Le associazioni: «La Regione Toscana autorizza sostanze tossiche e nocive nelle aree di captazione delle acque sotterranee»

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«Nonostante l’impegno preso a parole dal presidente della Regione Toscana di bandire il glifosato, il Consiglio Regionale ha di fatto approvato l’uso di questa e di altre sostanze ancora più pericolose nelle zone di captazione delle acque sotterranee». È la denuncia delle associazioni European Consumers, Isde-Medici per l'Ambiente e Pesticide Action Network Italia.

«Sono state ignorate le direttive europee, il Piano Nazionale per l’Uso ecosostenibile dei fitofarmaci e il Decreto legislativo 3 aprile 2006 numero 152 contenente Norme in materia ambientale» denunciano le associazioni.
«La sinergia tra le associazioni European Consumers, ISDE e PAN-Italia ha permesso di elaborare in tempi rapidi un documento che mette in evidenza per l’ennesima volta la completa sottomissione delle autorità pubbliche italiane ad Agrofarma - proseguono le associazioni nella loro nota - e la totale mancanza di attenzione sia per l’ambiente che per la stessa salute umana anche in presenza di evidenti situazioni di pregresso degrado del fondamentale comparto acque. Le autorizzazioni della Regione Toscana di fatto rappresentano una minaccia per la tutela della biodiversità, della qualità delle risorse idriche e della salute pubblica. Le buone intenzioni espresse come al solito non corrispondono a reali iniziative per limitare la diffusione ambientale di sostanze tossiche in particolare nello strategico comparto agricolo».
Il documento è a cura di Pietro Massimiliano Bianco, Daniela Altera, Patrizia Gentilini e ve lo riportiamo integralmente.
«E’ stato recentemente pubblicato il Decreto del Presidente della Giunta Regionale 30 luglio 2018, n. 43/R. Nell’allegato 1 è contenuto il Piano per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari e dei fertilizzanti – PUFF. Leggendo la tabella 1 Sostanze attive vietate all’interno delle aree di salvaguardia di captazioni da acque superficiali e sotterranee di cui all'ART.94 DEL D.Lgs. 152/2006.
Nella tabella 1 di detto allegato si può osservare che sono permesse, in zone limitrofe alla captazioni di acque sotterranee, sostanze tossiche e di pessimo profilo ambientale come si può desumere dai dati seguenti. Innanzitutto quasi nessuna è compatibile con gli ambienti acquatici. Acrinatrina, Azinfos ethyl, Azinfos methyl, Demeton S-metile, Omethoate non sono nemmeno autorizzati in UE1La Regione Toscana si impegna quindi a mantenere l’uso di sostanze pericolosissime per gli ecosistemi e non più utilizzate nel resto dell’Unione Europea in aree strategiche come le zone di prelievo idrico sotterraneo».
«Tutte le sostanze elencate nel Decreto Regionale sono incompatibili con una buona qualità delle acque e molte di esse sono costantemente rinvenute nelle acque sia superficiali che sotterranee. Sostanze tossiche per la vita acquatica come il Boscalid, Clorpirifos, Dimetomorf, Dimetoato sono largamente diffusi nella maggior parte dei corsi d’acqua di pianura dove sono cercati. Sono particolarmente favoriti i diserbanti difatto violando i principi basi dell’agricoltura integrata dato che possono essere sostituiti con pirodiserbo, diserbo a vapore e pacciamatura».
«Nelle acque superficiali monitorate della Toscana si ritrovano prodotti fitosanitari nell'80,7% dei punti di prelievo e nel 61,4% dei campioni investigati. Sono state trovate 78 sostanze: le più frequenti sono ampa, glifosate, dimetomorf, imidacloprid e metalaxil-m. Nelle acque sotterranee è stata riscontrata la presenza di residui pesticidi nel 46,8% dei punti e nel 31,1% dei campioni. Sono state rinvenute 49 sostanze: le più frequenti sono ampa, oxadiazon e atrazina desetil. Si tratta quindi di una regione con i corpi idrici in pessimo stato. Proprio in Toscana sono stati riscontrati elevatissimi superamenti dei valore limite delle acque sotterranee destinate al consumo umano addirittura di 70 volte. Pertanto si profilebbe in detto atto regionale una palese distorsione dei dettami del decreto legislativo 152/2006 che indica che le regioni individuino le aree di salvaguardia distinte in zone di tutela assoluta e zone di rispetto, nonché le zone di protezione, all'interno dei bacini imbriferi e delle aree di ricarica della falda. Con tale atto, la regione Toscana autorizzerebbe di fatto usi vietati.
La zona di tutela assoluta viene definita ed è costituita dall'area immediatamente circostante le captazioni o derivazioni e deve:
- avere un'estensione di almeno dieci metri di raggio dal punto di captazione 
- essere adeguatamente protetta 
- essere adibita esclusivamente a opere di captazione e infrastrutture di servizio.
La zona di rispetto è costituita dalla porzione di territorio circostante la zona di tutela assoluta da sottoporre a vincoli e destinazioni d'uso tali da tutelare qualitativamente e quantitativamente la risorsa idrica captata; può essere suddivisa in zona di rispetto ristretta e zona di rispetto allargata, in relazione alla tipologia dell'opera di presa o captazione e alla situazione locale di vulnerabilità e rischio per la risorsa.
In particolare la normativa nazionale indica chiaramente che, nella zona di rispetto sono vietati: 
-  la dispersione di fanghi e acque reflue, anche se depurati; 
-  l’accumulo di concimi chimici, fertilizzanti o pesticidi; 
-  lo spandimento di concimi chimici, fertilizzanti o pesticidi, salvo che l'impiego di tali sostanze sia
effettuato sulla base delle indicazioni di uno specifico piano di utilizzazione che tenga conto della natura dei suoli, delle colture compatibili, delle tecniche agronomiche impiegate e della vulnerabilità delle risorse idriche; 
-  la dispersione nel sottosuolo di acque meteoriche proveniente da piazzali e strade; 
-  le aree cimiteriali; 
-  l’apertura di cave che possono essere in connessione con la falda; 
-  l’apertura di pozzi, ad eccezione di quelli che estraggono acque destinate al consumo umano; 
-  la gestione di rifiuti; 
-  lo stoccaggio di sostanze chimiche pericolose e sostanze radioattive; 
-  i centri di raccolta, demolizione e rottamazione di autoveicoli; 
-  i pozzi perdenti; 
-  il pascolo e la stabulazione di bestiame
Invece le indicazioni della regione Toscana agli operatori sono diverse dai dettami del decreto legislativo mascherando la possibilità di usare sostanze vietate con il piano regionale per l'uso sostenibileche tuttavia con la sostenibilità non ha nulla a che fare. Pertanto si profilebbe in detto atto regionale non solo una palese distorsione dei dettami del decreto legislativo 152/2006, ma anche della normativa sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari.
Con le sue scelte la Regione Toscana sta di fatto continuando a favorire la contaminazione delle sue acque nella fascia collinare e planiziario-costiera. Risultano seriamente contaminate numerose aree protette di interesse comunitario come lago dell’Accesa (SIC IT51A0005), Padule di Fucecchio (SIC IT5130007), lago di Chiusi (SIC/ZPS IT5190009) e lago di Montepulciano (SIC-ZPS IT5190008) e corpi idrici a scopo irriguo e potabile quali Bacino Due Forre, Bacino Falchereto, lago Barberino.
Di fatto le scelte della Regione Toscana rappresentano una minaccia sia per ecosistemi, già in pessime condizioni, che per la possibilità di condurre una seria politica agricola incentrata sul biologico stante le condizioni critiche di molti invasi a scopo irriguo, per non parlare ovviamente delle ricadute sulla salute umana, in particolare sulla porzioni più fragili della popolazione ( donne in gravidanza, neonati, bambini, anziani etc.) che vedrà ulteriormente compromessa la risorsa più importante per la vita e la salute: quella idrica».
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