Lo smog si riduce anche riutilizzando le cose
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Dal verde urbano un’altra opportunità
Dal verde urbano un’altra opportunità
La guerra allo smog non si combatte solo fermando le automobili e adottando soluzioni di mobilità alternative e sostenibili. Anche il riuso dei materiali di consumo può contribuire ad abbassare le emissioni di gas serra. Solo nell’ultimo anno, ad esempio, in Italia il riutilizzo di 7 milioni di prodotti ha contribuito alla riduzione di 45mila tonnellate di gas serra e 30 tonnellate di polveri sottili. Lo rende noto un’indagine scientifica condotta con la metodologia “Life cycle assessment” da Mercatino srl, importante realtà italiana nel settore del riuso, in collaborazione con Ecoinnovazione.
Non solo: ridare vita a quegli oggetti ha prodotto anche un vantaggio economico stimato in 40 miliardi di euro. Più in generale, il flusso di beni riutilizzati ha permesso di recuperare negli ultimi sei anni in Italia oltre 55 milioni di oggetti, l'equivalente di 11,4 milioni di metri cubi, paragonabili a 142.532 camion che, in lunghezza, corrispondono a 2.280 chilometri; praticamente la distanza che intercorre tra Palermo e Bruxelles. “È sulla base di questi risultati incoraggianti per la nostra economia, per il territorio e per la sostenibilità, di cui tanto si parla - ha detto Sebastiano Marinaccio, presidente Mercatino Srl - che con Legambiente abbiamo già firmato i primi due protocolli d'intesa con i Comuni di Trapani ed Erice, e altri che a seguire intenderanno avviare la sperimentazione
scientifica Lca nei propri territori”.
Secondo Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, il settore dell’usato risponde a una precisa esigenza ambientale, ovvero la riduzione della produzione dei rifiuti alla fonte. “Anziché terminare la loro vita nei cassonetti, negli econcentri o in impianti di trattamento di smaltimento dei rifiuti, gli oggetti ancora in buono stato possono essere riutilizzati da altri soggetti, consentendo di soddisfare la domanda dei consumatori, abbattendo l’impatto generato dalla produzione o dal nuovo packaging e diminuendo sistematicamente il conferimento presso le isole ecologiche”.
Proprio questo ultimo aspetto ha condotto Legambiente ad approfondire il fenomeno: gli oltre 11 milioni di metri cubi di oggetti venduti in 6 anni da Mercatino equivalgono al volume totale di rifiuti urbani conferiti in discarica nel 2016 in Italia.
Dal verde urbano un’altra opportunità
Non solo riuso. Un ulteriore aiuto nella lotta allo smog potrebbe arrivare dal potenziamento del verde urbano. È infatti dimostrato che una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri sotti e di smog in un anno.
Un sogno almeno per il nostro Paese dove, con appena 31 metri quadrati di verde urbano a testa, le città non riescono a rompere l’assedio dello smog. In alcune grandi città, poi, il dato è ben al di sotto della media nazionale.
Ad esempio a Torino, con i suoi 22 metri quadrati e a Milano, che si ferma a quota 17,9; per non parlare di Napoli, dove i metri cubi di verde sono appena 13,6 per abitante. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti basata su dati Istat. Un’inversione di tendenza potrebbe arrivare però con il “bonus verde” introdotto con l’ultima manovra finanziaria del governo. Il bonus prevede detrazioni del 36% per la cura del verde privato quali terrazzi e giardini, anche condominiali. La detrazione va ripartita in dieci quote annuali di pari importo e va calcolata su una spesa massima di 5.000 euro per unità immobiliare a uso abitativo, quindi si possono recuperare fino a 1.800 euro.
Si tratta di una misura importante per potenziare il polmone verde delle città aggiungendo nuove aree ai parchi e ai giardini già esistenti. Di un tale aiuto naturale per catturare una maggiore quantità di polveri sottili e ridurre il livello di smog, ne gioverebbero soprattutto i cittadini. In Europa, infatti, ogni anno si stimano in 500mila le morti causate dall’inquinamento atmosferico e chi vive nelle aree urbane, soprattutto i bambini, è più esposto a tali rischi.
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