Il paradiso della mafia è in Germania?

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 – 17 APRILE 2014PUBBLICATO IN: GERMANIA


Banche, cantieri, gioco d’azzardo. Secondo gli esperti non c’è settore in Germania  che non sia infiltrato dalla criminalità organizzata. Ma il problema non è ancora stato preso abbastanza sul serio.
Alla fine sono arrivati a un patteggiamento: mercoledì il tribunale di Colonia ha deciso che i siciliani devono scontare rispettivamente una condanna a tre anni e mezzo e quattro anni e tre mesi di reclusione (09/04/2014). Il reato? Favoreggiamento dell’evasione fiscale e mancato versamento delle retribuzioni. I quattro reo-confessi hanno ammesso di aver truffato il governo tedesco e le casse della previdenza sociale per 6.000.000 di euro. Con l’aiuto di 14 società fittizie sono state emesse fatture false ad altre imprese di costruzione. Queste sono riuscite a fornire alla guardia di finanza false fatture per pagare poi meno tasse. L’interesse mediatico per la sentenza è stato grande, perchè dietro ai traffici di questi uomini è stato ipotizzato un sistema, quello mafioso. Dunque si è trattato di un processo di mafia dell’edilizia. Ma dal punto di vista della giustizia questa resta un’affermazione “indistinta”, spiega alla Deutsche Welle il portavoce del tribunale regionale Achim Hengstenberg dopo la lettura del dispositivo. Non si è riusciti a trovare un legame con la mafia. E non sono entrate in gioco nemmeno “altre modalità di agire” normalmente compatibili con la mafia, spiega Hengstenberg. “Comunque è quasi sbalorditivo che sia stato costruito un intero sistema di società prestanome che ha portato a condanne così risibili”, dice alla Deutsche Welle Anna Neifer , giornalista e coautrice del documentario dell’ARD (il principale gruppo radiotelevisivo pubblico in Germania, ndt) “Attenzione alla mafia! Come le bande criminali minacciano la Germania”. Per il suo film, trasmesso lunedì dalla televisione tedesca, ha anche seguito assiduamente il processo di Colonia assieme a colleghi della WDR (Westdeutscher Rundfunk, ndt), dello “Spiegel online” e del gruppo editoriale Funke.
Mafia come problema globale
Per lungo tempo la mafia in Germania è stata considerata qualcosa di inconcepibile. Ma i tempi sono mutati, gli esperti ne sono certi. “La mafia già da tempo non è più un fenomeno specifico riguardante solo l’Italia, ma un problema globale e transnazionale”, dice André Schulz, presidente della Polizia Federale Criminale Tedesca (BDK). “La Germania da tempo  non solo viene considerata come meta tranquilla e di ritiro della mafia italiana, ma frattanto apprendiamo che i diversi gruppi mafiosi a casa nostra conducono i loro affari in modo estremamente attivo e quasi totalmente indisturbati. I suoi settori di attività, secondo la BDK: traffico di stupefacenti, traffico d’armi, potenzia l’edilizia, il settore bancario e il gioco d’azzardo. “I mafiosi si spartiscono – sotto le mentite spoglie di onesti imprenditori – la nostra vita economica e infiltrano il settore pubblico, ad esempio facendo venir meno la concorrenza leale nelle gare d’appalto, principalmente con offerte truccate nel settore edilizio”, dice Schulz. Secondo le notizie riportate dai media, l’ufficio criminale regionale del Nordrhein-Westfalen disporrebbe di un documento, secondo cui la mafia italiana sarebbe profondamente infiltrata nell’attività edilizia del Nordrhein-Westfalen. “Qui sul territorio non esiste un solo cantiere nel quale la mafia non guadagni”, cita il rapporto, la cui esistenza non viene nè confermata nè smentita dall’ufficio criminale regionale. Di un attendibile dossier del BKA, secondo il quale nella Repubblica Federale vivono almeno 460 sospetti mafiosi, scrive anche lo “Spiegel Online”. Di questi oltre la metà sono affiliati alla ‘Ndrangheta calabrese, 88 alla Camorra, 77 a Cosa Nostra e 14 a iclan pugliesi. Il presidente regionale del Nordrhein-Westfalen dell’ufficio Federale Criminale Tedesco, Sebastian Fiedler, ha detto al quotidiano che non esiste quasi nessun paese in cui la mafia abbia vita così facile quanto la Germania.
L’esistenza negata
“Il problema maggiore in Germania rispetto alla questione, è che i tedeschi dicono sempre: noi non abbiamo nessuna mafia”, dice il giornalista Marko Rösseler, che pure ha partecipato al documentario sulla mafia alla WDR. Rösseler ed i suoi colleghi hanno condotto ricerche in entrambi i Ländern, hanno parlato con magistrati e inquirenti. Le ricerche in Italia hanno avuto un decorso diverso rispetto a quello della Repubblica Federale. “Bisogna dire che lì le persone parlano apertamente di mafia con più coraggio o addirittura la combattono, a differenza della Germania”. La Germania facilita le cose alle strutture mafiose, secondo il messaggio dei protagonisti. “In Germania la mafia può agire pressoché indisturbata”, dice nel documentario Roberto Scarpinato, magistrato a Palermo. Il giornalista Rösseler vede responsabile di questo anche il sistema giudiziario. Mentre in Italia qualcuno in contatto con l’organizzazione mafiosa può già essere sottoposto ad arresto, in Germania persino membri dichiarati di una organizzazione mafiosa possono vivere indisturbati, dice l’autore alla WDR. “Manca la legislazione adeguata”, dice anche l’autrice Neifer. “Le autorità italiane e tedesche dovrebbero collaborare più intensamente”.
Meno funzionariaddetti alla polizia criminale
Secondo il presidente federale del sindacato della polizia, Oliver Malchow, se le indagini sulla criminalità organizzata procedono a rilento, dipende anche dalla politica del personale di polizia. “Da molti anni stiamo subendo la riduzione del personale”, spiega alla DW. Questo viene altresì legittimato dall’andamento negativo dei numeri di una statistica della criminalità che non documenta correttamente questi casi.” I responsabili politici non sono in fondo per nulla consapevoli che tali strutture criminali le abbiamo qui e che pertanto necessitiamo anche di personale per poter lavorare adeguatamente. “Inoltre molti posti di lavoro vengono dirottati nel contrasto al terrorismo. “Per questa ragione si avverte il bisogno proprio in questi settori”, dice Malchow. “Ma se  politicamente non ci si è ancora effettivamente arrivati e se non si supporta la cosa tanto quanto sarebbe effettivamente necessario, è anche perché non si possono dimostrare rapidi successi”.

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