Nella morsa del fuoco e del caldo
L’Italia (ma non solo) fa i conti con gli incendi e con il caldo record e le emergenze sono sempre più numerose.
«La quarta ondata di calore che ha colpito il nostro Paese aumenta le condizioni che predispongono agli incendi in un periodo di siccità eccezionale» spiegano da Greenpeace.
Martedì un vasto incendio ha interessato la zona del Carso, con la necessità di chiudere tratti autostradali e di interrompere la circolazione ferroviaria.
Il ristagno dell’aria ha provocato «un picco notturno elevatissimo di Pm10 nella città di Monfalcone nella quale in molti quartieri l’aria era letteralmente irrespirabile».
In Toscana vasti incendi hanno interessato le colline di Massarosa in provincia di Lucca con persone che sono state evacuate e centinaia di ettari di bosco e uliveti distrutti.
La situazione nel Carso e in Versilia appare molto preoccupante.
Nella sola giornata di martedì scorso sono state quindici le richieste di «concorso aereo ricevute dal Centro operativo aereo unificato (Coau) del Dipartimento della Protezione civile per incendi boschivi: 4 dalla Campania, 3 rispettivamente da Lazio e Calabria, una ciascuna da Friuli Venezia Giulia, Toscana, Abruzzo, Puglia e Sicilia».
Anche in Francia si sono verificati incendi, nella regione sudoccidentale della Gironda.
«La facciata Atlantica è stata colpita da quella che gli esperti francesi hanno definito una “apocalisse di calore” con record di temperature anche oltre i 42 gradi» si legge su Il Fatto, con migliaia di ettari in fumo e numerosissime evacuazioni di persone.
Gli incendi hanno colpito anche la Spagna e il Portogallo e secondo gli esperti «questo è il frutto di mesi di siccità estrema, dove ha piovuto poco o nulla.
In questo momento secondo le mappe del Sistema europeo d’informazione sugli incendi boschivi (Effis) ci sono centinaia di incendi non solo in Portogallo, Spagna e Francia, ma anche Olanda, Germania, Italia, Bosnia, Montenegro, Albania, Grecia, Romania, Bulgaria e Nord Africa».
In Inghilterra interruzioni ferroviarie a causa degli incendi, con «segnalazioni di danni ai binari, alle apparecchiature di segnalazione e alle linee aeree attraverso le reti ferroviarie».
E un’ondata di grande caldo sta investendo un po’ tutta l’Europa.
«La quarta ondata di calore che ha colpito il nostro Paese aumenta le condizioni che predispongono agli incendi in un periodo di siccità eccezionale» spiegano da Greenpeace.
«I cambiamenti climatici contribuiscono al comportamento estremo degli incendi e quando le condizioni sono estreme, con incendi veloci e intensi, i sistemi di risposta attiva non sono più efficienti.
Inoltre, le strategie attuali sono basate quasi esclusivamente sulla soppressione degli incendi, mentre agire anche sulle cause e creare consapevolezza su questo problema è fondamentale.
Infatti è sempre più importante non trattare il tema incendi solo durante le emergenze, ma gestire il rischio in modo integrato (previsione, prevenzione e lotta) e trattare questo tema durante tutto l’anno, favorendo l’adozione di politiche forestali che dialoghino con il mondo dell’agricoltura, dell’urbanistica, delle aree protette», ha dichiarato Luca Tonarelli, membro SISEF (Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale) e direttore tecnico del Centro di addestramento antincendi boschivi della Regione Toscana.
«Eventi meteorologici estremi causati dai cambiamenti climatici come la siccità e le trombe d’aria, che facilitano la diffusione degli incendi, sono sempre più frequenti e intensi», afferma Martina Borghi, campagna Foreste di Greenpeace Italia.
«Per non trovarci in una continua emergenza bisogna lavorare sulla prevenzione e scongiurare la catastrofe climatica riducendo le emissioni di gas serra.
Le foreste sono nostre alleate perché assorbono e trattengono carbonio, svolgendo quindi un ruolo determinante nel mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. L’aumento delle temperature medie annuali, l’alterazione delle precipitazioni e il verificarsi di eventi meteorologici estremi (per intensità e frequenza) mettono però a rischio la loro funzionalità e salute, diminuendone la capacità di fornire servizi ecosistemici, ed esponendole ulteriormente a tempeste, siccità e incendi».
Due anni fa Greenpeace Italia e SISEF avevano pubblicato il rapporto “Un Paese che brucia.
Cambiamenti climatici e incendi boschivi in Italia”, con l’obiettivo di spiegare il legame fra questi due fenomeni, e offrire scenari, raccomandazioni e proposte.
«Da allora purtroppo poco è cambiato per mitigare il rischio degli incendi in Italia» conclude Greenpeace.
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