Un milione di nuovi ulivi entro Febbraio 2016
Proseguono i reimpianti nonostante i divieti imposti dall’Unione Europea. Sfidando
le prescrizioni contadini proseguono nella loro opera di piantumazione
Avanza la «disubbidienza civile».
Sottotraccia rispetto
al clamore prodotto
dalle eradicazioni
disposte dal piano Silletti
contro l’inesorabile
espandersi del batterio
Xylella fastidiosa,
«alla media di cinquemila,
forse anche seimila al mese,
va avanti il reimpianto
di giovani ulivi,
malgrado i divieti imposti dalle norme»,
assicura il coordinatore
dell’alleanza dei produttori Voce dell’Ulivo
, Giovanni Melcarne.
Sottotraccia rispetto
al clamore prodotto
dalle eradicazioni
disposte dal piano Silletti
contro l’inesorabile
espandersi del batterio
Xylella fastidiosa,
«alla media di cinquemila,
forse anche seimila al mese,
va avanti il reimpianto
di giovani ulivi,
malgrado i divieti imposti dalle norme»,
assicura il coordinatore
dell’alleanza dei produttori Voce dell’Ulivo
, Giovanni Melcarne.
E rincara: «La provocazione
lanciata da noi la scorsa estate
circa la messa a dimora di un
milione di piante sarà
compiuta in febbraio,
quando tutti gli olivicoltori
avranno terminato
il loro lavoro stagionale
e ci sarà tempo per
dedicarsi all’impianto degli alberi».
Com’è noto, l’Unione europea
ha imposto il divieto assoluto
di reimpianto di giovani ulivi,
una misura duramente
contestata perché rischierebbe
di causare la desertificazione
del territorio salentino,
oltre che di depauperare l’economia legata
all’olivicoltura con
drammatiche conseguenze
sulla filiera che,
dal campo, al frantoio,
allo scaffale del supermercato,
fa approdare l’olio sulle
tavole dei consumatori.
Non è un caso che gli
agricoltori abbiano
preso in considerazione
il ricorso alla Corte di
Giustizia Europea
a salvaguardia della secolare
tradizione olivicola del Salento
e del patrimonio monumentale
che essa vanta con i suoi ulivi secolari.
Sfidando le prescrizioni dell’Ue,
secondo il comitato Voce dell’ulivo,
i contadini, quindi,
proseguono nella loro opera di piantumazione,
consapevoli di essere
esposti al rischio di pesanti sanzioni.
Melcarne spiega:
«Accade in aperta campagna,
dov’è difficile che si vada
a controllare, ma non solo.
L’intento è quello di garantire
un futuro olivicolo a questa terra,
utilizzando piante coltivate
nei nostri vivai o
che arrivano da fuori nonostante
i divieti di movimentazione.
Ormai è noto che almeno quattro
varietà non manifestano la malattia:
Leccino, Coratina, Frantoio, Pendolino.
Gli olivicoltori che non hanno
ancora piantato si stanno attrezzando
per farlo perché nessuno è
disposto a subire passivamente
le decisioni dell’Unione europea.
Prima o poi si dovranno
confrontare con noi.
In questo momento siamo
in piena attività nei frantoi,
grazie anche all’ottima annata olearia.
Qui si parla solo di
eradicazioni, ma per il nostro
futuro nessuno si impegna».
lanciata da noi la scorsa estate
circa la messa a dimora di un
milione di piante sarà
compiuta in febbraio,
quando tutti gli olivicoltori
avranno terminato
il loro lavoro stagionale
e ci sarà tempo per
dedicarsi all’impianto degli alberi».
Com’è noto, l’Unione europea
ha imposto il divieto assoluto
di reimpianto di giovani ulivi,
una misura duramente
contestata perché rischierebbe
di causare la desertificazione
del territorio salentino,
oltre che di depauperare l’economia legata
all’olivicoltura con
drammatiche conseguenze
sulla filiera che,
dal campo, al frantoio,
allo scaffale del supermercato,
fa approdare l’olio sulle
tavole dei consumatori.
Non è un caso che gli
agricoltori abbiano
preso in considerazione
il ricorso alla Corte di
Giustizia Europea
a salvaguardia della secolare
tradizione olivicola del Salento
e del patrimonio monumentale
che essa vanta con i suoi ulivi secolari.
Sfidando le prescrizioni dell’Ue,
secondo il comitato Voce dell’ulivo,
i contadini, quindi,
proseguono nella loro opera di piantumazione,
consapevoli di essere
esposti al rischio di pesanti sanzioni.
Melcarne spiega:
«Accade in aperta campagna,
dov’è difficile che si vada
a controllare, ma non solo.
L’intento è quello di garantire
un futuro olivicolo a questa terra,
utilizzando piante coltivate
nei nostri vivai o
che arrivano da fuori nonostante
i divieti di movimentazione.
Ormai è noto che almeno quattro
varietà non manifestano la malattia:
Leccino, Coratina, Frantoio, Pendolino.
Gli olivicoltori che non hanno
ancora piantato si stanno attrezzando
per farlo perché nessuno è
disposto a subire passivamente
le decisioni dell’Unione europea.
Prima o poi si dovranno
confrontare con noi.
In questo momento siamo
in piena attività nei frantoi,
grazie anche all’ottima annata olearia.
Qui si parla solo di
eradicazioni, ma per il nostro
futuro nessuno si impegna».
Intanto, l’assessore regionale
alle Risorse agroalimentari,
Leo Di Gioia,
fa sapere che sono stati
pubblicati sul Bollettino
Ufficiale della Regione Puglia
del 22 ottobre
tre inviti «per attività di ricerca,
sperimentazione e
trasferimento dell’innovazione mirati
alla prevenzione e
al contenimento della Xylella fastidiosa»
con copertura finanziaria
complessiva di 2 milioni di euro.
Ma a prescindere da questo,
per Giovanni Melcarne,
ciò che invece accadrà nei
prossimi mesi è a abbastanza prevedibile:
«Si continueranno a piantare ulivi
giovani in barba ai divieti,
e ciò perché le autorità sono
sorde rispetto al grido
d’allarme che parte dal Salento.
Tagliare non basta.
Alla gente bisogna anche
dare una speranza».
alle Risorse agroalimentari,
Leo Di Gioia,
fa sapere che sono stati
pubblicati sul Bollettino
Ufficiale della Regione Puglia
del 22 ottobre
tre inviti «per attività di ricerca,
sperimentazione e
trasferimento dell’innovazione mirati
alla prevenzione e
al contenimento della Xylella fastidiosa»
con copertura finanziaria
complessiva di 2 milioni di euro.
Ma a prescindere da questo,
per Giovanni Melcarne,
ciò che invece accadrà nei
prossimi mesi è a abbastanza prevedibile:
«Si continueranno a piantare ulivi
giovani in barba ai divieti,
e ciò perché le autorità sono
sorde rispetto al grido
d’allarme che parte dal Salento.
Tagliare non basta.
Alla gente bisogna anche
dare una speranza».
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