In 35 anni insetti impollinatori ridotti di un quarto a causa dei pesticidi
Dal Web
In trentacinque anni gli insetti impollinatori si sono ridotti di un quarto a causa dei pesticidi. E le ricadute non sono solo ambientali visto che dal lavoro di impollinazione svolto dalle api dipende più dell’80% della produzione di cibo in Europa. Lo denuncia la campagna "Cambia la terra".
Dal 1980 al 2015 la popolazione degli impollinatori, api e insetti, si è ridotta di un quarto a causa dei pesticidi.
E le ricadute non sono solo ambientali visto che dal lavoro di impollinazione svolto dalle api dipende più dell’80% della produzione di cibo in Europa.
Lo denuncia la Campagna "Cambia la terra".
Anche le lucciole sono in serio pericolo.
Secondo un recente studio pubblicato su Bioscience, la sopravvivenza delle lucciole è messa in pericolo dalla perdita e dalla frammentazione degli habitat, dall’inquinamento luminoso e, ancora una volta, dai pesticidi.
In particolare i neonicotinoidi, una classe di insetticidi sistemici neuroattivi tra i più usati al mondo, identificati come uno dei primi tre fattori trainanti del declino della popolazione delle lucciole.
Per le lucciole le alte concentrazioni di insetticida nell’acqua e nel suolo possono essere particolarmente dannose: allo stadio larvale questo insetto vive e si sviluppa per mesi sott’acqua.
A svolgere funzioni di impollinatori ci sono anche i pipistrelli, che amano soprattutto mango, banane, papaia e avocado.
Inoltre i pipistrelli sono mammiferi insettivori che mangiano insetti e parassiti (ogni pipistrello può consumare fino a duemila zanzare a notte), contribuendo a ridurre l’impatto degli insetti nocivi sull’agricoltura e a contenere l’impiego di pesticidi e insetticidi.
Attualmente un terzo dei chirotteri, l’ordine cui appartengono i pipistrelli, è minacciato o vulnerabile.
Anche in questo caso la perdita di habitat e l’uso di pesticidi sono i principali responsabili.
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