Tav, cronache di resistenza: una notte surreale ma senza cantieri

Ha avuto luogo la scorsa notte il tentativo fallimentare di dare il via al cantiere propedeutico alla costruzione della Torino–Lione. Il tentativo è fallito di fronte alla reazione dei manifestanti che ormai da anni si battono contro il progetto del TAV in Val di Susa.

di Marco Cedolin

nave libra
Ha avuto luogo la scorsa notte il tentativo fallimentare di dare il via al cantiere propedeutico alla costruzione della Torino–Lione
Il primo assalto all'arma bianca contro la Val di Susa, per tentare di dare il via al cantiere propedeutico alla costruzione della Torino–Lione, si è svolto ed è fallito in una tiepida notte di tarda primavera, dove fra boschi, sentieri punteggiati dalle torce elettriche e vie di accesso sbarrate da robuste barricate, si respirava un'atmosfera surreale, carica di ellettricità, ma fresca come l'aria pulita che profuma di orgoglio e libertà.
La 'politica' e le forze dell'ordine alle sue dipendenze, di orgoglio ne hanno invece dimostrato molto meno, compensando comunque con la fantasia. Facendo si che l'assalto sia iniziato con una proposta di 'mediazione' intrisa di bonomia che ha contribuito a rendere i toni della serata ancora più surreali.
Lasciateci installare un finto cantiere simbolico, buono solo per la stampa e per non perdere i finanziamenti europei, e non useremo la forza con nessuno, sono stati, riassumendo in breve i toni della proposta succitata, partita in via ufficiale e destinata ad interlocutori ufficiosi che l'hanno respinta al mittente con il sorriso sulle labbra...
Fallita la mediazione 'all'italiana' gli automezzi delle ditte deputate ad installare il cantiere (quello finto o quello vero fate voi) e lautamente foraggiate con il denaro pubblico, vero, senza ombra di dubbio, hanno tentato una sortita in verità non molto convinta, scortati da una ventina di blindati di polizia e carabinieri.
La sortita è consistita nel tentativo, solo abbozzato, di tagliare il guard rail ed i pannelli antirumore dell'autostrada, per liberare una via d'accesso (l'unica possibile) ai mezzi. Tentativo abortito quasi subito, di fronte alla pronta reazione di qualche centinaio di manifestanti che hanno dato ad intendere come non si trattasse di una buona idea.
Vista la situazione, forze dell'ordine e ditte appaltatrici hanno fatto inversione con i propri mezzi, sull'autostrada già chiusa da ore, e se ne sono andati alla chetichella.
L'ultimo contributo alla serata surreale lo hanno dato i giornalisti (fior fiore di giornalisti di Repubblica e della Stampa cosa credete?) parte dei quali 'embedded' fra le fila dei manifestanti che dopo la notte insonne, in tutta evidenza hanno faticato assai a distinguere fra la verità ed i fumi visionari della fantasia, al momento di scrivere i propri articoli per il padrone.
La leggenda ha così raccontato lanci di pietre contro le auto in transito su un'autostrada chiusa da parecchie ore, manifestanti che protestavano contro lavori propedeutici all'installazione di un cantiere (probabilmente quello falso) che non sono mai avvenuti ed altre amenità sui generis che per rispetto all'orgoglio di cui sopra è meglio non descrivere.
Non resta che domandarci cosa riserverà la prossima serata, il venticello orgoglioso di libertà è sempre più teso e nel campo del surreale ogni previsione è buona quanto l'altra. L'unica certezza, al momento è che non esistono cantieri, né veri, né falsi e neppure nessuno che stia facendo lavori propedeutici ad essi, per il resto si vedrà.
Dal blog di Marco Cedolin

 

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