Iucn: l’oil minaccia la natura, serve trattato anti-fossili
«Un momento storico nella lotta al cambiamento climatico e per la tutela della biodiversità».
Il Wwf commenta così la decisione del Congresso mondiale dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn), la più grande rete di enti di protezione della natura al mondo, che ha adottato la Mozione 042, «il testo multilaterale più forte mai approvato in materia di estrazione e fornitura di combustibili fossili».
Per la prima volta, spiega il Wwf, un importante organismo internazionale ha formalmente riconosciuto l’estrazione e la produzione di combustibili fossili come una minaccia per la natura.
Finora, prosegue l’organizzazione ambientalista, i combustibili fossili sono stati i grandi assenti dai principali accordi ambientali mondiali.
L’Accordo di Parigi si concentra sulle emissioni, non sull’estrazione.
La Convenzione sulla diversità biologica protegge le specie, ma non dall’espansione industriale che ne distrugge gli habitat.
Gli sforzi di conservazione si erano fino a oggi concentrati sui sintomi e avevano trascurato una delle cause principali.
La mozione, sostenuta dal governo di Vanuatu e co-sponsorizzata da una serie di organizzazioni non governative ambientaliste, tra cui il Wwf Internazionale, colma una lacuna critica nella governance.
Il testo invita i governi e le istituzioni internazionali ad affrontare gli impatti dei combustibili fossili alla fonte, non solo alle ciminiere.
Esorta a sviluppare un percorso di transizione dal carbone, dal petrolio e dal gas in modo equo e giusto, proteggendo al contempo i lavoratori e le comunità con una transizione equa.
Incoraggia inoltre la creazione di zone di esclusione dei combustibili fossili in aree ad alta biodiversità, come l’Artico, l’Amazzonia, le barriere coralline e gli ecosistemi marini protetti.
È importante sottolineare che la mozione 042 riconosce che attualmente non esiste un quadro globale coerente per gestire una riduzione equa e rapida dei combustibili fossili.
Invita gli Stati ad affrontare la lacuna nella governance internazionale dell’approvvigionamento di combustibili fossili attraverso una serie di strumenti e meccanismi giuridici, tra cui un potenziale Trattato di non proliferazione dei combustibili fossili.

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