Il pane è tassato al 4%, il latte l'8,4%. Il gioco d'azzardo lo 0,6%.
http://coscienzeinrete.net/politica/item/1830-il-pane-%C3%A8-tassato-al-4-,-il-latte-l-8,4-il-gioco-d-azzardo-lo-0,6
Nei primi otto mesi del 2012, s
econdo lo studio di Matteo Iori del
«Coordinamento nazionale gruppi
per giocatori d’azzardo»,
in Italia sono stati giocati
56,9 miliardi di euro,
con un aumento del 17,7%
rispetto a quanto
successo nel 2011.
Numeri che permettono di ipotizzare
che il volume di
affari legale,
alla fine dell’anno, si aggirerà fra gli 88
e i 94 miliardi di euro contro gli 80 del 2011. Un aumento a cui
non corrisponde il segno più per quanto riguarda invece l’incasso
per l’Erario: nel primo semestre dell’anno in corso, infatti, l’Italia
ha incassato 4,1 miliardi dal gioco d’azzardo con una diminuzione
del 9,9% rispetto allo stesso periodo del 2011.
(Fonte: http://www.unita.it/italia/gioco-d-azzardo-paradossi-
italiani-br-gli-affari-crescono-ma-non-per-lo-stato-1.471566)
"Da una parte si grida allo scandalo e si parla a voce forte di lotta al gioco d'azzardo, dall'altro si votano in sordina emendamenti dell'ultimo minuto che in realtà lo favoriscono. Guardando meglio, poi, si osserva qualcosa di ancora più curioso: il gioco online, se paragonato ad altro, è praticamente esentasse. Se prendiamo ad esempio due beni di prima necessità come il pane e il latte, scopriamo poi che la differenza è addirittura abissale: il pane infatti è tassato al 4%, mentre il latte al 8,4%.
Il gioco d'azzardo online? 0,6%. Ovviamente, in Italia.
A far notare questa piccola differenza è Simone Feder,
psicologo e coordinatore dell'Area Giovani e Dipendenze
della Casa del Giovane di Pavia. Assurdo, se si pensa che
poi vengono spesi soldi pubblici, raccolti proprio attraverso
le tasse, per realizzare pubblicità contro quella che è una
vera e propria malattia in grado di rovinare intere famiglie.
Ma si sia, l'Italia è la culla dei paradossi,
per mantenere alta la reputazione è diventata,
per l'appunto, uno dei Paesi che più favorisce la diffusione
della dipendenza da gioco d'azzardo.
psicologo e coordinatore dell'Area Giovani e Dipendenze
della Casa del Giovane di Pavia. Assurdo, se si pensa che
poi vengono spesi soldi pubblici, raccolti proprio attraverso
le tasse, per realizzare pubblicità contro quella che è una
vera e propria malattia in grado di rovinare intere famiglie.
Ma si sia, l'Italia è la culla dei paradossi,
per mantenere alta la reputazione è diventata,
per l'appunto, uno dei Paesi che più favorisce la diffusione
della dipendenza da gioco d'azzardo.
"Ora stiamo geolocalizzando tutte le macchinette di Pavia"
spiega Feder, il quale è uno dei massimi promotori del
"Movimento No Slot" che ha dato vita a una campagna
di sensibilizzazione direttamente nei bar, "la battaglia
deve esser vinta sul piano culturale. I gestori dei bar
possono mettere sulla loro vetrina un adesivo che indica
che nel loro esercizio commerciale
non ci sonoSlot o Video Lottery.
Bisogna scegliere di andare a bere il caffè in questi locali".
spiega Feder, il quale è uno dei massimi promotori del
"Movimento No Slot" che ha dato vita a una campagna
di sensibilizzazione direttamente nei bar, "la battaglia
deve esser vinta sul piano culturale. I gestori dei bar
possono mettere sulla loro vetrina un adesivo che indica
che nel loro esercizio commerciale
non ci sonoSlot o Video Lottery.
Bisogna scegliere di andare a bere il caffè in questi locali".
Strano ma vero, per combattere il gioco d'azzardo tocca
ai semplici consumatori intervenire, boicottando dal basso
una pratica che sembra sempre più favorita dal
legislatore nostrano per motivazioni che, apparentemente,
trascendono una logica sociale."
(Fonte:http://siamolagente.altervista.org/succede-solo-italia-pane-e-latte-tassati-10-
volte-piu-del-gioco-dazzardo-ma-sapete-le-lobby-del-pane-e-del-latte-non-sono-abbastanza-
ricche-per-ricompensare-adeguatamente-nostri-pol/)
ai semplici consumatori intervenire, boicottando dal basso
una pratica che sembra sempre più favorita dal
legislatore nostrano per motivazioni che, apparentemente,
trascendono una logica sociale."
(Fonte:http://siamolagente.altervista.org/succede-solo-italia-pane-e-latte-tassati-10-
volte-piu-del-gioco-dazzardo-ma-sapete-le-lobby-del-pane-e-del-latte-non-sono-abbastanza-
ricche-per-ricompensare-adeguatamente-nostri-pol/)
Anatomia di un paradosso: l’Italia, nel 2012,
sarà il secondo Paese al mondo per
diffusione del gioco d’azzardo,
con un volume d’affari che si assesterà fra
gli 88 e i 94 miliardi
di euro contro gli 80 del 2011.
Eppure l’Erario incasserà circa il 10%
in meno da giochi
e dalle lotterie rispetto all’anno precedente.
Impossibile? Assolutamente no,
stando almeno ai risultati del dossier
sarà il secondo Paese al mondo per
diffusione del gioco d’azzardo,
con un volume d’affari che si assesterà fra
gli 88 e i 94 miliardi
di euro contro gli 80 del 2011.
Eppure l’Erario incasserà circa il 10%
in meno da giochi
e dalle lotterie rispetto all’anno precedente.
Impossibile? Assolutamente no,
stando almeno ai risultati del dossier
«Azzardopoli 2.0» redatto da Libera e
ai risultati della
campagna nazionale “Mettiamoci in gioco”
contro i rischi
del gioco d’azzardo condotta da un
cartello di associazioni
fra le quali
Acli, Anci, Arci, Cgil, Cnca, Uisp e Gruppo Abele.
ai risultati della
campagna nazionale “Mettiamoci in gioco”
contro i rischi
del gioco d’azzardo condotta da un
cartello di associazioni
fra le quali
Acli, Anci, Arci, Cgil, Cnca, Uisp e Gruppo Abele.
Numeri che certificano come,
nonostante l’aumento esponenziale
nonostante l’aumento esponenziale
del volume d’affari della «terza impresa italiana»,
il gioco d’azzardo sia un affare colossale per le
concessionarie private e per le mafie ma rappresenti
un investimento in perdita per le casse statali.
Che dal gioco d’azzardo, incredibilmente, incassano
sempre meno in termini di tasse mentre sono costrette
a spese sempre maggiori per far fronte ai costi sociali,
in costante aumento,
legati alle ludopatie e all’invasività delle mafie.
legati alle ludopatie e all’invasività delle mafie.
UNO SGUARDO AI DATI
Per cui, se la tendenza sarà confermata, alla fine dell’anno
l’Erario incasserà dal settore del gioco d’azzardo una cifra
inferiore agli 8 miliardi, numeri simili a quelli dell’anno 2008
quando però il volume d’affari complessivo
era di circa la metà dell’attuale.
E se le entrate per lo Stato nel 2004
rappresentavano il 29,4% del totale del fatturato,
nel 2012 questo rapporto si assesterà ad un incredibile 8,4.
«Che significa - spiegano i curatori del rapporto -
una cifra più o meno simile di entrate
fiscali mentre il fatturato
è cresciuto di quasi il 400%».
l’Erario incasserà dal settore del gioco d’azzardo una cifra
inferiore agli 8 miliardi, numeri simili a quelli dell’anno 2008
quando però il volume d’affari complessivo
era di circa la metà dell’attuale.
E se le entrate per lo Stato nel 2004
rappresentavano il 29,4% del totale del fatturato,
nel 2012 questo rapporto si assesterà ad un incredibile 8,4.
«Che significa - spiegano i curatori del rapporto -
una cifra più o meno simile di entrate
fiscali mentre il fatturato
è cresciuto di quasi il 400%».
Questo perché, secondo Iori,
«i giochi introdotti negli ultimi anni
hanno una tassazione inferiore
rispetto ai precedenti,
a vantaggio del pay out per i
giocatori e dell’industria del gioco».
Se infatti dei proventi del Superenalotto
l’Erario incassa il 44,7%,
dai ben più«moderni» Poker Cash e casinò on line
lo stato italiano incassa in tasse soltanto lo 0,6%.
«i giochi introdotti negli ultimi anni
hanno una tassazione inferiore
rispetto ai precedenti,
a vantaggio del pay out per i
giocatori e dell’industria del gioco».
Se infatti dei proventi del Superenalotto
l’Erario incassa il 44,7%,
dai ben più«moderni» Poker Cash e casinò on line
lo stato italiano incassa in tasse soltanto lo 0,6%.
UN PAESE DI GIOCATORI
Nel 2011 l'Italia è stato il primo Paese europeo,
il terzo al mondo,
per volume d'affari del gioco d'azzardo.
Con 18,4 miliardi di euro, infatti,
il nostro paese ha rappresentato oltre il 15% del
mercato europeo del gioco
e più del 4,4% del mercato mondiale a fronte dell'1%
della popolazione del globo.
Un record non invidiabile che, secondo le stime,
è destinato ancora a migliorare nel 2012 quando
il nostro paese salirà al secondo posto
nella classifica del pianeta.
il terzo al mondo,
per volume d'affari del gioco d'azzardo.
Con 18,4 miliardi di euro, infatti,
il nostro paese ha rappresentato oltre il 15% del
mercato europeo del gioco
e più del 4,4% del mercato mondiale a fronte dell'1%
della popolazione del globo.
Un record non invidiabile che, secondo le stime,
è destinato ancora a migliorare nel 2012 quando
il nostro paese salirà al secondo posto
nella classifica del pianeta.
Segno che il gioco d’azzardo non conosce crisi e
che gli italiani
continuano a spendere per giochi e
lotterie nonostante si siano
ormai abituati a fare economia sulle spese alimentari
(secondo l’Istat nel 2010 il 65,3% dei nuclei
familiari ha comprato meno cibo)
e siano crollati i risparmi delle famiglie
(12%, il minimo dal 1995).
La spesa pro capite degli italiani per il gioco d’azzardo,
infatti, ha toccato quota 1703 euro
(1.450 se si considerano anche i neonati)
con picchi da 2.110 euro in Abruzzo e 2.078 nel Lazio.
Impressionante anche il dato delle persone che
hanno problemi di dipendenza
che si assesta, secondo le stime, fra i 500 e gli 800mila.
Numeri che costringono
l’Italia a spendere una cifra compresa
fra i 5,5 e i 6,6 miliardi di euro annui
per far fronte ai costi sociali e sanitari
che il gioco d’azzardo patologico
comporta per la collettività.
che gli italiani
continuano a spendere per giochi e
lotterie nonostante si siano
ormai abituati a fare economia sulle spese alimentari
(secondo l’Istat nel 2010 il 65,3% dei nuclei
familiari ha comprato meno cibo)
e siano crollati i risparmi delle famiglie
(12%, il minimo dal 1995).
La spesa pro capite degli italiani per il gioco d’azzardo,
infatti, ha toccato quota 1703 euro
(1.450 se si considerano anche i neonati)
con picchi da 2.110 euro in Abruzzo e 2.078 nel Lazio.
Impressionante anche il dato delle persone che
hanno problemi di dipendenza
che si assesta, secondo le stime, fra i 500 e gli 800mila.
Numeri che costringono
l’Italia a spendere una cifra compresa
fra i 5,5 e i 6,6 miliardi di euro annui
per far fronte ai costi sociali e sanitari
che il gioco d’azzardo patologico
comporta per la collettività.
LE MAFIE INGRASSANO
A questi, poi, vanno aggiunti i costi
difficilmente quantificabili
legati alle infilatrazioni mafiose e alla crescita
del fenomeno dell'usura.
Perché quello dei giochi è un settore di
punta nel business delle mafie:
un volume d'affari che,
secondo Libera, si aggira attorno ai 15 miliardi annui.
Questo spiega perché, su tutto il territorio nazionale,
sono stati censiti ben 49 i clan coinvolti
nel controllo dei giochi illegali e non.
Nomi che coinvolgono il gotha mafioso come i
Casalesi, i Bidognetti, i Mallardo, i Santapaola,
i Condello, i Mancuso, i Lo Piccolo e gli Schiavone.
difficilmente quantificabili
legati alle infilatrazioni mafiose e alla crescita
del fenomeno dell'usura.
Perché quello dei giochi è un settore di
punta nel business delle mafie:
un volume d'affari che,
secondo Libera, si aggira attorno ai 15 miliardi annui.
Questo spiega perché, su tutto il territorio nazionale,
sono stati censiti ben 49 i clan coinvolti
nel controllo dei giochi illegali e non.
Nomi che coinvolgono il gotha mafioso come i
Casalesi, i Bidognetti, i Mallardo, i Santapaola,
i Condello, i Mancuso, i Lo Piccolo e gli Schiavone.
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