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La crisi energetica generata dal conflitto tra Russia e Ucraina ha reso problematica la disponibilità di combustibili fossili, soprattutto gas: occorre far fronte all’emergenza. Il bonus edilizio è un’efficace risposta a Putin perché l’efficientamento energetico delle abitazioni riduce la nostra dipendenza da chi ci vende combustibili fossili.
La transizione ecologica verso le rinnovabili è un’ulteriore risposta che, una volta completata, ci renderà indipendenti da forniture esterne.
I sistemi di produzione e stoccaggio delle rinnovabili devono migliorare, e i fondi del Pnrr devono servire anche a questo.
Dieci anni fa le rinnovabili erano pannicelli caldi per “curare” la nostra fame di energia.
Oggi queste tecnologie sono molto avanzate e già una parte rilevante del fabbisogno energetico è soddisfatta da una varietà di sistemi di produzione basati su sole, vento, moto ondoso, flusso fluviale, maree, geotermia.
Nel frattempo, in attesa del completamento della transizione, continuiamo a dipendere dai fossili.
Il compromesso del gas in sostituzione di altri combustibili fossili più inquinanti motivò la mia posizione positiva sulla realizzazione del Tap (Trans Adriatic Pipeline) che avrebbe portato il gas dell’Azerbaigian nel nostro paese. Il Movimento 5 Stelle si oppose ma, una volta al governo, cambiò idea e permise la realizzazione del gasdotto, una soluzione tampone per l’emergenza attuale.
Non condivido affatto, invece, la proposta di trivellare i nostri mari alla ricerca di combustibili fossili.
La posizione negativa rispetto all’individuazione prima e allo sfruttamento di eventuali giacimenti poi fu reiterata sia a livello governativo, con l’azione del ministro Costa, sia a livello regionale.
Trivellare i fondali marini alla ricerca di combustibili fossili va contro la transizione ecologica e ci fa tornare al passato.
Non riusciremo, ovviamente, a fare a meno di energia: la strada è di consumarne meno ottimizzando i sistemi di consumo (efficientamento energetico), e di adottare sistemi di produzione sostenibili, trovando compromessi virtuosi tra ecologia, economia e benessere sociale.
Come disegnare un futuro sostenibile?
Nel mio piccolo, tra il 2012 e il 2016 ho coordinato un progetto europeo che ha prodotto linee guida per la realizzazione di impianti eolici in Mediterraneo e in Mar Nero.
Da allora le tecnologie sono migliorate e alcune remore sono state risolte e sono in corso di progettazione e realizzazione impianti eolici galleggianti al largo delle nostre coste.
Anche il futuro rinnovabile richiede compromessi e l’intransigenza di posizioni analoghe a quelle dei No Tap può essere un ostacolo.
I movimenti ambientalisti hanno avuto un ruolo importantissimo nel creare una coscienza civile che richiami al rispetto della natura e le loro posizioni spesso intransigenti sono state considerate un freno allo sviluppo.
Se abbiamo devastato l’ambiente, rendendo necessaria la transizione ecologica, non è certo per colpa degli ambientalisti, ma di chi li ha sempre dipinti come nemici del progresso, proponendo un progresso che ci sta portando verso la catastrofe ambientale ed economica.
L’esatto contrario del progresso.
Chi accusa gli ambientalisti di voler tornare al lume a petrolio non ha capito bene la questione.
Si vuole abbandonare il lume a petrolio, e anche quello a gas!
Altro che tornarvi.
Il problema è che siamo ancora al lume a petrolio!
I nemici del progresso sono quelli che vogliono restare nell’era della combustione, dalla quale dobbiamo uscire quanto prima possibile.
Liberandoci anche dai ricatti di dittatori, siano essi russi o sauditi.
Per dire dei no, però, bisogna anche dire dei sì, a meno di rinunciare all’uso di energia.
Cosa che, credo, nessuno si prefigga.
Ora che andremo a votare dobbiamo scegliere oculatamente i candidati a cui daremo la delega di rappresentarci nei siti istituzionali dove si programma il nostro futuro.
Quelli che chiedono di restare nei fossili o, addirittura, di tornare al nucleare, non avranno il mio voto.
Lo avranno gli schieramenti che hanno come obiettivo di abbandonare il fossile e di perseguire la transizione ecologica verso le rinnovabili, mettendoci in linea con gli obiettivi europei.
Dobbiamo chiedere che i campi eolici siano fatti bene, che il solare sia installato, prima di tutto, sui capannoni industriali e, anche, sui tetti delle case dove, comunque, non deve alterare la percezione del paesaggio-città.
Penso ai tetti di ardesia del centro storico della mia Genova.
A queste realizzazioni si deve dire sì, a patto che siano rispettati tutti i criteri di sostenibilità.
Occorre promuovere la ricerca ecologica e tecnologica per risolvere problemi che ancora ci sono.
Le ricette di Cingolani (spegnete la luce quando uscite dalle stanze, riscaldate un po’ meno le case, docce brevi) sono ben conosciute a noi genovesi, da sempre.
Ne suggerisco un’altra.
Basta stirare!
Quanta elettricità consumano i ferri da stiro, con le loro resistenze?
Dovrebbe essere un obiettivo che piace anche alle destre.
Basta con le resistenze!
Scherzi a parte, l’integrità dell’ambiente e la sostenibilità dovrebbero essere una priorità per tutti i partiti.
Invece per qualche partito non lo sono.
Se vi propongono trivellazioni, nucleare, inceneritori, rigassificatori e altre soluzioni obsolete, dite educatamente: no grazie.
Votate chi propone alternative.
Cambiamenti climatici e questione ambientale in campagna elettorale? Quasi assenti. Sui media i leader parlano solo di politiche energetiche.
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