Scade il brevetto? Lo psicofarmaco si ricicla sui bambini (Fazio conferma) Il ministro risponde alle denunce: sperimentano l'inutile Guanfacina per migliorare l'attenzione dei piccoli. E il caso finisce al Parlamento Ue ROMA
Ferrara - Scade il brevetto? Lo psicofarmaco si ricicla sui bambini (Fazio conferma)
Il ministro risponde alle denunce: sperimentano l'inutile Guanfacina per migliorare l'attenzione dei piccoli. E il caso finisce al Parlamento Ue
ROMA - Risposta a tempo di record quella del ministro per la Salute, Ferruccio Fazio, che nel question time alla Camera ha confermato l'esistenza, allo 'Stella Maris' di Pisa, di una sperimentazione, in corso su bambini, con la somministrazione di una molecola psicoattiva per migliorarne le capacita' d'attenzione. Il ministro ha risposto a una interrogazione di Paola Binetti (Udc).
"Si tratta di un vecchia molecola anti-ipertensiva che si sta cercando di riciclare come psicofarmaco pediatrico, cosa assai discutibile, dal momento che neppure se ne conoscono i meccanismi d'azione sul cervello dei bimbi", commenta Emilia Costa, psichiatra e gia' prima cattedra di psichiatria alla Sapienza di Roma e primario di psicofarmacologia all'Umberto I.
"La nostra denuncia- afferma Luca Poma, giornalista e portavoce di 'Giu' le Mani dai Bambini', il piu' rappresentativo Comitato italiano per la farmacovigilanza pediatrica (www.giulemanidaibambini.org)- era circostanziata e corretta: c'e' una strategia in corso per medicalizzare i comportamenti di sempre piu' ampie fasce di bambini italiani. La 'Guanfacina di Shire' e' una molecola apolide, che non rendeva piu': cosa c'e' di meglio che inventare da zero una nuova applicazione terapeutica per guadagnare altri soldi a spese della salute dei piu' piccoli? Neanche si conoscono le modalita' di azione di questo psicofarmaco e gia' lo si vuole autorizzare per l'uso sui nostri bambini".
Paola Binetti prende atto della risposta del ministro Fazio, commentando: "I fondi che il ministro ha promesso nella sua riposta per incrementare la vigilanza anti-abuso e iscrivere sul registro di controllo anche le somministrazioni di anti-depressivi ai bimbi, che vengono somministrati in misura 15 volte maggiore degli psicofarmaci per l'iperattivita', sono un'ottima cosa, peccato che in questa Finanziaria non ve ne sia traccia, speriamo non sia l'ennesima azione di propaganda. E per la 'pubblicita'' fatta dalla casa farmaceutica, della quale il ministro chiede notizie, vorrei segnalare che nel XXI secolo le campagne di marketing non si muovono solo sulle gambe dell'advertising diretto ai pazienti, bensi' sulla base di articolate campagne di relazioni pubbliche, proprio come quella a cui stiamo assistendo: si crea artificialmente il bisogno di un farmaco mediante congressi scientifici che chiedono piu' diagnosi di iperattivita', e articoli sui giornali firmati da specialisti che indicano la strada, poi compare la soluzione, guarda caso uno psicofarmaco. Ma la scienza - lo dico da neuropsichiatria infantile, prima che da Parlamentare - ha molto da dire prima di dover somministrare uno psicofarmaco a un bambino di 6 anni".
Nel frattempo, il dossier e' arrivato nell'aula del Parlamento europeo, dove Cristiana Muscardini ha presentato un'interrogazione alla Commissione Ue. La parlamentare dichiara che "la Guanfacina e' un vecchio brevetto da tempo in cerca di una malattia a cui essere associato. In genere succede il contrario, di fronte ad una malattia si fa della ricerca per trovare antidoti e terapie. Che un'agenzia di relazioni pubbliche si presti a simili tentativi e' un problema di etica professionale che non vogliamo affrontare, ma che una casa farmaceutica operi cercando ipotetici clienti per una molecola esistente e non piu' usata per il primitivo scopo, ci sembra un'operazione assai disinvolta, che rovescia la scala di valori alla quale ci si dovrebbe attenere quando si tratta di salute: prima i bambini e poi il business".
Luca Poma (Giu' le mani dai bambini) ringrazia i parlamentari per l'attenzione dimostrata in quest'importante azione di denuncia e vigilanza, e torna anche sulla polemica salita agli onori delle cronache la scorsa settimana sulle campagne di pubbliche relazioni in corso per agevolare Shire nell'introduzione di questo psicofarmaco nel nostro Paese. "Come ha ben ricordato Toni Muzi Falconi- sottolinea Poma-, la vicenda ha destato non poche perplessita' per com'e' stata gestita. Non abbiamo emesso una condanna senza appello per Ketchum, l'agenzia di relazioni pubbliche di Shire, ma di una cosa siamo certi: mentre a Milano negavano di avere rapporti con divisioni farmaceutiche produttrici di psicofarmaci, a Roma organizzavano conferenze stampa in cui si auspicava l'aumento del numero di bambini iperattivi in terapia farmacologica. Possiamo pensare ad una sfortunata serie di 'combinazioni'- chiude il coordinatore di Giu' le mani dai bambini-, ma allora facciamo appello ad Andrea Cornelli, il loro amministratore delegato, un professionista di indubbia caratura: che si dissoci dalle aziende farmaceutiche quando fanno business miliardari a spese della salute dei bambini".
11 luglio 2011
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte «Agenzia Dire» e l'indirizzo «www.dire.it»
Commenti
Posta un commento