "uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non soltanto una mera assenza di malattia o infermità".
Uno specifico ruolo propulsivo ha poi avuto la lettura espansiva del testo dell'art. 32, 1° co., Cost. nell'ampia accezione di diritto alla salubrità.
Si sa che il costituzionalismo non piace al potere che non vuole essere sottoposto a regole e limiti, come ci appare all'evidenza in questi mesti tempi.
Con Norberto Bobbio potremmo dire che "il proposito fondamentale è di trovare un rimedio all'assolutezza del potere".
L'art. 32 Cost. disegna una trama di poteri: è l'unico articolo di tutta la Costituzione che qualifica "fondamentale" un diritto.
Si tratta di una precisa indicazione di priorità.
E poi al termine "cura" corrisponde una molteplicità di significati: l'idea di cura non è mai stata chiusa nel limitato cerchio della malattia.
"Prendersi cura", "aver cura", è la cura di Don Lorenzo Milani che contrapponeva al fascista "me ne frego" l'opposto "I care", m'importa, me ne prendo cura!
Al cospetto di esigenze, bisogni, interessi che chiedono soddisfazione e tutela, la salute, che tocca nel profondo la vita di ognuno, deve ottenere prioritaria attenzione.
Per i programmi dei governi della nazione e dei territori basterebbe, dunque, dare uno sguardo alla Costituzione!
Ne è stato ricavato il risarcimento del danno biologico, ch'è danno alla salute, bene in sé e per sé a prescindere dalle conseguenze patrimonialmente valutabili sulla produzione del reddito.
La Corte Costituzionale ha definito l'ambiente un "diritto fondamentale della persona ed interesse fondamentale della collettività... valore primario ed assoluto" perché determina la "qualità della vita" al passo 4.5. della sentenza n. 210 del 28 maggio 1987, Pres. Antonio La Pergola, Redattore Francesco Greco, nei confronti della Provincia di Bolzano e di quella di Trento.
Il sistema di protezione dei diritti è l'inviolabilità.
L'art. 2 Cost. fissa il concetto che "la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale": è l'art. 2, dunque, che li mette al riparo da eventuali attacchi delle forze al potere.
Un ulteriore ostacolo all'onnipotenza della maggioranza è una garanzia estrema: consiste nel rendere immodificabili i diritti inviolabili persino mediante lo speciale procedimento di cui all'art. 138 Cost.: così li pensavano i Costituenti, così li hanno voluti al riparo da qualunque attacco: intoccabili da chi è al potere.
Non possono essere sovvertiti o modificati neppure con leggi di rango costituzionale.
Affermazioni che sbarrano la strada ai nostri animosi riformatori o, per meglio dire, rottamatori di quei principi.
Attraverso questa molteplice attribuzione di poteri i beni comuni promuovono una cittadinanza attiva ed eguale.
Il diritto all'acqua è una condizione di base rispetto ad altri essenziali diritti fondamentali.
E all'aria!
La stessa Azienda Sanitaria Locale di Taranto ha addirittura raccomandato ai cittadini di non uscire di casa di giorno e di ridurre qualsivoglia attività sportiva all'aperto al fine di minimizzare l'esposizione a polveri sottili per la popolazione.
Tale inconcepibile situazione si verifica periodicamente e ciclicamente in coincidenza con i c.d. "wind days", quando il vento spira provenendo dal nord - ovest, ossia dall'area industriale del quartiere di Tamburi.
L'amico Peppe di Taranto mi scrive che "i bambini dei Tamburi non possono giocare nei parchi perché la terra è contaminata così come non possono scavare al Cimitero per non smuovere le polveri; neanche i morti sono in pace in quella bellissima città".
La soluzione proposta è paradossale e niente affatto risolutiva dell'immenso problema perché non è in grado di salvaguardare la salute dei cittadini che vengono esposti agli inquinanti cancerogeni e teratogeni, a dosi costanti durante l'anno.
Il verbo greco 'teratokeo' indica la generazione di un mostro e la teratogenesi segnala l'alterazione dello sviluppo embrionale, fetale o post-natale, causato da un agente patogeno.
Oggi le micropolveri si misurano in rapporto al loro peso per metro cubo.
La pericolosità aumenta con il diminuire delle dimensioni delle particelle.
Ma anche quando i limiti di legge sono rispettati, limiti convenzionali ben s'intenda!, che accade per i bambini o per chi pesa meno di settanta chilogrammi?
L'Italia sta purtroppo progredendo nell'incidenza dei tumori infantili rispetto al resto d'Europa.
L'incremento maggiore riguarda i bimbi sotto l'anno di età.
Pertanto, rilevare che le micropolveri sono al di sotto dei limiti di legge non significa non avere pericoli e non avere malattie o non avere morti per tali cause.
Nella città di Macerata, ove lavoro, il rilevamento delle polveri sottili è affidato ad una sola centralina (sino a qualche tempo fa una era posizionata proprio lungo Corso Cavour, la pestilenziale arteria in cui giace il mio studio legale), dislocata in pratica in campagna, vale a dire nel periferico quartiere di Collevario che ha traffico residenziale ed è una specie di polmone verde del capoluogo (singolare collocazione per effettuare le rilevazioni, a maggior ragione perché si tratta dell'unica postazione); queste sono le rassicuranti espressioni sul tema dell'Assessore all'Ambiente e alla Mobilità di area Pd come il riconfermato Sindaco (fonte www.cronachemaceratesi.it del 24 maggio 2016 - h.15:59): "il controllo della qualità dell'aria spetta alla Regione che ha organizzato il sistema su tutto il territorio regionale. In questa situazione Macerata ha una sua funzione. L'unica centralina a Collevario serve per rilevare la situazione di fondo (situazione media della città)".
Il diritto alla salubrità dell'ambiente quale esplicita imposizione anche ai Sindaci (i Comuni non hanno il potere legislativo e non possono fare leggi, ma hanno il potere regolamentare per dare attuazione alle leggi relative alle loro competenze e di amministrare i beni e i servizi) delle cittadine italiane di limitare il più possibile o eliminare le cause dell'inquinamento dell'aria (e dell'acqua...) al fine di prevenire l'insorgenza di patologie nel singolo e nella società.
Il Sindaco è, in sintesi, il responsabile sul territorio della salute pubblica.
Con il Decreto Legislativo n. 112 del 1998 il concetto di assistenza sanitaria ed ospedaliera utilizzato dal legislatore del 1977 viene assorbito in quello ben più ampio di tutela della salute umana.
A propria volta viene ricompreso anche il concetto di tutela della sanità veterinaria.
Attengono alla categoria di "tutela della salute umana" le funzioni e i compiti rivolti alla promozione, alla prevenzione, al mantenimento e al recupero della salute fisica e psichica della popolazione, nonché al perseguimento degli obiettivi del Servizio Sanitario Nazionale.
Il Decreto Legislativo n. 112 del 1998 riserva allo Stato centrale tutto ciò che nella materia necessiti di una direzione unitaria a livello nazionale e contestualmente trasferisce alle Regioni tutti gli altri compiti.
Riguardo agli enti locali, oltre alle funzioni delegate dalle Regioni, il Decreto Legislativo sul decentramento amministrativo evidenzia una sfera di competenza propria del Comune, organizzazione amministrativa territoriale non statale.
In proposito, ai sensi dell'art. 117 del Decreto Legislativo n. 112 del 1998, nonché ai sensi dell'art. 50 del Decreto Legislativo n.267 del 18 agosto 2000 - Testo Unico degli Enti Locali - in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale il Sindaco, organo dello Stato nell'esercizio di alcune competenze in qualità di ufficiale di governo, sovrintende al funzionamento dei servizi e degli uffici e all'esecuzione degli atti, quale rappresentante della comunità locale, adotta ordinanze, contingibili (da contingere, ciò che può accadere, avvenimenti accidentali) ed urgenti; inoltre, qualora l'emergenza interessi il territorio di più Comuni, ogni Sindaco adotta le misure necessarie sino a quando non intervengano le autorità competenti.
La Legge 23 dicembre 1978, n. 833, istituisce il Servizio Sanitario Nazionale, e all'art. 13 stabilisce che il Sindaco sia da considerare alla stregua di autorità locale riconoscendogli il potere di adottare provvedimenti autoritativi che impongono accertamenti e trattamenti sanitari obbligatori.
Principi costituzionali per la tutela dell'ambiente sono rinvenibili anche all'interno delle previsioni degli articoli 44 e 42.
Occorre aver cura del governo del territorio e della pianificazione della città, che il potere locale affronti espressamente i rischi collettivi per gli equilibri ambientali derivanti dai processi di urbanizzazione.
Una precauzione nel processo decisionale è limitare il più possibile l'occupazione e l'impermeabilizzazione dei terreni: il problema del consumo di suolo.
Una risorsa limitata che si distrugge facilmente.
Le polveri sottili sono alimentate dal traffico veicolare (la mobilità privata e i mezzi pesanti) e dalle caldaie domestiche.
Debbono - i beni comuni - essere gestiti in base ai principi di eguaglianza e di solidarietà, rendendo effettive forme di partecipazione e di controllo degli interessati e incorporando la dimensione del futuro, nella quale si riflette una solidarietà divenuta intergenerazionale, una sorta di obbligo verso le generazioni future.
La tutela è affidata a una legittimazione diffusa, al diritto di tutti affinché siano effettivamente conservati, protetti, garantiti.Il rione Santa Lucia era un incanto per noi bambini maceratesi degli Anni Sessanta.
I miei nonni materni vi erano giunti, nei primi anni trenta, dalla Campania che allora era ancora felix.
La vittoria di un concorso pubblico portò mio nonno Amedeo dalle fila del Nola Calcio, in cui giocava quale prolifica ala sinistra (come incredibilmente ricordano ancora i blog di tifosi nolani: ho scoperto che era un beniamino del pubblico) con un fazzoletto bianco annodato in fronte come usava a quel tempo, all'Ufficio delle Imposte di Macerata.
Individuata sulla carta geografica ove fosse questa cittadina dal nome così strano, in poco tempo con la fidanzata Adele si sposarono nel meraviglioso santuario di Pompei - era il 1933 - e divennero a tutti gli effetti abitanti di Macerata.
Dopo cambiamenti di case e traslochi, si formò una cooperativa tra alcuni dipendenti statali che ebbe il compito di edificare due palazzine identiche, oggi le definiremmo di edilizia popolare, una di otto e l'altra di sedici appartamenti che sarebbero stati sorteggiati per poi essere assegnati e riscattati.
Nonna Adele sognava Via Carradori, a stretto ridosso della centrale Corso Cavour ove era in affitto (nell'esatto punto in cui è ubicato il mio studio all'interno di un palazzo più recente) perché era molto più baricentrica rispetto alla periferica Santa Lucia.
Pleonastico riferire che, malgrado Nonno Amedeo avesse gestito buona parte delle operazioni burocratiche per conto della Cooperativa C.E.I.S., il sorteggio fu inesorabile: portò in sorte alla nonna la landa deserta di Santa Lucia!!!
L'indirizzo era Via Santa Lucia 13 che poi, per mutamento di toponomastica, divenne Via Santa Caterina da Siena 21.
Mia madre Maria Rosaria sarebbe nata nel settembre 1939 dopo il fratello Giuliano del settembre 1934.
Ma non tutto il male vien per nuocere.
Sia nonno che era abituato a quella stupenda metropoli palpitante ch'era Napoli negli anni venti, sia nonna che proveniva dal territorio montagnoso irpino si integrarono alla perfezione con la popolazione del luogo.
Come un vezzo Amedeo conservò la sua lingua partenopea musicale e fantastica, mentre Adele abdicò al dialetto irpino di Mugnano del Cardinale e si fece maceratese in tutto e per tutto.
Da quella landa desolata si schiuse un paesaggio meraviglioso per me che vi sarei nato (l'ospedale è in quel quartiere) nel 1963.
Volteggiavano nell'aria farfalle stupende, alcune tra le più belle del bacino del Mediterraneo.
Sono con le lucciole le sentinelle dell'ambiente.
Aspettavamo mezzogiorno per ammirare i papilionidi, papili e il mio amato macaone dal volo più nevrile.
Nel pomeriggio ci si appostava dietro la torretta di Villa Cozza, ormai pericolante, possibilmente con abiti di colore bianco che pareva le attraessero, per attendere il roteare frenetico delle vanesse.
Più della vanessa del cardo a me piaceva la vanessa atalanta.
Poi, si giocava con i mosconi d'oro il cui ronzio sonoro li rendeva facilmente individuabili mentre succhiavano con avidità dai boccioli delle rose appena dischiuse.
Ogni tanto si diffondeva la voce, tra noi bambini, che vi era stato un avvistamento di un occhio di pavone ed allora erano corse all'impazzata per tentare di vedere questa farfalla affascinante e già rarissima.
Attorno ai lampioni, di sera, i pipistrelli erano gli ambasciatori delle tenebre con il contorno di una miriade di falene.
Giocavamo a pallone da mattina a sera, in special modo con Roberto e con il cugino Mauro, entrambi davvero bravi: zampettava con noi un'ala destra di fisico leggerino e di buon talento, Iginio Straffi, il creatore delle fatine Winx. Il padre di Iginio era tassista e la nostra famiglia lo chiamava nelle giornata di austerità conseguenti alla terribile crisi petrolifera.
Si viveva in modo semplice e solidale, gioie, lutti e routine della vita erano condivisi.
Scintille di armonica convivenza.
Ma un brutto giorno arrivò una strada di scorrimento veloce a tranciare il quartiere in due parti mefitiche di smog.
Fine della identità del rione.
Macelleria di quartiere!
Un'aberrazione di tangenziale.
Forse è importante rileggere il nostro passato per cercare di illuminare il nostro presente, prendendo spunto da "Ogni cosa è illuminata", il meraviglioso romanzo di Jonathan Safran Foer, edito in Italia da Guanda.
Forse la Giunta comunale democristiana che decise quell'obbrobrio recise per sempre il nostro mondo incantato.
I cattivi politici possono fare danni immensi.
Interessi ambientali, paesaggistici, sanitari...
Al momento dell'entrata in vigore della Costituzione della Repubblica le tematiche ambientali, come le intendiamo oggi, non avevano ancora trovato, nella società civile e quindi anche nel mondo giuridico nazionale, una precisa definizione, né una previsione normativa non solo di rango costituzionale, ma anche di legislazione ordinaria.
Erano presenti per la verità le Leggi Bottai n. 1089 e n. 1497, entrate in vigore nel giugno 1939 e riguardanti i beni culturali e le bellezze naturali.
Tali leggi hanno rappresentato veri e propri testi unici per diversi anni e hanno trovato una puntuale accoglienza nell'art. 9, comma secondo, della Costituzione laddove è previsto che "la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico ed artistico della Nazione", definendo il paesaggio, non ancora l'ambiente.
Stando allo statuto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità la salute è "uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non soltanto una mera assenza di malattia o infermità".
Uno specifico ruolo propulsivo ha poi avuto la lettura espansiva del testo dell'art. 32, 1° co., Cost. nell'ampia accezione di diritto alla salubrità.
Si sa che il costituzionalismo non piace al potere che non vuole essere sottoposto a regole e limiti, come ci appare all'evidenza in questi mesti tempi.
Con Norberto Bobbio potremmo dire che "il proposito fondamentale è di trovare un rimedio all'assolutezza del potere".
L'art. 32 Cost. disegna una trama di poteri: è l'unico articolo di tutta la Costituzione che qualifica "fondamentale" un diritto.
Si tratta di una precisa indicazione di priorità.
E poi al termine "cura" corrisponde una molteplicità di significati: l'idea di cura non è mai stata chiusa nel limitato cerchio della malattia.
"Prendersi cura", "aver cura", è la cura di Don Lorenzo Milani che contrapponeva al fascista "me ne frego" l'opposto "I care", m'importa, me ne prendo cura!
Al cospetto di esigenze, bisogni, interessi che chiedono soddisfazione e tutela, la salute, che tocca nel profondo la vita di ognuno, deve ottenere prioritaria attenzione.
Per i programmi dei governi della nazione e dei territori basterebbe, dunque, dare uno sguardo alla Costituzione!
Ne è stato ricavato il risarcimento del danno biologico, ch'è danno alla salute, bene in sé e per sé a prescindere dalle conseguenze patrimonialmente valutabili sulla produzione del reddito.
La Corte Costituzionale ha definito l'ambiente un "diritto fondamentale della persona ed interesse fondamentale della collettività... valore primario ed assoluto" perché determina la "qualità della vita" al passo 4.5. della sentenza n. 210 del 28 maggio 1987, Pres. Antonio La Pergola, Redattore Francesco Greco, nei confronti della Provincia di Bolzano e di quella di Trento.
Il sistema di protezione dei diritti è l'inviolabilità.
L'art. 2 Cost. fissa il concetto che "la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale": è l'art. 2, dunque, che li mette al riparo da eventuali attacchi delle forze al potere.
Un ulteriore ostacolo all'onnipotenza della maggioranza è una garanzia estrema: consiste nel rendere immodificabili i diritti inviolabili persino mediante lo speciale procedimento di cui all'art. 138 Cost.: così li pensavano i Costituenti, così li hanno voluti al riparo da qualunque attacco: intoccabili da chi è al potere.
Non possono essere sovvertiti o modificati neppure con leggi di rango costituzionale.
Affermazioni che sbarrano la strada ai nostri animosi riformatori o, per meglio dire, rottamatori di quei principi.
Attraverso questa molteplice attribuzione di poteri i beni comuni promuovono una cittadinanza attiva ed eguale.
Il diritto all'acqua è una condizione di base rispetto ad altri essenziali diritti fondamentali.
E all'aria!
La stessa Azienda Sanitaria Locale di Taranto ha addirittura raccomandato ai cittadini di non uscire di casa di giorno e di ridurre qualsivoglia attività sportiva all'aperto al fine di minimizzare l'esposizione a polveri sottili per la popolazione.
Tale inconcepibile situazione si verifica periodicamente e ciclicamente in coincidenza con i c.d. "wind days", quando il vento spira provenendo dal nord - ovest, ossia dall'area industriale del quartiere di Tamburi.
L'amico Peppe di Taranto mi scrive che "i bambini dei Tamburi non possono giocare nei parchi perché la terra è contaminata così come non possono scavare al Cimitero per non smuovere le polveri; neanche i morti sono in pace in quella bellissima città".
La soluzione proposta è paradossale e niente affatto risolutiva dell'immenso problema perché non è in grado di salvaguardare la salute dei cittadini che vengono esposti agli inquinanti cancerogeni e teratogeni, a dosi costanti durante l'anno.
Il verbo greco 'teratokeo' indica la generazione di un mostro e la teratogenesi segnala l'alterazione dello sviluppo embrionale, fetale o post-natale, causato da un agente patogeno.
Oggi le micropolveri si misurano in rapporto al loro peso per metro cubo.
La pericolosità aumenta con il diminuire delle dimensioni delle particelle.
Ma anche quando i limiti di legge sono rispettati, limiti convenzionali ben s'intenda!, che accade per i bambini o per chi pesa meno di settanta chilogrammi?
L'Italia sta purtroppo progredendo nell'incidenza dei tumori infantili rispetto al resto d'Europa.
L'incremento maggiore riguarda i bimbi sotto l'anno di età.
Pertanto, rilevare che le micropolveri sono al di sotto dei limiti di legge non significa non avere pericoli e non avere malattie o non avere morti per tali cause.
Nella città di Macerata, ove lavoro, il rilevamento delle polveri sottili è affidato ad una sola centralina (sino a qualche tempo fa una era posizionata proprio lungo Corso Cavour, la pestilenziale arteria in cui giace il mio studio legale), dislocata in pratica in campagna, vale a dire nel periferico quartiere di Collevario che ha traffico residenziale ed è una specie di polmone verde del capoluogo (singolare collocazione per effettuare le rilevazioni, a maggior ragione perché si tratta dell'unica postazione); queste sono le rassicuranti espressioni sul tema dell'Assessore all'Ambiente e alla Mobilità di area Pd come il riconfermato Sindaco (fonte www.cronachemaceratesi.it del 24 maggio 2016 - h.15:59): "il controllo della qualità dell'aria spetta alla Regione che ha organizzato il sistema su tutto il territorio regionale. In questa situazione Macerata ha una sua funzione. L'unica centralina a Collevario serve per rilevare la situazione di fondo (situazione media della città)".
Il diritto alla salubrità dell'ambiente quale esplicita imposizione anche ai Sindaci (i Comuni non hanno il potere legislativo e non possono fare leggi, ma hanno il potere regolamentare per dare attuazione alle leggi relative alle loro competenze e di amministrare i beni e i servizi) delle cittadine italiane di limitare il più possibile o eliminare le cause dell'inquinamento dell'aria (e dell'acqua...) al fine di prevenire l'insorgenza di patologie nel singolo e nella società.
Il Sindaco è, in sintesi, il responsabile sul territorio della salute pubblica.
Con il Decreto Legislativo n. 112 del 1998 il concetto di assistenza sanitaria ed ospedaliera utilizzato dal legislatore del 1977 viene assorbito in quello ben più ampio di tutela della salute umana.
A propria volta viene ricompreso anche il concetto di tutela della sanità veterinaria.
Attengono alla categoria di "tutela della salute umana" le funzioni e i compiti rivolti alla promozione, alla prevenzione, al mantenimento e al recupero della salute fisica e psichica della popolazione, nonché al perseguimento degli obiettivi del Servizio Sanitario Nazionale.
Il Decreto Legislativo n. 112 del 1998 riserva allo Stato centrale tutto ciò che nella materia necessiti di una direzione unitaria a livello nazionale e contestualmente trasferisce alle Regioni tutti gli altri compiti.
Riguardo agli enti locali, oltre alle funzioni delegate dalle Regioni, il Decreto Legislativo sul decentramento amministrativo evidenzia una sfera di competenza propria del Comune, organizzazione amministrativa territoriale non statale.
In proposito, ai sensi dell'art. 117 del Decreto Legislativo n. 112 del 1998, nonché ai sensi dell'art. 50 del Decreto Legislativo n.267 del 18 agosto 2000 - Testo Unico degli Enti Locali - in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale il Sindaco, organo dello Stato nell'esercizio di alcune competenze in qualità di ufficiale di governo, sovrintende al funzionamento dei servizi e degli uffici e all'esecuzione degli atti, quale rappresentante della comunità locale, adotta ordinanze, contingibili (da contingere, ciò che può accadere, avvenimenti accidentali) ed urgenti; inoltre, qualora l'emergenza interessi il territorio di più Comuni, ogni Sindaco adotta le misure necessarie sino a quando non intervengano le autorità competenti.
La Legge 23 dicembre 1978, n. 833, istituisce il Servizio Sanitario Nazionale, e all'art. 13 stabilisce che il Sindaco sia da considerare alla stregua di autorità locale riconoscendogli il potere di adottare provvedimenti autoritativi che impongono accertamenti e trattamenti sanitari obbligatori.
Principi costituzionali per la tutela dell'ambiente sono rinvenibili anche all'interno delle previsioni degli articoli 44 e 42.
Occorre aver cura del governo del territorio e della pianificazione della città, che il potere locale affronti espressamente i rischi collettivi per gli equilibri ambientali derivanti dai processi di urbanizzazione.
Una precauzione nel processo decisionale è limitare il più possibile l'occupazione e l'impermeabilizzazione dei terreni: il problema del consumo di suolo.
Una risorsa limitata che si distrugge facilmente.
Le polveri sottili sono alimentate dal traffico veicolare (la mobilità privata e i mezzi pesanti) e dalle caldaie domestiche.
La procedura di infrazione a carico dell'Italia è stata già avviata nel novembre 2014 per violazione degli articoli 13 e 23 della Direttiva 2008/50/EC relativa agli accumuli e agli sforamenti di Pm10, vale a dire di polveri sottili. A quel quadro sotto i riflettori europei si è aggiunto il caso di Brindisi, complesso a causa della pluralità delle presenze industriali. "In particolare – è scritto nella nota europea – dal momento che la violazione dell'articolo 23 richiede l'adozione di tutte le misure atte a ridurre l'inquinamento atmosferico alla fonte, siamo sicuri che la vostra preoccupazione può essere affrontata dalle indagini in corso. Per quanto riguarda il Pm 2,5, il valore limite relativo è entrato in vigore solo il 1° gennaio 2015; la Commissione sarà quindi in grado di valutare la conformità a questo nuovo valore limite quando riceverà la prossima relazione annuale sulla qualità dell'aria, prevista al più tardi per il 30 settembre 2016".
Ogni cittadino dell'Unione europea perde in media 8,6 mesi di vita a causa dello smog, in particolare delle polveri sottili.
Ogni cittadino dell'Unione europea perde in media 8,6 mesi di vita a causa dello smog, in particolare delle polveri sottili.
E la maglia nera va alla Pianura Padana, dove si arriva anche a 2-3 anni di vita.
L'allarme arriva dai risultati del programma Cafe (Clean Air For Europe) della Commissione europea, che ha valutato gli effetti del Pm2,5 prodotto dalle attività umane sull'aspettativa di vita.
E sono 800mila i morti a causa dell'inquinamento ogni anno.
Se si considera anche quello all'interno delle abitazioni, si arriva a 1,3 milioni.
Queste cifre, fornite dall'OMS, sono state al centro del convegno RespiraMi, organizzato dalla Fondazione Policlinico di Milano.
Gli esperti puntano il dito in particolare contro la composizione delle polveri sottili: gli inquinanti sembrano essere oggi più pericolosi di una volta, aumentando il rischio di malattie respiratori, cardiovascolari e tumori. "Lo studio EpiAir, promosso dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie – ricorda Pier Mannuccio Mannucci, direttore scientifico della Fondazione Policlinico – ha mostrato un innalzamento immediato della mortalità per cause naturali dello 0,69% per ogni aumento di 10 microgrammi/metro cubo di Pm10.
Quella dell'inquinamento è un'emergenza che si riflette anche sui dati di mortalità del Paese, in aumento dell'11 per cento. A scriverlo sul suo blog è il leader (e cofondatore con il compianto Gianroberto Casaleggio) del MoVimento 5 Stelle Beppe Grillo, che attacca duramente anche il Governo.
"Il 2015 si chiuderà secondo l'Istat con 68 mila morti in più rispetto al 2014: 666 mila contro 598 mila, l'11% in più. Come ai tempi delle grandi guerre – evidenzia -. Le città italiane non sono state bombardate dalle potenze straniere, ma vivono sotto l'assedio di nemici silenziosi. Lo smog sta rendendo le città italiane sempre più simili a Pechino".
Poi l'affondo su Renzi e i suoi ministri: "Non si rendono conto di ciò che accade nel Paese – prosegue – litigano per mezzo punto percentuale di Pil e fanno decreti lampo di domenica per salvare le banche mentre passeggiano incuranti sui cadaveri di 68mila italiani che non hanno saputo proteggere. Sono una sciagura per il Paese, il prezzo della loro spocchia lo stiamo pagando col sangue. Prima se ne vanno e meglio è".
Tanto piccole da poter essere inalate e progressivamente si accumulano nel sistema respiratorio.
Di solito, quando si parla di polveri sottili il riferimento è alle c.d.PM10, che hanno un diametro pari a dieci micron.
L'allarme arriva dai risultati del programma Cafe (Clean Air For Europe) della Commissione europea, che ha valutato gli effetti del Pm2,5 prodotto dalle attività umane sull'aspettativa di vita.
E sono 800mila i morti a causa dell'inquinamento ogni anno.
Se si considera anche quello all'interno delle abitazioni, si arriva a 1,3 milioni.
Queste cifre, fornite dall'OMS, sono state al centro del convegno RespiraMi, organizzato dalla Fondazione Policlinico di Milano.
Gli esperti puntano il dito in particolare contro la composizione delle polveri sottili: gli inquinanti sembrano essere oggi più pericolosi di una volta, aumentando il rischio di malattie respiratori, cardiovascolari e tumori. "Lo studio EpiAir, promosso dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie – ricorda Pier Mannuccio Mannucci, direttore scientifico della Fondazione Policlinico – ha mostrato un innalzamento immediato della mortalità per cause naturali dello 0,69% per ogni aumento di 10 microgrammi/metro cubo di Pm10.
Quella dell'inquinamento è un'emergenza che si riflette anche sui dati di mortalità del Paese, in aumento dell'11 per cento. A scriverlo sul suo blog è il leader (e cofondatore con il compianto Gianroberto Casaleggio) del MoVimento 5 Stelle Beppe Grillo, che attacca duramente anche il Governo.
"Il 2015 si chiuderà secondo l'Istat con 68 mila morti in più rispetto al 2014: 666 mila contro 598 mila, l'11% in più. Come ai tempi delle grandi guerre – evidenzia -. Le città italiane non sono state bombardate dalle potenze straniere, ma vivono sotto l'assedio di nemici silenziosi. Lo smog sta rendendo le città italiane sempre più simili a Pechino".
Poi l'affondo su Renzi e i suoi ministri: "Non si rendono conto di ciò che accade nel Paese – prosegue – litigano per mezzo punto percentuale di Pil e fanno decreti lampo di domenica per salvare le banche mentre passeggiano incuranti sui cadaveri di 68mila italiani che non hanno saputo proteggere. Sono una sciagura per il Paese, il prezzo della loro spocchia lo stiamo pagando col sangue. Prima se ne vanno e meglio è".
Tanto piccole da poter essere inalate e progressivamente si accumulano nel sistema respiratorio.
Di solito, quando si parla di polveri sottili il riferimento è alle c.d.PM10, che hanno un diametro pari a dieci micron.
In particolare, il riferimento è al particolato o particolato sospeso
Purtroppo, negli ultimi anni la scienza ha posto in risalto un'altra forma di inquinamento legato a polveri sottili contraddistinte da un diametro ancor minore: PM2,5, talvolta di pochi nanometri.
Queste ultime sono respirabili, il che significa che possono penetrare nei nostri polmoni sino ad accumularsi nel sangue e poi raggiungere diverse parti del nostro organismo.
Pertanto, se i danni collegati alle polveri sottili PM10 sono circoscritti al sistema respiratorio, quelli legati alle polveri sottili PM2,5 possono estendersi anche ad altri tessuti.
Sono in pochi a sapere che in molte città italiane la causa principale della ridotta visibilità per nebbia è dovuta proprio alle polveri sottili.
Ulteriori danni ambientali sono la deturpazione dei monumenti, dei reperti e delle pietre: le polveri sottili sono coadiuvanti nell'azione delle piogge acide.
Comunque, i danni peggiori sono quelli alla salute umana, inclusi i fetal rights, dal momento che si tratta di un aerosol terribile, equivalente all'esposizione ad amianto e fumo di sigarette, senza dimenticare gli animali, la fauna selvatica e i nostri amici, bipedi e quadrupedi, di tutti i giorni che zampettano insieme a noi per le vie della città o sono ospiti graditissimi nelle nostre abitazioni.
Le polveri sottili sono trasportate ovunque dalle correnti e si depositano nel suolo agricolo e sul manto stradale.
Il flusso viario delle automobili innalza questa polveri e i passanti le inalano e le respirano del tutto inconsapevolmente.
Le polveri sottili possono accumularsi nei corsi d'acqua o nel suolo sino a raggiungere le falde acquifere, rendendo laghi e torrenti acidi, modificando in tal modo l'equilibrio delle acque e dei bacini fluviali.
Quali sono le fonti.
Non vi è un'unica fonte; le polveri sottili più piccole si formano principalmente da residui di combustione.
In Italia purtroppo la soglia massima di polveri sottili stabilito dall'Unione Europea viene superato in molte aree geografiche.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha un tetto massimo più severo e di gran lunga inferiore a quello stabilito dall'UE.
Secondo l'Agenzia Europea dell'Ambiente - AEA quasi un terzo degli abitanti delle città europee è esposto a concentrazioni eccessive di particolato in sospensione nell'aria (PM, le cosiddette polveri sottili).
Il particolato è una delle sostanze più inquinanti e nocive per la salute umana e può indurre a morte prematura.
Dati decisamente allarmanti: il report ha analizzato altri inquinanti dell'aria come il biossido di azoto, l'ozono, il benenzo(a)pirene, il biossido di zolfo, il monossido di carbonio, il benzene e altri metalli pesanti (arsenico, cadmio, nichel, piombo).
S'impone, in conclusione, dare la priorità al principio di precauzione dal momento che quando c'è la possibilità che un'attività possa essere pregiudizievole per la salute o per l'ambiente, anche se le relazioni di causa ed effetto non sono ancora stabilite dalla scienza, dovrebbero essere prese le misure di precauzione.
Comunque!
Evitando di collocare le polveri sotto il tappeto...
Fonte: Diritto alla salubrità dell'aria: polveri sottili, un nemico insidioso e poco conosciuto Purtroppo, negli ultimi anni la scienza ha posto in risalto un'altra forma di inquinamento legato a polveri sottili contraddistinte da un diametro ancor minore: PM2,5, talvolta di pochi nanometri.
Queste ultime sono respirabili, il che significa che possono penetrare nei nostri polmoni sino ad accumularsi nel sangue e poi raggiungere diverse parti del nostro organismo.
Pertanto, se i danni collegati alle polveri sottili PM10 sono circoscritti al sistema respiratorio, quelli legati alle polveri sottili PM2,5 possono estendersi anche ad altri tessuti.
Sono in pochi a sapere che in molte città italiane la causa principale della ridotta visibilità per nebbia è dovuta proprio alle polveri sottili.
Ulteriori danni ambientali sono la deturpazione dei monumenti, dei reperti e delle pietre: le polveri sottili sono coadiuvanti nell'azione delle piogge acide.
Comunque, i danni peggiori sono quelli alla salute umana, inclusi i fetal rights, dal momento che si tratta di un aerosol terribile, equivalente all'esposizione ad amianto e fumo di sigarette, senza dimenticare gli animali, la fauna selvatica e i nostri amici, bipedi e quadrupedi, di tutti i giorni che zampettano insieme a noi per le vie della città o sono ospiti graditissimi nelle nostre abitazioni.
Le polveri sottili sono trasportate ovunque dalle correnti e si depositano nel suolo agricolo e sul manto stradale.
Il flusso viario delle automobili innalza questa polveri e i passanti le inalano e le respirano del tutto inconsapevolmente.
Le polveri sottili possono accumularsi nei corsi d'acqua o nel suolo sino a raggiungere le falde acquifere, rendendo laghi e torrenti acidi, modificando in tal modo l'equilibrio delle acque e dei bacini fluviali.
Quali sono le fonti.
Non vi è un'unica fonte; le polveri sottili più piccole si formano principalmente da residui di combustione.
In Italia purtroppo la soglia massima di polveri sottili stabilito dall'Unione Europea viene superato in molte aree geografiche.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha un tetto massimo più severo e di gran lunga inferiore a quello stabilito dall'UE.
Secondo l'Agenzia Europea dell'Ambiente - AEA quasi un terzo degli abitanti delle città europee è esposto a concentrazioni eccessive di particolato in sospensione nell'aria (PM, le cosiddette polveri sottili).
Il particolato è una delle sostanze più inquinanti e nocive per la salute umana e può indurre a morte prematura.
Dati decisamente allarmanti: il report ha analizzato altri inquinanti dell'aria come il biossido di azoto, l'ozono, il benenzo(a)pirene, il biossido di zolfo, il monossido di carbonio, il benzene e altri metalli pesanti (arsenico, cadmio, nichel, piombo).
S'impone, in conclusione, dare la priorità al principio di precauzione dal momento che quando c'è la possibilità che un'attività possa essere pregiudizievole per la salute o per l'ambiente, anche se le relazioni di causa ed effetto non sono ancora stabilite dalla scienza, dovrebbero essere prese le misure di precauzione.
Comunque!
Evitando di collocare le polveri sotto il tappeto...
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