DEGRADO A ROMA

Inchiesta de L’Espresso, n.52 del 29 dicembre 2009

Degrado Roma
Il quadro del governo Alemanno a Roma: una capitale allo sfascio.

di Fittipaldi Emanuele

Il cartello messo da qualche fan del comune annuncia urbi et orbi: 'Dal 19 febbraio potati 5.500 alberi!'. Tra cui, si sottolinea, '416 lecci'. Sotto la pubblicità un secondo cartello, appiccicato dai fascisti di Casa Pound. Lapidario. 'E 'sti cazzi! I cittadini di via Mastrigni vivono ancora sopra una discarica abusiva!'. Ecco qua. La diatriba un po' scurrile tra destra al potere e contestatori che più neri non si può, sintetizza alla perfezione lo scontento che serpeggia tra le strade e i vicoli della città eterna. Traffico, smog, spazzatura, trasporti e buchi nelle strade, "la Capitale più che a Milano sembra avvicinarsi sempre più a Napoli". Lo si sente dire sempre più spesso tra gli stranieri in visita al Colosseo, dai settentrionali costretti a scendere per lavoro sotto il Po e pure dai romani 'de' Roma', cittadini della capitale più degradata dell'Europa occidentale. Una vox populi che monta, passa di bocca in bocca, diventa quasi un luogo comune, praticamente certezza quando si parla di sporcizia, mobilità da manicomio e sicurezza urbana.

Non sono solo chiacchiere, ma insofferenze che trovano conforto nell'esperienza quotidiana dei forzati dell'Urbe e, soprattutto, negli indicatori formulati da studi di ricerca e istituti specializzati super partes. Al di là delle classifiche di fine anno sulla qualità della vita (in quella del 'Sole 24-Ore' Roma migliora di quattro posizioni, 'Italia Oggi' parla invece di "allarme" e la fa sprofonda dal 29esimo all'83esimo posto) i dati disegnano una città che sembra aver messo la retromarcia. O che, quando va bene, resta inchiodata sul posto.

Partiamo dal settore 'igiene e decoro'. L'Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali del Comune qualche settimana fa ha snocciolato le tabelle del rapporto annuale, dicendo, fuor di metafora, che le strade sono sporche da far schifo. L'aveva anticipato Silvio Berlusconi lo scorso maggio: "Roma sembra una città africana". Lo ripetono a novembre i cittadini intervistati dall'Agenzia: il loro indice di soddisfazione si ferma a un misero 4,4 su 10. I marciapiedi sono un letamaio perfino in centro, i cassonetti debordanti, mentre la raccolta differenziata è immobile, ancora sotto il 20 per cento. È una delle percentuali più basse registrate in Italia, nonostante i romani paghino tariffe del 35 per cento più alte rispetto alla media delle grandi città.

Viva l'automobile

Venerdì 4 dicembre. Causa mal tempo, la presenza di due cortei e di un qualsiasi piano anti-traffico, Roma si è bloccata. Accartocciata su se stessa in un delirio di macchine, scooter e taxi paralizzati nel peggior ingorgo degli ultimi anni. 'Il giorno del giudizio', recitano i titoli dei giornali locali. Un delirio che si ripete in scala ridotta altre volte nelle settimane successive, a ogni stormir di sciopero dei mezzi pubblici o per colpa di qualche goccia di pioggia. I vigili, nonostante siano stati muniti di pistola, non possono domare il Mostro, e si dichiarano sconfitti. Anche sul versante della mobilità, la Roma di fine 2009 resta anni luce da Berlino, Parigi, Londra o Madrid. Il giudizio dei residenti sulla metro è migliorato, ma la rete - che resta ridicola in termini chilometrici - per l'Agenzia non assicura "l'efficacia effettiva rispetto alle esigenze dei cittadini".

In attesa che il governo metta in piedi l'utopica colletta da 12 miliardi di euro, cifra necessaria secondo i tecnici del ministero dei Trasporti a liberare per sempre la Capitale dal traffico, quasi tutti sono costretti a ficcarsi sull'autobus e l'auto. Tram e affini (che pesano sul 70 per cento del trasporto pubblico) godono però "di scarso apprezzamento". Troppo pochi e affollati, troppo lunghi i tempi di percorrenza, troppo rare le corsie a loro riservate. Spesso congestionate di Suv e utilitarie, che complice l'apertura spesso indiscriminata dei varchi Ztl, sono le vere dominatrici dell'asfalto romano. Asfalto pieno di buche, come tradizione: archiviato mesi fa il maxi-appalto dell'imprenditore Romeo, non sono stati ancora assegnati gli otto lotti per i lavori di manutenzione ordinaria del manto stradale. Si viaggia a vista, sull'emergenza.

Risultato del combinato disposto: il pandemonio totale. E lo smog finito sopra ogni livello di guardia: secondo uno studio dell'Asl di fine 2008 mai pubblicizzato, i decessi da inquinamento 'evitabili' sarebbero migliaia. Ogni anno. Le polveri sono colpevoli di "una quota piccola ma rilevante di mortalità", e uccidono soprattutto anziani, donne e cardiopatici. L'analisi degli scienziati si conclude mestamente: "A Roma l'inquinamento ambientale costituisce un problema di sanità pubblica ancora molto rilevante". Alternative all'orizzonte non se ne vedono: secondo l'Agenzia l'urbe è "fanalino di coda nello sviluppo del car sharing", i parcheggi di scambio sono ai minimi. Anche la nuova organizzazione tariffaria delle strisce blu è disastrosa: se nel 2009 i furbi che non pagano la sosta sono rimasti stabili (circa il 12 per cento), sulle nuove strisce bianche a disco orario sono saliti al 22 per cento.

Trionfo dell'insicurezza Anche sul tema caldissimo della sicurezza non sono rose e fiori. I campi rom non sono stati ancora trasferiti fuori dal Grande Raccordo (il piano era della giunta Veltroni, Alemanno aveva promesso in campagna elettorale di rimpatriarli tutti) e i recenti episodi di violenza non hanno aiutato a rasserenare il clima. Gli effetti dell'ordinanza antiprostitute sono durati poco: le lucciole sono tornate presto sulla Salaria, sulla Colombo e sulla Tiburtina; gli eventi di via Gradoli e di Marrazzo hanno svelato la penosa situazione 'indoor' del fenomeno. Gli ultimi indicatori sono quelli dei carabinieri: nel 2009 segnalano per la provincia un calo del 12 per cento dei reati rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Molti hanno gridato al miracolo, ma secondo il sociologo Marzio Barbagli, "per capire davvero il trend, è necessario sempre e comunque analizzare serie storiche più lunghe". Miglioramenti e peggioramenti possono essere repentini e contingenti: il 2003, per esempio, è di gran lunga il periodo migliore dell'ultimo lustro, e per molti delitti il 2008 è stato peggiore del 2007.

Di certo, quest'anno è enormemente cresciuto il senso d'insicurezza dei cittadini: secondo il Rapporto Eures-Upi pubblicato a novembre, la metà esatta dei romani si sente meno protetta rispetto a 12 mesi fa. Solo un misero 4,1 per cento dichiara di sentirsi 'più sicuro'. Colpa, probabilmente, delle gesta omofobe di Svastichella e dei suoi epigoni, delle tragiche vicende degli stupri su minorenni e delle risse che caratterizzano le notti romane. Niente di strano, visto che le 'ronde' non si sono messe in moto, le periferie restano in stato di abbandono, la polizia non ha mezzi per presidiare a dovere il territorio. Intanto la criminalità organizzata si sta insediando dappertutto, da via Veneto ai ristoranti di Fiumicino: un analisi riservata della Direzione centrale della polizia criminale descrive le infiltrazione di Cosa Nostra, in particolare la famiglia Stassi e la 'ndrina calabrese dei Parrello, mentre la camorra resta campione del "traffico di droga, dell'usura, del riciclaggio, del gioco d'azzardo".
Il futuro è nero In tempo di crisi, l'angoscia principale, dice l'Eures, resta il lavoro. Le parole d'ordine sono 'sviluppo' e 'occupazione', che dovrebbero essere priorità assoluta dell'azione politica. Dal 2005 al 2008 Roma ha tenuto meglio di altre, perché strutturata da sempre sul pubblico impiego e il lavoro dipendente. Ma secondo Confindustria le prospettive per il futuro sono negative: il 5 dicembre gli economisti dell'associazione, valutando vari indicatori (dai posti di lavoro ai depositi bancari, dalla grande distribuzione alla 'consistenza' delle imprese, fino alle spese per spettacoli e alle esportazioni), hanno tolto la Capitale dalla top ten. Ora è 13 , lontana da Milano, Aosta e Bologna.

Anche il turismo, settore chiave dove lavorano decine di migliaia di romani, soffre da cani. I tourist angels, 16 ragazzi dotati di monopattini elettrici, maglietta rosa e logo Spqr spediti a Fiumicino e Termini a dare informazione agli stranieri, non hanno potuto da soli far molto. Nemmeno il promo-video firmato da Franco Zeffirelli, costato centinaia di migliaia di euro, ha cambiato il trend. Sarà la crisi economica e il dollaro debole, un Festival del cinema senza lustrini, l'Estate romana ridimensionata, la Notte bianca cancellata, fatto sta che il numero di presenze in albergo nel 2008 è crollato del 7 per cento, mentre nei primi sei mesi del 2009 (dati dell'ente bilaterale del turismo) le presenze totali sono scese di altri 5 punti.

Calma piatta pure a Natale, dove ci si aspetta circa 200 mila arrivi in meno rispetto al 2007, con un fatturato per gli hotel in picchiata, ha detto il presidente di Federalberghi Giuseppe Roscioli, "del 20-30 per cento". Se le botticelle anacronistiche (Michela Brambilla dixit), ristoranti e taxi piangono, il settore commerciale, a causa della recessione e di affitti alle stelle, non ride: più di un migliaio di negozi sono stati chiusi nel 2008, altrettanti abbasseranno le saracinesche nel 2009.

Tante promesse Alemanno è sindaco da quasi due anni. Un tempo in cui è riuscito a farsi un po' di nemici, e una schiera sterminata di delusi. Retromanno, Lupomanno, Alè-danno, re Tentenna, sono alcuni dei nomignoli con cui viene sbeffeggiato dai critici di ogni colore. "Un uomo solo al potere, circondato da una schiera di incompetenti. Un sindaco che più che a un secondo mandato lavora per diventare futuro leader del Pdl", sospettano nel Pd e congiurati del centro-destra, tendenza Forza Italia. Alemanno è accusato da più parti di governare non con atti concreti, ma con promesse e parole. Sfogliando le pagine del libro dei sogni, in effetti, c'è di tutto: un "accordo preliminare" con Bernie Ecclestone per portare la F1 all'Eur, la candidatura per le Olimpiadi del 2020, il centro città da pedonalizzare "entro 5 anni", il raddoppio dell'aeroporto di Fiumicino, il waterfront del litorale di Ostia, i parchi tematici, i campi da golf, la costruzione di case popolari, il polo turistico sulle campagne dell'agro-romano.

Annunci sfornati anche dai tanti componenti della celebre Commissione Marzano (per il restauro della sede di via Baccelli si prevedeva una spesa di 271 mila euro, più altri 30mila per gli arredi), ma mai diventati operativi. Alcune delle loro idee sono state rilanciate qualche giorno fa attraverso il Progetto Millennium, sorta di Stati generali che a maggio dovrebbero realizzare un nuovo piano strategico per la città.

Secondo le opposizioni si tratta di "fuffa pura", progetti destinati a rimanere sulla carta. Nel mondo reale, il gradimento sugli asili e l'assistenza agli anziani scende, i fondi della legge Roma Capitale non sono stati ancora ri-finanziati (gli ultimi denari li ha messi Prodi), i miliardi del Cipe per le opere pubbliche sono finiti quasi tutti al Nord. Le casse comunali piangono, e molte delle 20 società del Campidoglio sono in profondo rosso. Non solo per il 'buco' lasciato da Veltroni, ma anche per le performance mediocri delle municipalizzate, Acea su tutti. Senza l'Ici tolta dal governo, è poi mancata una fonte di gettito essenziale. Tanto che il bilancio per la prima volta da lustri non verrà approvato a Natale: si vocifera che sia in cantiere l'aumento della Tarsu, delle rette degli asili e del biglietto della metro.
Qualche euro è stato ovviamente speso, e i pochi appalti assegnati disegnano parte della nuova mappa del potere. I costruttori dell'Acer, attraverso Patrizio Furio Monaco, hanno per ora incassato la commessa da 140 milioni per la tramvia che collegherà l'Eur con Tor de' Cenci, mentre Franco Gaetano Caltagirone ha all'attivo gli accordi su Acea (oggi l'uomo forte nella ricca azienda elettrica è un suo fedelissimo, Marco Staderini). Un subappalto da circa 20 milioni per alcuni servizi dentro gli asili comunali è stato invece assegnato alla Team Service, co-proprietaria di Obiettivo Lavoro, la società collegata alla Compagnia delle Opere dentro cui è confluita anni fa la Lavoro Temporaneo, un tempo diretta dall'amico del sindaco Franco Panzironi, attuale amministratore di Ama. Emilio Innocenzi, ex presidente di Team Service, non ha però potuto festeggiare: è stato arrestato lo scorso giugno in un'inchiesta su tangenti e appalti nella sanità. Alemanno sembra voler emulare il governatore lombardo Formigoni: a un'altro consorzio vicino alla Cdo ha concesso qualche milione per il servizio di apertura, "anche forzosa", degli alloggi degli sfrattati. Si tratta di Labor, ovviamente partner anche lui di Obiettivo Lavoro.

Offresi poltrona Qualche mese fa il Comune aveva contestato 'L'espresso' perché aveva svelato come, in meno di un anno, sindaco e assessori avessero assunto 182 collaboratori esterni, per una spesa tra stipendi e oneri previdenziali di 18 milioni e mezzo. Ebbene, quei numeri erano esatti, presi pari pari dalle delibere di giunta. Non solo: Alemanno non ha smesso di assumere. Quasi un vizietto, un tic che ha contagiato anche gli amministratori messi dal primo cittadino a capo delle municipalizzate. Sommando contratti a termine e a tempo indeterminato, tra Comune, Ama, Trambus, Metro e altre società in house, in meno di due anni sono stati assunti ad personam circa 500 tra ex precari, professionisti ed esperti veri e presunti, amici, amici degli amici e famigli. Molti, ça va sans dire, con il cuore che batte a destra.

Ormai l'ufficio stampa del Campidoglio è composto da ben 64 unità, di cui 23 esterni. Una cosa mai vista prima. Segreteria e uffici di gabinetto costano come non mai. Con la scusa del risparmio i vecchi dipendenti lamentano di non poter fare più straordinari, ma di recente i magnifici 182 sono stati raggiunti da altri 25 fortunati. Il Gastone è Antonino Turicchi, nuovo 'direttore esecutivo' che pesa sul bilancio per 349 mila euro l'anno, figura che secondo Alemanno "avrà il compito di assicurare la coerenza, l'efficacia e l'economicità dell'attività di gestione". Un doppione, dicono invece i critici, del potente segretario generale Antonio Lucarelli e del (già pagatissimo) capo di gabinetto Sergio Gallo. Il 4 novembre sono stati assunti il professore appassionato di poesie Fabrizio Giulimondi (110 mila euro l'anno), Giovanni Formica, l'ex vicepresidente della Cdo di Roma Paolo Gramiccia (136 mila) e Marco Cochi (fratello del consigliere delegato allo Sport).



Non si bada a spese nemmeno all'Ama, la municipalizzata che raccoglie spazzatura, dove Panzironi ha assunto oltre 60 persone. Nonostante un rosso record che nel 2008 ha toccato i 256 milioni, un buco che ha costretto il comune ha regalare all'ente il Centro carni, mega complesso immobiliare ancora da costruire. Ebbene, all'Ama sono entrati gli amici di Alemanno come Luca Panariello, l'ex naziskin Stefano Andrini, il genero di Panzironi Armando Appetito (2.904 euro lorde al mese), Carmela Gallo (una sua omonima ha lavorato con il sindaco quando era ministro), Fabio Massimo Fumelli (licenziato dai veltroniani nel 2007 è stato riassunto con uno stipendio da 6.431 euro al mese), e decine di altri contratti a tempo indeterminato. In tutto, i nuovi stipendi viaggiano intorno al milione e mezzo l'anno. Stessa linea anche alla Me.tro spa, dove si segnalano tra le decine di assunzioni quella di un consigliere municipale di An (Giuseppe Sorrenti), di un ex candidato di Forza Italia alle comunali 2006 (Emanuele Pesciaroli) e di Giuliano Falcioni, ora autista dell'amministratore delegato, ieri taxista e sindacalista vicino all'Msi.

"Quando è troppo, è troppo" sostiene qualcuno, senza sapere che il medico personale e gran consigliere di Alemanno, Adolfo Panfili, è stato designato delegato alla Salute, mentre la di lui consorte Valeria Mangani è diventata vice-presidente della società AltaRoma. Le indiscrezioni parlano di consulenze al giornalista Enrico Cisnetto (chiamato dalla Fiera di Roma, per 'Italia Oggi' incasserebbe 280 mila euro) e all'intramontabile Maurizio Costanzo. L'anchor-man è consigliere personale per la 'comunicazione sociale', ma ha precisato che svolgerà la mansione a titolo gratuito. Speriamo: nelle casse del Campidoglio non c'è davvero più un euro.

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