Benigni e la Costituzione: ascolti e incassi della Rai sulla "Più bella del mondo"

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Con molto buonismo e tanta retorica Benigni ha omaggiato la Costituzione Italiana. Tutti buoni, tutti bravi, a cominciare dai padri costituenti, che poi altri non erano che politici del tempo che avrebbero continuato la loro carriera, in maniera molto meno esaltante, per finire con i Patti Lateranensi tra Mussolini e il Vaticano. Tutto giusto e, per certi versi, ce lo si poteva aspettare, troppo pieno di plot ideali la trasmissione: Rai1, la rete governativa per eccellenza, la data pre-natalizia, la Costituzione stessa, entità sulla quale, più o meno, tutti  sono d'accordo.

Comunque, nonostante l'inversione ad U dell'ultimo Benigni -rispetto al primo- alcune cose le puoi dire anche se sei così diplomatico, come nota Dondoni sulla Stampa: "Fatto sta che dichiarare con tono forte e chiaro: “La Chiesa non dovrebbe mai orientare le scelte politiche di uno Stato”, ha creato una linea Maginot fra la “mission” politico-culturale della prima rete di Stato e ciò che è andato in onda."
Al di là dei giudizi sul comico toscano, resta una questione di fondo molto più materiale ma estremamente importante, visti i tempi: quanto è costata la trasmissione e quanto ha incassato la Rai?

Cominciamo con gli ascolti: ottimi, Benigni riesce sempre a catturare l'attenzione e a coinvolgere, dotato com'è di un  naturale carisma. E gli ascolti lo premiano: secondo i dati Rai, 12,6 milioni di spettatori, con share vicino al 44%. Bisogna ritornare un'altra volta a Benigni per ritrovarli, oppure alla nazionale di calcio.E infatti tutti ne parlano. Meno però del cachet di Benigni o meglio, visto che il programma è stato interamente realizzato da lui e dal suo agente, del costo di tutta la trasmissione. L'unico riferimento che si ha, a proposito dei costi, è l'articolo di Carlo Tecce sul Fatto: il compenso sarebbe di 1,8 milioni di euro, che si sommerebbero agli altri 4 delle 12 puntate di Dante, ma quella è un'altra cosa [fonte]. A quel costo, Benigni fornirebbe il programma chiavi in mano, pronto ad andare in onda dal Teatro 5 di Cinecittà, con 150 i tecnici all'opera e 500  spettatori.


Ma quanto ha incassato la Rai dalla trasmissione? Non esistono dati certi. Su Tv fanpagesi azzarda un'ipotesi: considerando che durante il monologo di Benigni non ci sono state interruzioni pubblicitarie e che sono stati mandati due blocchi uno all'inizio e l'altro alla fine, a un costo medio per 30 secondi di spot da 80 a 100 mila euro (su fonte Sipra)  si può immaginare un ritorno di poco inferiore a quanto pagato, ma devo dire che non ho contato i minuti di spot mandati in onda prima e dopo.
Questo spinge a una considerazione: ma nel Governo dei tecnici, e con le nuove nomine Raidei tecnici, respirando quest'aria di spending review a ogni passo e questa rinnovata trasparenza dei pubblici uffici, è mai possibile che non vi siano dati certi su quanto è costata e quanto ha incassato questa trasmissione e se è stata un'operazione a saldo positivo o negativo?

E se, per caso, risultasse che è costata più di quanto abbia incassato, sarebbe giustificabile, visto il periodo di  sacrifici ai quali siamo chiamati? Lo chiedo senza ironia, non sapendo nemmeno bene io la risposta. Cioè, è giustificabile, eventualmente, un'operazione in perditapur di aver questo Benigni?
Roberto Benigni non si discute, specialmente in un momento in cui si fatica a identificarsi con il paese e nel quale la classe politica fa di tutto per smorzare gli entusiasmi dei cittadini. Il comico toscano riaccende la passione politica partendo proprio dalle origini della Repubblica, quella Carta Costituzionale così preziosa ma anche facile scudo retorico. Ma, a quando un po' più di chiarezza, trasparenza e rispetto su temi apparentemente marginali -costi e incassi- ma comunque importanti?

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