Natale e la top ten dei regali inutili
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"Sua maestà Consumo il Bello ha inventato di recente una serie di oggetti, sempre di gran lusso, che hanno il grandissimo pregio di non servire praticamente a nulla"
In questi giorni le città sono stracolme di persone che fanno a gomitate per accaparrarsi pacchi e pacchetti da posizionare sotto l'albero di Natale. Molti di questi regali diventeranno spazzatura nel giro di pochissimo tempo. Valerio Pignatta ha pensato a una lista di inutili doni, da cui tenersi alla larga.
di Valerio Pignatta
"Sua maestà Consumo il Bello ha inventato di recente una serie di oggetti, sempre di gran lusso, che hanno il grandissimo pregio di non servire praticamente a nulla"
Sino a qualche generazione fa, il Natale era davvero stupefacente, coinvolgente e conturbante. Per certi versi un razzolare nel profondo dell'uomo come nel bidone dell'immondizia. Roba da psicanalisti. Di breve durata certo, e con molti discutibili risvolti gerarchici, religiosi e sociologici di dubbio gusto. Tuttavia, qualcosa era. Forse un rimasuglio di panteistica adorazione della luce o forse un assieparsi degli umani nella speranza di un nuovo ciclo di messi e raccolti. Un qualcosa. Senza grandi esigenze. Se non la sopravvivenza e la serenità dello stare insieme nel periglio e nella sventura del freddo polare delle nostre latitudini. Che volete che sia.
Negli ultimi decenni però qualcosa è cambiato. Eh sì. Finalmente abbiamo un re che divulga un nuovo Verbo che tutti sono tenuti a rispettare. E le promesse di ricompensa stimolano un'ipersecrezione salivare degna di una vincita al superenalotto. Altro che Vangelo o Capitale!
Il nuovo Verbo fa parte di quelli della prima coniugazione in “are”, e cioè “acquistare”. È un verbo antico che ha varie accezioni molto interessanti: comprare, ottenere, procurarsi, assumere, conquistare, prendere, acquisire, acquistare, rilevare. E solo per nominarne alcune. Come si può vedere, sono tutti termini che esprimono un unico concetto molto noto presso una scuola filosofica di primo piano, la Scuola Materna, e cioè: tutto mio.
Ma non basta. Visto che ormai tutti hanno tutto e non riescono nemmeno a condividerlo (meglio gettarlo intero che fare a metà con qualcuno), sua maestà Consumo il Bello ha inventato di recente una serie di oggetti, sempre di gran lusso, che hanno il grandissimo pregio di non servire praticamente a nulla (così non impegnano la mente più di tanto) e di diventare spazzatura nel giro di pochissimo tempo aiutando i proprietari di discariche e quelli di inceneritori ad arricchire smisuratamente così che anch'essi possano acquistare altri oggetti di infinito valore (per un'analisi psicopatologica) e perpetuare così il circolo virtuoso dell'esborso.
Ma facciamo alcuni esempi di questi oggetti di incalcolabile importanza per le nostre società odierne e riflettiamo a lungo sulla strategia di sua maestà. È istruttivo.
Nel redigere l'elenco che segue abbiamo avuto qualche titubanza perché qualcuno potrebbe pensare che è tutto inventato. E invece no. Non ci sta crescendo il naso. È proprio tutto vero. Sono oggetti che si producono, si spediscono sui tir, si espongono nelle vetrine, si acquistano con grande motivazione, si portano a casa impacchettati e si gettano in pattumiera. Milioni di tonnellate di materiali sprecati nel segno del delirio di sua maestà verso cui tutti siamo ossequiosi.
Allora, ecco le top ten:
-ciocco-pinza spezza cioccolato in quadretti perfetti (probabilmente per matematici maniaci incurabili con le correnti psicoterapie);
-sparabiscotti (per questo davvero per quanto ci siamo sforzati non siamo riusciti a coglierne una qualsivoglia motivazione d'esistenza);
-mutande riscaldate (qui lasceremmo scorrazzare la fantasia del lettore...);
-sbuccia ananas (la domanda che ci ha assalito è: ma quante ananas all'anno mangeranno certi individui?);
-taglia pelucchi che sporgono dal maglione (altro strumento di fondamentale importanza specie per capiufficio monomaniaci);
-taglia pelucchi di animale domestico (la specializzazione della specializzazione - c'è pelucco e pelucco - così come prevede il corso di laurea di Idiozia consumistica);
-tazze che suonano una melodia natalizia quando le alzi (se riempite di forti lassativi si ottiene l'effetto massimo);
-scaletta in plastica per cagnolino obeso che vuole salire sul divano (i cinesi hanno risolto da tempo questo problema in altro modo, con tutto il rispetto per cinesi e cani, ma certe idee davvero ti scappano di fronte a certi sfregi alla povertà);
-sciarpa con le tasche (forse per polipi);
-dvd con ripresa di fuoco crepitante (per sentire il calore infilare il dito nella presa della corrente);
-forbici laser a batteria per tagliare con precisione (siamo in attesa di coltelli telecomandati a distanza per pizzerie al taglio);
Orsù dunque, svegliamoci bambini, scrolliamoci di dosso questo incantesimo e smettiamola di fare i belli addormentati. Non ci sono principi azzurri o di altri colori (ogni riferimento politico è esplicitamente accidentale) che verranno a risvegliarci. Per la corte dei miracoli di Consumo il Bello è importante che noi si continui a dormire. O meglio, possiamo al limite procedere sonnambuli verso le sue Iper-chiese e versare il nostro obolo al mantenimento del suo regno dei balocchi.
Svegliamoci che è già tardi e ci sono un sacco di cosa da fare se vogliamo arrivare a domani. Non è così scontato che la primavera rispunti ancora e che le messi tornino a ondeggiare nei campi. Ora non lo è più.
Articolo tratto da Terranauta
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