Mafia Capitale, “ce sarà ‘na terza infornata”

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Ne è convinto Antonio Mancini, ex della banda della Magliana. “Carminati ha qualcuno sopra di lui. Loro si arricchiscono con gli immigrati, gli ultimi. Noi per prendere Roma sparavamo solo ai capi”

“Ce sarà ‘na terza infornata”. Parole di uno che se ne intende – Antonio Mancini, alias l’Accattone, intervistato dal ‘Quotidiano Nazionale’ – e per il quale gli arresti di Mafia Capitale non sono ancora finiti. La tesi – tutt’altro che campata in aria, vista la consistente mole delle informazioni in possesso della procura della Repubblica di Roma – è di chi il malaffare l’ha vissuto in persona. Mancini, esponente storico dell’organizzazione malavitosa che operò a partire dagli anni Settanta e una volta finita la saga delinquenziale divenuto collaboratore di giustizia.
“I pescecani devono ancora venire fuori e non so se lo faranno mai”
“Fare i soldi con gli ultimi mi fa vomitare”. Lui ne è convinto, non è finita. Perché Massimo Carminati, il presunto boss dell’attuale cupola capitolina, “ha qualcuno sopra di lui”. E ancora: “I pescecani devono ancora venire fuori e non so se lo faranno mai”. L’ex terrorista, poi, dà un personale giudizio sul sistema di corruzione che sconquassa ogni giorni di più il mondo politico e sociale di Roma: “Fare i soldi con gli immigrati, gli ultimi, mi fa vomitare”. E spiega in parole povere, l’Accattone, qual era la filosofia della Banda: “Noi per prendere Roma sparavamo solo ai capi”.

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