Le prossime elezioni faranno solo ulteriore confusione politica e soprattutto non serviranno a nulla, a prescindere da chiunque vinca. Ma i politici continuano la loro battaglia di retorica, tra talk show e siparietti comici.
"SONO UN UOMO MORTO". UN PENTITO RACCONTA LA 'NDRANGHETA AL NORD
Riciclaggio di denaro sporco, rapporti con la politica, appalti e opere pubbliche. Le infiltrazioni del potere criminale raccontate da Rocco Varacalli, che ha deciso di collaborare con la giustizia, nel nuovo saggio in libreria per Chiarelettere
"Non siamo più la sua famiglia, non è degno, come non lo è mai stato, di dire che fa parte di una famiglia pulita, pulita e onesta come la nostra."
Questo è un brano della lettera di alcuni famigliari di Rocco Varacalli, che è stata pubblicata sul quotidiano Calabria Ora il 22 aprile 2010, dopo le sue rivelazioni al processo Stupor mundi sul ruolo delle cosche calabresi nel traffico internazionale di droga.
Sono un uomo morto è la storia di Rocco Varacalli, il primo pentito che ha svelato i segreti della 'ndrangheta al nord.
Per la prima volta un appartenente alla criminalità organizzata calabrese racconta tutta la sua vita, la sua storia,dentro un libro.
Noi ci siamo incontrati per la prima volta nel 2010, io venni contattato direttamente da Rocco Varacalli attraverso un Avvocato calabrese, che conosceva entrambi. Io infatti avevo coperto una parte della mia carriera in Calabria e poi ero tornato in Piemonte. Lui mi telefonò e disse che si poteva fidare di me.
Ci siamo incontrati una prima volta in un albergo fuori Torino, lungo una autostrada. Inizialmente si era pensato di fare un'intervista, poi si è deciso di fare un libro, perché lui voleva raccontare la verità sul grande potere delle cosche calabresi al nord e in particolare nel nord ovest, tra Piemonte, Liguria e Lombardia.
Varacalli ha raccontato nei minimi particolari le infiltrazioni della 'ndrangheta nel nord ovest d'Italia, in particolare Piemonte e Liguria; ha raccontato i legami che ci sono con la politica e soprattutto la parte che riguarda il riciclaggio del denaro sporco; ha raccontato le infiltrazioni nei cantieri dell'alta velocità Torino Milano, nella costruzione di alcune opere delle olimpiadi di Torino del 2006; ha raccontato i rapporti che sono intercorsi con alcune aziende per la costruzione del Porto di Imperia, in Liguria. Lui stesso è stato uno spacciatore per più di 15 anni, e nel libro racconta di avere smerciato centinaia di quintali di cocaina e eroina, di aver riciclato denaro sporco attraverso una sua piccola ditta che costruiva appartamenti.
Per la prima volta è riuscito a svelare come gli stessi linguaggi che si utilizzano in Calabria siano poi replicati pari pari anche al nord.
Varacalli racconta come non ci sia alcuna differenza tra quello che succede nella casa madre ovvero nel suo paese e in provincia di Reggio Calabria, e quello che invece succede anche a Torino, Milano e Genova.
La stretta di mano con Berlusconi.
All'inaugurazione del centro commerciale Le Gru di Grugliasco il 9 dicembre 1993 c'erano i Carabinieri in alta uniforme, una sfilata di politici e persino il parroco con l'acqua santa.
Berlusconi è arrivato in elicottero, accompagnato da Confalonieri; il Cavaliere sorrideva, stringeva mani, ringraziava tutti, in particolare chi aveva lavorato alla costruzione dell'ipermercato, c'erano Antonino Dramesino e Domenico La Torre, che solo in seguito avrei scoperto essere affiliati alla onorata società calabrese.
C'erano i grandi nomi della 'ndrangheta trapiantati in Piemonte, i Belfiore, i cugini di Mario Ursino e gli Ietto, una sfilata di mammasantissima originari di Locri, Bovalino, Gioiosa Ionica, Natile di Careri, San Luca e Siderno. Io non ero ancora stato battezzato, non ero ancora un mafioso, solo negli anni successivi avrei capito che la 'ndrangheta aveva riciclato una montagna di denaro nei 21 mila metri quadrati del nuovo ipermercato.
Questo è uno dei tanti episodi raccontati da Varacalli nel libro Sono un uomo morto.
Questo è un brano della lettera di alcuni famigliari di Rocco Varacalli, che è stata pubblicata sul quotidiano Calabria Ora il 22 aprile 2010, dopo le sue rivelazioni al processo Stupor mundi sul ruolo delle cosche calabresi nel traffico internazionale di droga.
Sono un uomo morto è la storia di Rocco Varacalli, il primo pentito che ha svelato i segreti della 'ndrangheta al nord.
Per la prima volta un appartenente alla criminalità organizzata calabrese racconta tutta la sua vita, la sua storia,dentro un libro.
Noi ci siamo incontrati per la prima volta nel 2010, io venni contattato direttamente da Rocco Varacalli attraverso un Avvocato calabrese, che conosceva entrambi. Io infatti avevo coperto una parte della mia carriera in Calabria e poi ero tornato in Piemonte. Lui mi telefonò e disse che si poteva fidare di me.
Ci siamo incontrati una prima volta in un albergo fuori Torino, lungo una autostrada. Inizialmente si era pensato di fare un'intervista, poi si è deciso di fare un libro, perché lui voleva raccontare la verità sul grande potere delle cosche calabresi al nord e in particolare nel nord ovest, tra Piemonte, Liguria e Lombardia.
Varacalli ha raccontato nei minimi particolari le infiltrazioni della 'ndrangheta nel nord ovest d'Italia, in particolare Piemonte e Liguria; ha raccontato i legami che ci sono con la politica e soprattutto la parte che riguarda il riciclaggio del denaro sporco; ha raccontato le infiltrazioni nei cantieri dell'alta velocità Torino Milano, nella costruzione di alcune opere delle olimpiadi di Torino del 2006; ha raccontato i rapporti che sono intercorsi con alcune aziende per la costruzione del Porto di Imperia, in Liguria. Lui stesso è stato uno spacciatore per più di 15 anni, e nel libro racconta di avere smerciato centinaia di quintali di cocaina e eroina, di aver riciclato denaro sporco attraverso una sua piccola ditta che costruiva appartamenti.
Per la prima volta è riuscito a svelare come gli stessi linguaggi che si utilizzano in Calabria siano poi replicati pari pari anche al nord.
Varacalli racconta come non ci sia alcuna differenza tra quello che succede nella casa madre ovvero nel suo paese e in provincia di Reggio Calabria, e quello che invece succede anche a Torino, Milano e Genova.
La stretta di mano con Berlusconi.
All'inaugurazione del centro commerciale Le Gru di Grugliasco il 9 dicembre 1993 c'erano i Carabinieri in alta uniforme, una sfilata di politici e persino il parroco con l'acqua santa.
Berlusconi è arrivato in elicottero, accompagnato da Confalonieri; il Cavaliere sorrideva, stringeva mani, ringraziava tutti, in particolare chi aveva lavorato alla costruzione dell'ipermercato, c'erano Antonino Dramesino e Domenico La Torre, che solo in seguito avrei scoperto essere affiliati alla onorata società calabrese.
C'erano i grandi nomi della 'ndrangheta trapiantati in Piemonte, i Belfiore, i cugini di Mario Ursino e gli Ietto, una sfilata di mammasantissima originari di Locri, Bovalino, Gioiosa Ionica, Natile di Careri, San Luca e Siderno. Io non ero ancora stato battezzato, non ero ancora un mafioso, solo negli anni successivi avrei capito che la 'ndrangheta aveva riciclato una montagna di denaro nei 21 mila metri quadrati del nuovo ipermercato.
Questo è uno dei tanti episodi raccontati da Varacalli nel libro Sono un uomo morto.
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