WHERE TO GO

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Da mesi è ormai la domanda che mi viene posta in continuazione, sia dal vivo che via web. Dove andare, in quale Paese trasferire la propria famiglia, il proprio patrimonio e la propria attività professionale o imprenditoriale, lasciandosi alle spalle una decadente e svilente Italia. Ne ho parlato diffusamente all’internodell’ultimo libro, dando indicazioni soprattutto ai giovani ragazzi che si apprestano a finire il loro percorso di formazione, proviamo pertanto a fare un outlook su questo tema. Tanto per iniziare, quello che ho notato da inizio anno èl’intensificarsi di questo fenomeno, vale a dire che mentre due anni fa la preoccupazione principale di lettori e followers si poteva riassumere nella difesa e protezione dei propri risparmi o della propria azienda, ora si sta assistendo ad una mutazione o evoluzione di questi bisogni. Non si tratta più di difendere la ricchezza finanziaria, quanto piuttosto il proprio stile di vita ed il tenore di benessere e sicurezza della propria famiglia. Molti se ne vogliono andare non solo per le vicende politiche e l’oppressione fiscale che stanno caratterizzando il Paese ormai da oltre due anni, ma anche perchè nauseati dall’invasione diversamente bianca che stanno vivendo sulla loro pelle.
Mi scrivono da tutta Italia, sottolineando come non ne possono più, piccoli paesi di provincia un tempo oasi di stabilità e serenità sociale che in poco tempo hanno visto esplodere fenomeni e casi di microcriminalità, regolarmente impunita. Interi quartieri delle città metropolitane trasformati in retrovie di guerra in cui vige il coprifuoco appena calato il sole. Chi aveva investito nel mattone, al di là della crisi immobiliare, non può vendere, nemmeno svendendo, semplicemente perchè nessuno vuole andare a vivere in un quello che una volta era una zona residenziale che oggi assomiglia più alla Nigeria o al Pakistan. Di quello che un tempo si faceva chiamare Bel Paese, rimane poco o quasi niente. Sul fronte interno della governance nazionale, si percepisce come in nessun modo il prossimo anno sarà migliore o almeno stazionario. Pertanto chi non ha legami affettivi o patrimoniali troppo radicati con il territorio prende e se ne va via. Inutile aspettare l’arrivo di un altro pifferaio magico. Prendi i soldi e scappa, fino a che ci sono ancora e te li lasciano portare via: questo infatti rappresenta un rischio oggettivo nei prossimi semestri ovvero il divieto di espatrio dei capitali (cosa che si dovrebbe aver implementato ancora anni or sono).
Dove andare allora, quali sono i Paesi in cui rifugiarsi. La risposta a questa domanda diretta è “dipende”. Dipende da cosa sapete o potete fare, che tipo di vita volete trascorrere, su quanta disponibilità di risorse finanziarie potete contare, quante volte dovrete ritornare in Italia nell’arco di un anno (visite familiari, incombenze amministrative o rapporti di lavoro pregresso) e soprattutto se volete stare fuori o dentro l’Unione Europea. Su questo fronte infatti ricordate che il Vecchio Continente per quanto sia constantemente denigrato dalla stampa di settore vi consente di avere la migliore copertura ed assistenza sanitaria del mondo a costo zero (o almeno inclusa nella fiscalità diffusa). Nel momento in cui abbandonate l’Unione Europea, vi renderete conto che cosa significa avere sicurezza e serenità almeno sul versante sanitario. Infatti per garantire protezione ed assistenza sanitaria alla vostra famiglia dovete mettere in conto di spendere migliaia di dollari per ciascun componente del nucleo familiare. In molti casi il denaro non basta in quanto il top level delle cure che vi possono essere erogate è spesso pessimo o notevolmente mediocre, nonostante siate disposti a spendere qualsiasi cifra.
Se dovete scegliere un Paese diverso dall’Italia non pensate di abbandonare un inferno per trovare magicamente un paradiso. Ovunque ci sarà sempre qualcosa che sarà difficile da metabolizzare, a cominciare dal regime alimentare, il quale può impattare con il tempo anche sul vostro stato di salute. Personalmente vi consiglio di andare in Paesi in cui sono presenti ampie comunità di italiani, questo sia per potevi inserire più facilmente ed anche per poter contare su una rete di relazioni che vi possono dare genuinamente aiuto in caso di bisogno. La lista dei Paesi su cui lanciare la freccetta è veramente ampia, si va dal Marocco all’Austria, dal Costa Rica alla Bulgaria, dall’Australia alla Spagna. Ci sono oltre quattro milioni di italiani residenti all’estero, una gran parte di loro rappresenta il meglio che l’Italia ha sfornato ed esportato in questi ultimi decenni. Sono anche i primi che sarebbero disposti a ritornare se l’assetto di governance, la pressione ed oppresione fiscale, la burocrazia, la classe politica, la corruzione, l’ingerenza della criminalità e tanto altro ancora cambiassero radicalmente o meglio scomparissero per sempre. A questo puntochiedetevi se ha senso credere in questo improbabile cambiamento oppure nell’incertezza meglio prendere ed andarsene per provare a migliorare il resto della propria vita.

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