L’imballaggio che nutre i pesci

Dal Web
Dagli Usa la “plastica” fatta con gli scarti della birra che potrebbe limitare il problema dei rifiuti in mare. Una realtà piccola ma in crescita

di Michela Dell' Amico

Come risolvere l’immane problema della plastica dispersa in mare? Non comprandola, o riducendola al minimo. Per quel che resta, un’azienda americana ha trovato una soluzione qualche anno fa, e il sogno continua. La Saltwater Brewery, fabbrica di birra con sede in Florida, ha ideato un imballaggio per lattine – quegli anelli di plastica che così spesso abbiamo visto torturare la fauna marina – con un materiale non solo biodegradabile, ma anche commestibile, e soprattutto prodotto con gli scarti della produzione, quindi senza consumo di suolo, acqua e materie prime come invece spesso succede per la produzione di materiali semplicemente biodegradabili. Da allora ha iniziato una serie di collaborazioni con enti e organizzazioni, per ampliare il progetto.
«Invece di uccidere gli animali, il nostro imballaggio fornirà loro cibo», ha spiegato Chris Gove, co-fondatore dell’azienda che lavora al confezionamento dei suoi prodotti con questi nuovi “anelli”. «Si tratta di un grande investimento per una piccola fabbrica di birra, e siamo sostenuti da pescatori, surfisti e persone che amano il mare.» Chissà che altri, più grandi, produttori non prendano l’esempio da questa idea.
Gli anelli sono a base di scarti di grano e orzo, sottoprodotti naturali del processo di produzione della birra, e sono completamente sicuri e commestibili. L’innovazione è interessante anche dal punto di vista economico, oltreché ambientale, perché permette di produrre qualcosa utilizzando materiale altrimenti destinato al macero. Se non viene mangiato prima, questo imballaggio inizia a sciogliersi in acqua nel giro di due ore, e scompare completamente in due o tre mesi. Se abbandonati in spiaggia, si decompongono in un tempo simile.

L’imballaggio per il momento ha un costo un po’ più alto degli imballaggi di plastica. Ma come ha affermato Marco Vega, co-fondatore della ditta: «se i consumatori saranno soddisfatti penseremo a una nuova tecnologia per una distribuzione di massa, a un prezzo inferiore. Se la maggior parte dei produttori di birra artigianale e delle grandi aziende di birra adotteranno questa tecnologia, il costo di produzione cadrà e diventerà molto competitiva».
Per il momento siamo poco oltre l’idea, ma è già un inizio: circa 50 birrifici artigianali avrebbero contattato la Saltwater Brewery per adottare questo imballaggio ecologico per le loro produzioni,  ed è interessato anche il colosso Carlsberg.
Immagine di copertina: Disegno di Armando Tondo


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