La paura del cambiamento spesso è una tigre di carta

Dal Web

Siamo in un periodo in cui, almeno nelle società del primo mondo, non c'è mai stata così tanta ricchezza, tanta opulenza e spreco a tutti i livelli; malgrado ciò, quando si tratta di pensare a cambiamenti in meglio per la propria esistenza, spesso le persone frappongono fra sé e questi cambiamenti mille paure, problematiche e difficoltà.

Se fanno un lavoro che odiano, noioso o che non dà loro nulla oltre i soldi,  dicono che non ci sono alternative e inoltre, in tempi di crisi, meglio non fare colpi di testa. Eppure ci sono persone che hanno cambiato il loro lavoro, sono più soddisfatte e realizzate e non sono morte di fame. Magari guadagnano meno, magari non hanno più il famoso posto fisso ma proprio perché hanno affrontato il cambiamento si sentono più salde e si basano maggiormente sulle sicurezze psicologiche che gli possono derivare dall’avercela fatta. Anche perché ogni difficoltà superata ci rende inevitabilmente più forti e consapevoli. Spesso si ritiene che per fare dei cambiamenti si debbano avere a disposizione più o meno grandi quantità di soldi. Ma ci sono persone che hanno fatto cambiamenti senza avere particolari ricchezze o soldi in banca, senza sicurezze, senza paracaduti ma solo con la loro convinzione. E allora in questi casi  si pensa che quelle persone siano chissà quanto forti caratterialmente.  Invece no, sono persone come noi che hanno solo creduto in se stessi un po’ più di noi. Altro argomento/scusa è quello che c’è la famiglia da mantenere ma poi ci sono esempi di chi la famiglia la mantiene lo stesso facendo scelte diverse. Chi addirittura si è licenziato dal posto sicuro, ha iniziato a costruire dei lavori più consoni a quello che voleva fare davvero e contemporaneamente ha deciso di fare dei figli e attualmente né queste persone, né tantomeno i figli sono alla Caritas. Poi c’è la scusa classica, la madre di tutte le scuse: ho il mutuo da pagare. Penso che abbia ucciso più speranze il mutuo da pagare che una qualsiasi epidemia. Il mutuo può rivelarsi la tomba di ogni cambiamento, di fronte a quello finisce tutto, si chiude qualsiasi discorso o possibilità. Ho il sospetto che per molte persone sia una specie di assicurazione a vita per non cambiare mai. Anche perché una volta finito di pagare il mutuo, viste le condizioni da furto che fanno le banche (e che si accettano del tutto consapevolmente), si è così vecchi da riuscire a pianificare al massimo una partita a carte al circolo degli anziani sotto casa. Il mutuo in cambio della vita, non mi sembra un bell’affare.
Questo quadro cela una costante corsa alle (false) sicurezze fatte soprattutto di consumismo che ci  regala vite di stress, di insoddisfazione e ci fa dire che il cambiamento non è possibile, non è attuabile. Ma per molti casi la paura del cambiamento è una tigre di carta, che quando l’hai affrontata e ti accorgi di quello che veramente era, ci rimani anche male.  Ma come, tutta questa paura, tutto questo tempo sprecato e poi era solo un bluff? Ho conosciuto tante persone che avevano soldi, sicurezze di ogni tipo, nessuna difficoltà economica, lamentarsi del loro lavoro e della loro vita e non fare nulla per cambiare, anche se cambiare non determinerebbe nessun particolare contraccolpo dal punto di vista strettamente materiale. Non è quindi necessariamente una questione di soldi o sicurezze materiali, il problema spesso è solo nella nostra testa.
Il bluff, le paure sono in gran parte quelle che crea una società che ci vuole paurosi, incoscienti e possibilmente dormienti anche se facciamo mille cose e soffriamo di insonnia. E’ il perfetto incantesimo in cui ci tengono sedati e ubbidienti, l’importante è che non si decida troppo con la propria testa ma si faccia quello che altri ci dicono che è giusto fare, anche se è contro la nostra libertà interiore, contro le nostre convinzioni, contro la nostra vita. La vittoria completa della società che ci vuole automi, si verifica quando quello che altri hanno deciso che per noi era il meglio, diventa anche quello che pensiamo noi. Ci convinciamo che è giusto fare quello che ci dicono la voce del padrone e la pubblicità. E cerchiamo anche di convincere gli altri e se non fai così sei un estremista, un radicale, un talebano. Al massimo puoi esprimere il tuo essere te stesso comprando il profumo della pubblicità dove si afferma che proprio con quel profumo tu sarei te stesso. Oltre lì  non devi andare, non ti devi spingere, non devi mai pensare di essere veramente te stesso, di decidere secondo i tuoi parametri e non quelli fotocopia di milioni di altre persone. Parametri fotocopia che oltre a farti vivere una vita incolore, stanno portando alla rovina il mondo che abitiamo.
Iniziate a pianificare cambiamenti, di lavoro, di vita ma non per passare ad una ditta che vi fa guadagnare di più, sfruttare gli altri e distruggere l’ambiente. Pianificate il vostro cambiamento per rendere voi e il mondo circostante più sano e saggio e fatelo anche unendovi assieme agli altri perché sarete più forti e potrete affrontare le difficoltà con più possibilità di superarle.


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