Sapete chi chiede democrazia nel M5S?
http://lapennadoca.wordpress.com/2012/12/11/sapete-chi-chiede-democrazia-nel-m5s/
Coloro che chiedono democrazia all’interno del Movimento 5 Stelle sono coloro che non hanno capito un cazzo ed è giusto che vadano fuori dalle palle! Se è vero come è vero che l’obiettivo è di mandare nelle varie istituzioni portavoce, vorrei dire anonimi, in grado di raccordarsi con la gente ed essere il filo conduttore bidirezionale delle informazioni e dei bisogni reali che si fanno proposta, questa e solo questa è la vera democrazia, mi dite che differenza fa se va uno od un altro? L’unica differenza che vedo è che sia giusto cercare di garantirsi a che vadano a rappresentarci solo coloro che hanno veramente capito ed effettivamente metabolizzato cosa voglia dire uno vale uno e che certamente non vuol dire io. Chi si sente escluso dalla candidatura, per qualsivoglia motivo di metodo adottato per la designazione e successiva votazione dei candidati, non ha capito niente e farebbe meglio a tacere piuttosto che continuare a dimostrarsi stupido o quel che peggio in malafede. Se il movimento si dà regole per evitare che la politica diventi un mestiere perché scannarsi per farsi eleggere e sulla base di quali autovalutazioni del tutto autoreferenziali si ha il diritto di sentirsi superiori agli altri e quindi più meritevoli lagnandosi di essere stati esclusi? è forse facendo crocchi di sostegno che si pensa di cambiare la politica del nostro paese? non mi sembra questo né nuovo né particolare sintomo d’intelligenza, forse di furbizia.
Io pur invitato a candidarmi, con tanto di laurea, enorme esperienza professionale ad alti livelli, mi sono autoescluso, ma non per questo mi sento meno motivato a lavorare per l’interesse generale, anzi sarò un cerbero nei confronti dei portavoce che non dovessero rispettare le nostre regole, cercando tuttavia nel mio piccolo di metterli nelle migliori condizioni possibili per svolgere al meglio la loro funzione. In altra occasione avevo espresso che i vari candidati nel filmato di presentazione, dopo, una prima inquadratura di riconoscimento, parlassero da dietro una maschera, uguale per tutti, che se fossi stato Grillo avrei imposto proprio per sottolineare e ricordare che non importa chi viene eletto, fatte salve alcune caratteristiche basilari quali il saper parlare, il saper relazionarsi con gli altri, la capacità di lavorare in gruppo, il saper ascoltare.
Discussioni sull’organizzazione interna, le piattaforme, il metodo di voto on line possono essere funzionali solo se riusciamo a portare la gente dentro le istituzioni e le istituzioni fra la gente. La rete sicuramente rappresenterà l’imprescindibile domani ed è quindi giusto che fin da oggi si esasperino le sue potenzialità, se non altro come momento di stimolo alla doverosa e altrettanto imprescindibile alfabetizzazione. Tuttavia, Pizzarotti, a Parma, capito che al momento la partecipazione attraverso la rete, per pigrizia, stanchezza, incapacità, non era ancora quella auspicata si è messo a portare la giunta nelle strade e nei quartieri. Questo non significa che la rete non abbia il suo valore, ma semplicemente che occorre prima risvegliare il piacere/dovere di partecipare e poi, pian piano, insegnare il modo più semplice e diretto per farlo. Io, ma sono vecchio, credo che il successo del M5S sia solo in parte legato alla rete, che ha tuttavia permesso di creare i primi centri di aggregazione appunto in rete intorno ai quali è stato possibile poi convogliare parte degli “ammiratori” e degli “spettatori” di Beppe che si è speso nei suoi spettacoli, retribuiti, e poi gratuitamente nelle piazze. Non è un caso se i post o tweet più apprezzati sono quelli corredati da video; infatti il video è il trade-unione tra il virtuale della rete e il reale della vita quotidiana e quando si desidera un messaggio d’impatto ci si affida a un video, come si suol dire ci si mette la faccia. Quello che ha fatto oggi Grillo che ha mandato, non alla sua solita maniera accattivante, ma veramente da incazzato affanculo quella pletora di speculatori del lavoro di noi tutti che non chiediamo nulla in cambio se non realmente di cambiare l’Italia mentre loro “avanguardisti” chiedono posti e visibilità, ma “democratica”.
Abbiate anche il mio, per quello che vale, personale vaffanculo.
PENNAdOCA
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