Il granello di sabbia cresce in Sardegna

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Si fanno più concrete le voci sulla possibilità di evitare le previste esercitazioni di caccia israeliani in Sardegna. La protesta cresce ogni giorno, mentre un devastante incendio provocato da munizioni è scoppiato nel pomeriggio di giovedì 4 settembre nel poligono militare di Capo Frasca. In quello che qualcuno si ostinerà a chiamare ancora “incidente”, ci sono state diverse esplosioni – di certo anche una bomba – e le solite colonne di fumo si sono levate altissime spingendo alla fuga i turisti, Venticinque nuovi ettari di splendida macchia mediterranea sono stati devastati. I danni sono incalcolabili, il ministero della difesa tace. Dagli amici di Arréxini arrivano le notizie, il resoconto dell’assemblea internazionale del 30 agosto – quella che chiedeva di mettere un granello di sabbia nella macchina del massacro e l’agenda le nuove mobilitazioni
di Arréxini
L’assemblea ritiene illegittime le esercitazioni che si svolgeranno in Sardegna a partire dal mese di settembre, in particolare quelle israeliane in quanto portate avanti da un governo che occupa la Palestina tutta illegalmente e fa della pratica di guerra d’aggressione uno dei capisaldi della sua politica estera”.
È questo uno dei passaggi più importanti del documento prodotto sabato e pubblicato dall’assemblea internazionale contro le esercitazioni israeliane in Sardegna e per il sostegno alla campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS), riunita a Cagliari il 30 agosto presso il teatro Adriano.
La giornata di sabato è stato il primo vero momento di incontro pubblico per discutere di come sia possibile bloccare in modo efficace le azioni dello Stato di Israele e di quali possano essere i modi migliori per fermare le esercitazioni militari.
Si è iniziato la mattina con alcuni interventi programmatici che avevano come tema centrale l’azione del BDS. Gli interventi sono stati di Omar Barghouti, attivista del movimento “Palestinian Boycott, Divestment and Sanctions National Committee – BNC”, Ayah BASHIR, attivista del BDS Gaza, Filippo BIANCHETTI – Comitato NO-M346 a Israele, Ester GARAU, del BDS Sardegna e Stephanie WESTBROOK, appartenente al BDS Italia.
Di particolare importanza i primi due interventi che hanno sottolineato il ruolo svolto dal movimento di boicottaggio in questi anni, l’importanza dei risultati ottenuti e come proseguire l’attività, in particolare focalizzando l’attenzione su degli obiettivi specifici e individuando un campo di azione nell’ambito farmaceutico e alimentare (che includerebbe il boicottaggio delle aziende Teva e Sodastreamche operano in territori che Israele occupa militarmente da anni).
Nei successivi interventi si è invece sottolineato il rapporto tra il territorio e l’industria militare.
Filippo Bianchetti ha parlato delle industrie di armamenti presenti nel Nord Italia. Di sera invece, si sono riuniti i tre gruppi di lavoro: BDS economico, BDS culturale ed il gruppo sulle esercitazioni militari. Il primo ha proposto un boicottaggio della Teva e dell’industria della Sodastream, attraverso una campagna che sensibilizzi gli operatori del settore, le associazioni dei consumatori e gli enti locali. Il gruppo del boicottaggio accademico e culturale ha proposto inoltre un rafforzamento delle relazioni esistenti tra docenti e studenti, che porti avanti la promozione di momenti di riflessione comune sugli obiettivi istituzionali di tale strumento, sulla sua legittimità e sui suoi confini. L’ultimo gruppo, infine, ha analizzato quali possano essere le pratiche principali che possano ostacolare l’inizio delle esercitazioni militari. Tre gli appuntamenti in futuro: la manifestazione del 13 settembre a Capo Frasca, il sit in a Lanusei in occasione di un’udienza del processo Quirra e la manifestazione del 27 settembre a Roma.
Contemporaneamente, l’obiettivo che ci si pone è quello di costruire tra tutte le realtà presenti una manifestazione a Decimomannu in occasione dell’inizio delle esercitazione israeliane. Ma su questo punto, stando alle ultime notizie pubblicate sull’Unione Sarda, vi sono delle novità. È notizia di ieri (3 settemmbre), infatti, il fatto che probabilmente i caccia dell’Israelian Air Force non si eserciteranno più in Sardegna. La notizia ad oggi non ha avuto ulteriori conferme e bisognerà aspettare qualche giorno per capire se le forze dell’aviazione israeliana sarà presente nei cieli sardi. Per quanto riguarda tutte le altre esercitazioni in programma tra Capo Frasca, Quirra e Teulada, la situazione rimane invariata, e nonostante il no del Comitato Paritetico Misto della Regione Sardegna, le altre forze armate della Nato continueranno ad esercitarsi nel territorio sardo.

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