COP22, le conclusioni della conferenza sul clima (e la bici)

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La COP22 appena andata in scena a Marrakech raccoglie il testimone dell’Accordo di Parigi sulla lotta ai cambiamenti climatici sottoscritto lo scorso anno e la paura del presidente Donald Trump compatta il resto del mondo contro il surriscaldamento globale. Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti si dice soddisfatto perché a Marrakech “non si è dissolta la spinta emotiva dell’Accordo di Parigi. Nessuno potrà non tenere conto delle politiche di contenimento dell’effetto serra e della strada dell’economia circolare: chi non seguirà quella direzione resterà fuori dal mercato. Sarebbe difficile invertire la rotta anche per gli Stati Uniti di Trump. Non è un accordo reversibile, non si torna indietro”.
Di operativo al momento, a dire il vero, c’è la decisione, presa dai 196 stati partecipanti, di definire entro dicembre 2018 il regolamento per l’attuazione dell’Accordo di Parigi. Il regolamento dovrà definire, in particolare, in quale modo i Paesi monitoreranno i loro impegni per la riduzione dei gas serra (Nationally Determined Contributions). Il testo finale richiede agli Stati ricchi di continuare a lavorare per istituire entro il 2020 il Green Climate Fund, per gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo nella lotta al riscaldamento globale.
Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera, osserva che: “L’ombra di Trump e delle sue ridicole affermazioni sui mutamenti climatici hanno paradossalmente rafforzato la Cop22 di Marrakech sul clima confermando lo spirito dell’Accordo di Parigi. Molti i problemi aperti, ma la parola è ora all’economia e alla società perché la rotta è segnata. Dopo la presidenza di Obama si apre un problema di ridefinizione degli equilibri globali e anche nella sfida del clima. La Cina ha battuto un colpo, c’è bisogno di più Europa e di un’Italia che faccia l’Italia valorizzando e mettendo a disposizione di questa nuova economia più a misura d’uomo le migliori esperienze delle nostre imprese e dei territori”.
Dello stesso avviso anche Massimo De Rosa, capogruppo M5S in commissione Ambiente della Camera, secondo cui “i dubbi riguardo all’impegno degli Stati Uniti sono stati letteralmente spazzati via dalle parole del segretario uscente Kerry e del delegato Pershing, il quale ha spiegato come sarà la stessa economia Usa, e le stesse imprese, con i loro 2 milioni 500 mila impiegati, a far tornare Trump sui suoi passi”.
La COP22 di Marrakech è stata anche l’occasione per riflettere sulla mobilità ciclistica e in particolare sul contributo in termini di sostenibilità di chi utilizza la bici per i propri spostamenti e riduce le emissioni di gas serra. Ai lavori era presente Bernhard Ensink, segreterio generale dell’ECF (European Cyclists’ Federation), che ha sottolineato il valore strategico del pedalare nella lotta ai cambiamenti climatici, ricordando i benefici sociali, ambientali ed economici dell’andare in bicicletta.
Nel corso di una tavola rotonda sulla mobilità e il clima con rappresentanti delle imprese è emerso che i cambiamenti nel settore del trasporto industriale saranno enormi a causa di nuove tecnologie e della decarbonizzazione dei trasporti. In questo contesto la bicicletta può fare la sua parte, come sottolineato da Ensink nel suo intervento in cui ha affrontato il tema dello sviluppo del settore in almeno tre direzioni: biciclette a pedalata assistita elettriche; applicazioni; sistemi di condivisione di biciclette pubbliche.
Il Direttore Esecutivo di GreenPeace Italia Giuseppe Onufrio accoglie positivamente gli esiti della COP22 di Marrakech ma rilancia: “Durante queste due settimane abbiamo constatato una rinnovata determinazione ad andare avanti con quanto definito dagli accordi di Parigi. Ma se i governi vogliono essere seri e coerenti, nessun nuovo progetto di estrazione di combustibili fossili dovrebbe essere d’ora in poi autorizzato. Per evitare catastrofi climatiche dobbiamo inoltre proteggere le foreste e gli oceani, muoverci verso un’agricoltura sostenibile e puntare a un Pianeta 100 per cento rinnovabile. Noi saremo la generazione che porrà fine all’era combustibili fossili”.

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