L’onda Verde arriva anche in Francia. L’Italia? Non classificata
Dal Web
In Francia i Verdi portano a casa una notevole vittoria alle elezioni municipali, incassando ampi consensi anche in numerose grandi città. Dopo la Germania quindi, l'onda Verde cresce anche tra i francesi; salvo che in Italia, dove non se ne vede traccia...
di Paolo Ermani
In Italia, quando si parla di ambiente, la politica è incapace di intendere e di volere, ma è assai capace di farlo quando si tratta di difendere gli interessi di chi l’ambiente lo distrugge.
In altri paesi europei sembrerebbe che le cose stiano cambiando.
Dopo la Germania, dove i Verdi sono ormai il secondo partito, si sta creando un’onda lunga di successi dei partiti Verdi.
In Francia fa scalpore la vittoria dei Verdi alle amministrative in alcune città come Lione, Bordeaux, Marsiglia, Strasburgo, Poitiers, Besançon e Tours ma anche in moltissimi altri comuni più piccoli.
La stessa sindaca di Parigi Anne Hidalgo rieletta, ha lanciato la proposta di una alleanza ecologica e sociale, parole da fantascienza per i politici nostrani.
Considerando poi che la Francia è il paese dove la lobby nucleare è fortissima e ha creato un paese sarcofago di centrali che la rendono una specie di bomba a costante rischio, il risultato dei Verdi è ancora più eccezionale.
L’onda Verde continua a crescere ma da noi non si palesa.
Questo succede perché noi non siamo mica siamo stupidi come gli altri... (sigh!...);
noi ci teniamo bene stretto il nostro inquinamento e relativi centinaia di migliaia di cancri, la nostra cementificazione, i nostri inceneritori da fare anche con i carri armati, il nostro immenso garage peninsulare, le nostre TAV, le nostre TAP, le nostre ILVA e la costante difesa di interessi che riducono ambiente e persone a dettagli insignificanti di fronte al sacro profitto degli azionisti o della mafia.
E per rendere digeribile l’intero pacchetto, lo si accompagna sempre con le solite storielle sui posti di lavoro, sulla crescita e tutte quelle emerite stupidaggini a cui ormai sempre meno persone credono, almeno al di là dei nostri confini.
Solo una politica sorda, muta e cieca può non vedere che la prosperità, i posti di lavoro, il benessere ci saranno con una svolta verde, intesa non come grimaldello per fare ripartire la crescita per la quale il verde è solo una vernice da mettere ovunque per vendere di più, bensì come un nuovo paradigma culturale, sociale, economico e lavorativo, laddove i benefici sono enormi da ogni punto di vista.
In Italia l’unico verde di cui si parla è quello del partito padano di Salvini che di verde non ha nulla, casomai è tristemente e pericolosamente nero.
I nostri sparuti Verdi sono dei lillipuziani sempre pronti a fare da palo alle varie versioni del centro sinistra che della natura ne ha fatto una cloaca, in una costante gara per vincere il premio Attila dell’ambiente dove gareggiano con i loro degni compari del centro destra.
Siamo completamente fuori dal tempo, fuori dalla storia e adesso anche fuori dalla politica e dall’Europa ma non per motivi monetari o altro, bensì perché non riusciamo nemmeno a capire dove si sta dirigendo il sentire di sempre più cittadini.
In fondo non servono dei geni per capire che non si può che invertire la rotta e dirigersi decisamente verso un futuro dove l’ambiente sia elemento cardine di tutte le altre scelte.
Ora sembra che in vari paesi paghi anche a livello elettorale e mediatico, quindi appunto solo dei politici idioti, sordi, muti e ciechi possono non capirlo. Purtroppo in Italia siamo campioni mondiali di autismo politico nei confronti dell’ambiente e, anche se ogni tanto se ne parla o si fanno discorsi altisonanti, poi alla prova dei fatti l’impegno concreto è prossimo allo zero.
Ma per agire in questo senso ci vogliono visioni, idee, lungimiranza, esperienza, competenza, coraggio, onestà intellettuale e soprattutto la capacità di mettere in pratica tutto ciò.
Roba che si sognano non solo gli sparuti lillipuziani Verdi, ma anche gli altri nostri politici dediti al massimo ad azzuffarsi fra loro per uno strapuntino in più o in meno di potere.
Ma forse, come anche la vittoria dei Verdi in tantissimi piccoli centri in Francia sta a dimostrare, il cambiamento verrà dal basso, da una rete di progetti concreti e locali e non dalle reti delle chiacchiere che non portano a nulla.
E quando dal basso la spinta sarà così forte allora anche i politici loro malgrado forse cambieranno ma semplicemente perché non potranno fare altrimenti.
In attesa di un miracolo italiano, applaudiamo i nostri cugini francesi, allez!
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