Unione dell’Energia. Cosa ha approvato la Commissione a meno di un mese dalla COP21


La buona notizia é che sono stati approvati vari nostri emendamenti a favore di energie rinnovabili edefficienza energetica, compreso uno per rendere obbligatoria la produzione delle rinnovabili nei nuovi edifici. Ma la cattiva notizia é che lunedì 10, alla vigilia della conferenza sul clima COP 21 di Parigi, la commissione ITRE del Parlamento Europeo si é defilata di fronte alla nostra richiesta di obiettivi vincolanti su questi temi ed ha votato invece affinché l’UE finanzi l’energia nucleare. Basta questo, purtroppo, per obbligarci a dire no a tutto il “pacchetto” contenente questa inaccettabile affermazione.
Il tema della discussione era la comunicazione della Commissione Europea “Una strategia quadro per un’Unione dell’energia resiliente, corredata da una politica lungimirante in materia di cambiamenti climatici”: tratteggia la via che l’UE dovrà seguire per dare il suo contributo all’indispensabile riduzione delle emissioni di anidride carbonica, il principale gas dell’effetto serra. Gli impegni a questo proposito dei grandi della Terra saranno appunto l’oggetto della conferenza COP 21 di Parigi.
La commissione ITRE ha votato per riconoscere che il fracking può non essere una tecnologia praticabile nell’UE, dati i suoi alti costi (noi vorremmo il divieto di fracking in tutta l’UE, ma possiamo già essere contenti che questo passaggio arrivi in assemblea plenaria). Inoltre ha sancito che:
  • lo sviluppo delle rinnovabili é fondamentale per l’UE; la  loro integrazione nel mercato energetico deve essere prioritaria; bisogna promuoverne l’autoconsumo; l’UE deve impedire modifiche retroattive agli incentivi (all’Italia fischieranno le orecchie)
  • l’efficienza energetica é il più grande “giacimento” da cui l’UE può attingere energia; gli investimenti in efficienza energetica sono da considerare importanti quanto quelli in infrastrutture energetiche
  • nel calcolo dei costi dell’energia, bisogna inserire anche quelli nascosti (essi, se conteggiati, metterebberi fuori mercato le fonti fossili di energia a vantaggio delle rinnovabili: nell’UE ammontanoinfatti a 150-310 miliardi di euro all’anno)
Infine, la commissione ITRE ha approvato vari emendamenti presentati da noi per invitare la Commissione Europea (che detiene il potere di iniziativa legislativa) a presentare proposte normative su:
  • imporre livelli minimi di produzione di energie rinnovabili in nuovi edifici
  • agevolare reti locali e regionali di energie rinnovabili
  • usare l’energia pulita, quando ce n’é in abbondanza e a buon mercato, per i veicoli elettrici e gli impianti domestici
La fotogallery sintetizza i contenuti vittoriosamente inseriti nella “Strategia quadro”
Resta l’obbrobrio dei finanziamenti al nucleare. Resta il fatto che la commissione ITRE non ha raccolto la nostra sollecitazione a mettere nero su bianco obiettivi vincolanti in vista della conferenza di Parigi.
I target UE in materia di riduzione delle emissioni sono decisi da tempo e li ribadisce la “Strategia quadro” della Commissione Europea su cui la Commissione ITRE ha discusso lunedì 10:  entro il 2030, 27% di energia da fonti rinnovabili; inoltre, il 40% di emissioni in meno e il 27% di efficienza energetica in più rispetto al 1990. Il Parlamento Europeo ha sempre condiviso l’ultimo obiettivo, ma ha ripetutamente chiesto (l’ultima volta in ottobre) il 40% di efficienza energetica e almeno il 30% di rinnovabili.
Al momento di votare in Commissione ITRE sulla “Strategia quadro”, molti esponenti delle maggiori forze politiche devono essere stati colpiti da amnesia. Oltre al 40% di emissioni in meno, é stato infatti approvato solo il 27% di efficienza energetica in più.
Noi dunque, in Commissione ITRE,  abbiamo votato no a questa presa di posizione in vista della conferenza di Parigi. La mancanza di obiettivi vincolanti in materia di rinnovabili ed efficienza energetica nonché ifinanziamenti al nucleare pesano più degli elementi positivi. Il testo definitivo approvato in ITRE non é ancora disponibile sul sito del Parlamento Europeo. C’é solo il punto di partenza – la relazione del polacco Marek Józef Gròbarczyk, che appartiene al gruppo ECR – e la valanga di emendamenti presentati al suo testo. Gli emendamenti sono distribuiti fra cinque link diversi, raggruppati in questa pagina insieme ad altro vario materiale sulla “Strategia quadro”.
Non é detto che passi la linea filo-nucleare della commissione ITRE. La comunicazione sarà ora esaminata dall’assemblea plenaria di Strasburgo dove rinnoveremo gli sforzi per salvare quanto c’é di buono, per immettervi ulteriori elementi positivi e per cancellare le modifiche obbrobiose. Infine il Parlamento Europeo dovrà trovare una posizione comune con il Consiglio dei ministri degli Stati UE, che costituisce l’altro co-legislatore eurpopeo. Solo a questo punto la “Strategia quadro” assumerà la sua forma definitiva e vincolante.

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