Le scelte green (quelle vere) fanno diminuire i costi e aumentare il benessere

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Ultimamente si sentono opinioni di persone (pseudo)“esperte” che dicono che le “scelte green” sono causa degli aumenti delle bollette e dei costi in genere. Ebbè, d'altra parte... chi vuole proteggere la devastazione e lo spreco, che sono i motori dell’economia della crescita infinita in un mondo dalle risorse finite, non può fare altro che dare la colpa alle scelte ambientaliste, che mettono in pericolo l’intero processo...

Ultimamente si sentono opinioni di persone (pseudo)“esperte” che dicono che le “scelte green” sono causa degli aumenti delle bollette e dei costi in genere. 

Ebbè, d'altra parte... chi vuole proteggere la devastazione e lo spreco, che sono i motori dell’economia della crescita infinita in un mondo dalle risorse finite, non può fare altro che dare la colpa alle scelte ambientaliste, che mettono in pericolo l’intero processo...

Fra le tante dichiarazioni che definirei lisergiche e che non hanno alcuna logica, ne cito una che le rappresenta emblematicamente un po’ tutte, quella di un “economista” nonché ex professore universitario Nino Galloni che ha rilasciato una intervista video al canale internet Byoblu il 30 ottobre 2021

Parlando dell’aumento dei prezzi delle materie prime ha detto: 

E’ chiaro che l’alternativa green farà crescere i prezzi, ridurre la disponibilità”.


Non spiegando però né come l’alternativa green farà crescere i prezzi, nè come può ridurre la disponibilità (non specificando peraltro la disponibilità di cosa). Galloni prosegue poi dicendo:

Le scelte green non ci stanno aiutando, salvo accettarle fino in fondo cioè dire che dobbiamo scaldarci di meno, viaggiare di meno, mangiare di meno, rinfrescarci di meno l’estate, ecc.”.


Sono rimasto basito per la quantità di assurdità che è riuscito a condensare in così poche frasi.

 Galloni, e tanti come lui che cercano di dare la colpa al green di qualsiasi cosa, ci dovrebbe spiegare come mai in una casa passiva dove si utilizzano tecnologie green si sta caldi l’inverno e freschi l’estate consumando e quindi spendendo in media dalle dieci alle quindici volte meno di una casa tradizionale dove non si utilizzano tecnologie green. 

E il minimo costo in più che si ha costruendo o ristrutturando una casa con standard passivo lo si ammortizza velocemente.

 Di conseguenza si risparmiano tanti soldi ogni anno, molti più di quelli che si spenderebbero se si continuasse a sprecarli in case che buttano calore all’esterno in inverno o che necessitano di condizionatori a tutta forza durante l’estate poiché sono delle saune.

 E con il superbonus, di cui evidentemente Galloni non ha mai sentito parlare, i costi di investimento sono minimi o nulli. 

Nessuno poi lo informi, perché di sicuro sverrebbe, se sapesse che esistono addirittura le case attive cioè che producono più energia di quella che consumano.
In merito al viaggiare meno, Galloni pensa che quello che si fa oggi sia viaggiare? Cioè ritiene viaggiare il rimanere l’intera vita imbottigliati nel traffico inquinando l’impossibile per muoversi a velocità minore di un mulo? 

Oppure intende che viaggiare significhi prendere l’aereo anche per andare in cantina? 

A Galloni qualcuno ha mai spiegato che i combustibili fossili sono una fonte finita cioè che si esaurirà? 

E che invece sole e vento sono fonti rinnovabili? 

Qui si tratta di informazioni che ormai sanno anche gli scolari delle medie.
Ma la chicca assoluta di Galloni sta nel sostenere che con le scelte green mangeremo di meno. 

Il parallelismo fra scelte green e mangiare di meno sinceramente non l’avevo mai sentito. E da quale punto di vista mangeremo meno? 

Non è dato sapere, non lo spiega, anche perché sarebbe una delle scalate di specchi più ardue che la storia ricordi.
Galloni evidentemente non sa che lo spreco di cibo della società non green, fra Europa e America, raggiunge punte della metà del cibo commestibile buttato e questa quantità potrebbe sfamare l’attuale quasi miliardo di persone che fanno la fame.
Ma Galloni, visto che tifa per le società non green, non può che intendere lo spreco come assolutamente propedeutico, dato che è la condizione indispensabile per la crescita.

 Senza spreco infatti ci sarebbe tutela ambientale, benessere, prosperità e cibo per ogni persona sulla terra. 

Tutti vantaggi che essendo una conseguenza di scelte green, per Galloni non sono da percorrere.
Inoltre con le scelte green non solo mangeremo normalmente ma anche molto meglio perché avremmo più biodiversità e non ci avveleneremmo. 

L’agricoltura non green infatti affama, inquina acqua, aria, terra e distrugge i suoli.
Essendo poi Galloni un economista, ovviamente non valuta gli aspetti fondamentali dell’economia e cioè i costi esterni o esternalità. 

Eppure sono concetti che si studiano in economia, ma forse all’epoca quando il professore ne parlava Galloni era al mare, chissà?
La società dello spreco e dell’inquinamento, cioè quella non green, riversa interamente su tutti noi i costi esterni cioè quelli sanitari, ambientali, di inquinamento, di perdita inestimabile di risorse finite e preziosissima biodiversità, di impoverimento delle generazioni future. 

Costi altissimi che paghiamo noi di tasca nostra e che pagheranno i nostri figli e nipoti e che se fossero conteggiati come sarebbe logico e giusto, tutte le scelte green avrebbero costi irrisori rispetto a quelle non green. 

Per inciso diamo una informazione a Galloni che ne è evidentemente all’oscuro: 

le tecnologie green per la produzione energetica sono già competitive con quelle fossili, senza avere le montagne di sovvenzionamenti, sgravi, incentivi e lobby potentissime che le agevolano e che da sempre le supportano.

Quindi la logica e la realtà ci dicono che le scelte non green affamano il mondo, ci costano tantissimo, non ci danno alcun comfort abitativo, ci ammazzano con l’inquinamento atmosferico, l’avvelenamento di terra e acqua e conseguentemente del cibo che mangiamo. 

Un quadro più costoso e terrificante non potrebbe esistere ma a quanto pare per il Galloni di turno e i tanti difensori dell’economia della devastazione, è la strada più veloce da percorrere per suicidarsi e le scelte green sono da respingere in toto.
Praticamente l’economia delle scelte non green ci porterà dritti all’età della pietra con il beneplacito degli economisti alla Galloni.

 Povera economia….





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