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Visualizzazione dei post da marzo, 2016

Terra Madre: un'altra moda, biologica, etica e sostenibile

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Articolo Condiviso  Mentre i grandi marchi dell’abbigliamento stanno cercando di recuperare l’immagine “erosa” dalle campagne di sensibilizzazione sulle sostanze tossiche usate in questo tipo di industria, sta prendendo piede quello che si chiama “abbigliamento biologico”. Si tratta di un settore relativamente nuovo, in Italia fatto di piccole realtà, che prevede l'uso di materiali e tessuti (cotone, canapa, ortica, lana, seta) provenienti da un'agricoltura non convenzionale che, come tale, non fa uso di sostanze chimiche di sintesi per trattare le colture. di  Marìca Spagnesi La selezione delle materie prime nell’abbigliamento biologico prevede metodi di coltivazione naturali per preservare la qualità del suolo, per affrontare le malattie delle piante e controllare i parassiti e trasformare le materie prime adoperando tecnologie sostenibili attraverso una filiera economica equosolidale. Ma non si tratta solo di agricoltura: tutti i materiali provenienti dal mondo a...

Il tempo del petrolio deve scadere

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Articolo Condiviso di Monica Pepe Per una volta, Sì. Per una volta andremo a votare con convinzione e senza alcuno scetticismo, sapendo che il voto serve a decidere una vicenda semplice, concreta, importante quanto chiara. Il tempo concesso alle compagnie petrolifere per distruggere e avvelenare le coste, il mare, l’aria dei litorali italiani non può essere eterno. Sembra un’affermazione perfino banale, no? E invece non lo è, affatto. In primo luogo perché il senso politico  contenuto nel voto del 17 aprile va ben al di là del quesito referendario in senso stretto. Investe la difesa della terra, dell’acqua e dei beni comuni contro l’eterna avidità dei padroni del petrolio. E poi perché se quel voto non avesse una portata essenziale per una democrazia senza aggettivi, per una partecipazione sana e per la lotta al saccheggio del pianeta, non avremmo votato in aprile. Monica Pepe ce lo ricorda: l’Italia spende in finanziamenti pubblici agli inquinatori 42 volte il denaro che de...

Siamo tutti figli della pubblicità

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Articolo Condiviso La pubblicità fa a tutti il lavaggio del cervello, fin da piccoli, nessuno riesce a sfuggire. Siamo bombardati, ci uniformiamo, cresciamo già condizionati. Ma è ora di dire basta e recuperare relazioni sincere; soprattutto bisogna ricostruire la società secondo valori diversi da quelli per cui vali se compri, se appari. di  Paolo Ermani   La pubblicità sembrerebbe essere ormai qualcosa che fa parte di noi e forse non si considera abbastanza quanto la nostra formazione come persone sia influenzata dai suoi parametri, veicolati soprattutto dalla televisione e negli ultimi anni anche attraverso internet. Un bombardamento costante e continuo fin dalla primissima infanzia ha sulle persone un effetto profondo e duraturo. L’imprinting è così forte che poi le nostre scelte saranno per forza condizionate dal lavaggio del cervello a cui siamo sottoposti. Prodotti, musichette, slogan, immagini che entrano nella mente e rimangono imprigionati lì per tutta la v...

Norvegia, maxi investimento in autostrade per bici

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Articolo Condiviso Quasi 850 milioni di euro in una rete di strade dedicate ai ciclisti: così il Paese punta a diventare la prima nazione a emissioni zero entro il 2050. La Norvegia ha preso il proposito di diventare "carbon neutral" entro metà del secolo molto seriamente: il governo locale ha annunciato di voler stanziare 8 miliardi di corone norvegesi (poco meno di 847 milioni di euro) in una rete di 10 autostrade a due corsie dedicate esclusivamente alle biciclette, e distribuite per tutto il Paese, dalle città alle aree extraurbane. UN INVITO A PEDALARE.  Si spera così di incentivare l'utilizzo delle due ruote e alleggerire il congestionato trasporto pubblico: le autorità locali sperano che, da qui al 2030, il 10-20% del totale degli spostamenti possa avvenire in bici, e di dimezzare nel breve periodo i gas serra legati ai trasporti, nell'ottica di divenire un Paese a zero emissioni entro il 2050. Il governo sta anche progressivamente aumentando le tas...

Cementificato il 15% delle campagne in 20 anni

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Articolo condiviso In appena vent'anni il 15% delle campagne è stato abbandonato o cementificato: ciò significa un territorio grande come la Lombardia. È allarme e gli agricoltori sono denunciano: «Anche questo contribuisce ai cambiamenti climatici». Ogni giorno sparisce - precisa la Coldiretti - terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) e quella disponibile non si riesce piu’ ad assorbire adeguatamente la pioggia perché siamo di fronte ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si sono manifestati quest'anno con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ma intense e il repentino passaggio dal sereno al maltempo con vere e proprie bombe d'acqua. Il risultato è che in Italia - sottolinea la Coldiretti – oltre 7 milioni di cittadini si trovano in zone esposte al pericolo di frane e alluvioni che riguardano ben l’88 per cento dei comuni sull’intero territorio nazionale. ...