ESPROPRIO PROVINCIALE


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Dovevano sparire. Il Governo Letta ne ha

 garantito la sopravvivenza almeno 

fino alla riscrittura della Carta 

Costituzionale. 

Ma le ha svuotate di tutti i poteri.




Redazione Cadoinpiedi.itGettate dalla finestra dal decreto Monti dopo 
anni di discussioni
 sulla possibilità di abolizione, rientrate 
dalla porta grazie alla
 Corte Costituzionale, le Province sono 
ricomparse in un
 disegno di legge del Governo Letta, 
sia pure con 
notevoli limitazioni. Ma la sopravvivenza è
 garantita almeno fino alla riscrittura della 
Carta Costituzionale, che visto l'andazzo
 potrebbe avere tempi non propri brevissimi.

L'esperienza del Governo Monti è servita da lezione:

 abolire le Province da mattino a sera non si può, perché 
sono iscritte nella Costituzione. E allora l'esecutivo guidato
 da Enrico Letta si è limitato a svuotare gli enti praticamente 
di tutti i loro poteri, in vista della riforma 
dell'architettura dello Stato.
 L'Upi, unione delle Province Italiane, torna sulle barricate,
 ma è difficile che serva.

Il provvedimento è stato approvato venerdì 26 luglio in 

Consiglio dei ministri (Cdm) e prevede che "le province
 diventino enti territoriali di secondo livello" il che significa
 per prima cosa non ci saranno elezioni. La riforma deve
 essere approvata dalla Conferenza Unificata per poi tornare 
in Cdm per l'ok definitivo.

Se l'iter fosse concluso entro la fine di quest'anno,

 si riuscirebbero a evitare le elezioni 2014, con un 
risparmio immediato di 600-700 milioni di euro. 
Se tutto va come previsto, dal primo gennaio del
 prossimo anno le Province coesisteranno con le 
città metropolitane, laddove già previste dalla legge del 1990
 finora inapplicata, ovvero Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna,
 Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria. 
La città metropolitana di Roma Capitale
 avrà una disciplina parte.

Nel frattempo i presidenti o i commissari delle attuali Province 

hanno tempo fino alla fine di agosto 2013
 per convocare i sindaci dei comuni 
del territorio e dare vita ad un ente 
di secondo grado semplificato, 
con un presidente - inizialmente il sindaco del capoluogo - 
un'assemblea di sindaci, che in seguito
 eleggerà il presidente,
 e un organo più ristretto di sindaci, il Consiglio provinciale,
 con compiti di indirizzo. Tutti a titolo gratuito.

Alle Province sono rimaste le funzioni di

pianificazione su territorio,
 ambiente, trasporto, rete scolastica e la
 gestione diretta delle 
strade provinciali. Il disegno di legge
 ha incentivato poi le
 unioni tra piccoli e piccolissimi comuni, 
che avranno diritto
 a partecipare ai consigli provinciali. 
Dal primo luglio 2014, 
inoltre, le città metropolitana sostituiranno
 le Province, 
definitivamente soppresse, sperando 
che nel frattempo 
sia arrivata la riforma costituzionale. 

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