Made in Italy addio: gli stranieri comprano i nostri marchi
http://www.laveracronaca.com/archivio/1276-made-in-italy-addio-gli-stranieri-comprano-i-nostri-marchi
C’era una volta il made in Italy, eccellenze italiane che rappresentavano il nostro vanto agli occhi del mondo; marchi storici perlopiù nei settori artigianale, agroalimentare ed industriale e che adsso hanno ammainato la bandiera tricolore. Negli ultimi 4 anni, ovvero dall’inizio della crisi economica, moltissimi marchi nostrani che avevano fatto la storia del paese sono passati nelle mani di gruppi imprenditoriali stranieri; si tratta nella maggior parte dei casi di marchi del settore agroalimentare, ma non solo quelli. Procediamo con ordine.
A lanciare l’allarme è uno studio della Coldiretti, principale Organizzazione degli imprenditori agricoli a livello nazionale ed europeo e per questo concentrato più sui marchi dell’agroalimentare, secondo il quale negli ultimi 4 anni sono passati in mani straniere diversi marchi storici rappresentativi del nostro made in Italy per un totale di 10 miliardi di euro di fatturato. Si parla di brand storici un tempo alfieri del tricolore; come la Parmalat ad esempio, che dopo il crac del 2003 ed una lunga serie di vicissitudini societarie dal luglio del 2011 è controllata per oltre l’80% dalla francese Lactalis. Che, tra l’altro, controlla anche i marchi Galbani ed Invernizzi, altre eccellenze del made in Italy.
Stesso discorso per gli spumanti Gancia, espressione di una delle più importanti case viti-vinicole italiane fondata alla fine del 1800; dal 2011 la Gancia è passata sotto il controllo di Rustam Tariko, magnate russo che attualmente detiene oltre il 70% della azienda. Sempre dal 2011 gli storici salumi Fiorucci sono nelle mani di un gruppo spagnolo, mentre la Nestlè, multinazionale svizzera, possiede ormai da diversi anni marchi storici del made in Italy quali Buitoni, Perugina e San Pellegrino.
Anche i noti pomodori pelati della Star da tempo non parlano più italiano e sono finiti per il 75% sotto il controllo del gruppo spagnolo Agroalimen di Barcellona, mentre recentemente ad oriente è sbarcata la produzione di vino Chianti nel cuore della Docg del Gallo Nero, divenuta di proprietà di un gruppo imprenditoriale cinese.
A lanciare l’allarme è uno studio della Coldiretti, principale Organizzazione degli imprenditori agricoli a livello nazionale ed europeo e per questo concentrato più sui marchi dell’agroalimentare, secondo il quale negli ultimi 4 anni sono passati in mani straniere diversi marchi storici rappresentativi del nostro made in Italy per un totale di 10 miliardi di euro di fatturato. Si parla di brand storici un tempo alfieri del tricolore; come la Parmalat ad esempio, che dopo il crac del 2003 ed una lunga serie di vicissitudini societarie dal luglio del 2011 è controllata per oltre l’80% dalla francese Lactalis. Che, tra l’altro, controlla anche i marchi Galbani ed Invernizzi, altre eccellenze del made in Italy.
Stesso discorso per gli spumanti Gancia, espressione di una delle più importanti case viti-vinicole italiane fondata alla fine del 1800; dal 2011 la Gancia è passata sotto il controllo di Rustam Tariko, magnate russo che attualmente detiene oltre il 70% della azienda. Sempre dal 2011 gli storici salumi Fiorucci sono nelle mani di un gruppo spagnolo, mentre la Nestlè, multinazionale svizzera, possiede ormai da diversi anni marchi storici del made in Italy quali Buitoni, Perugina e San Pellegrino.
Anche i noti pomodori pelati della Star da tempo non parlano più italiano e sono finiti per il 75% sotto il controllo del gruppo spagnolo Agroalimen di Barcellona, mentre recentemente ad oriente è sbarcata la produzione di vino Chianti nel cuore della Docg del Gallo Nero, divenuta di proprietà di un gruppo imprenditoriale cinese.
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