Sversamenti abusivi nel parco del Vesuvio

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NAPOLI – Una strada di rifiuti, chilometri di immondizia abbandonati ad anni: siamo a contrada Castelluccio, ai confini tra Ercolano e San Sebastiano al Vesuvio, ai piedi del Gran Cono, in un’area protetta. Comincia da qui il nostro viaggio con Ciro, Anna, Liberato, Pietro e Teodoro, alcuni dei volontari dell’Aisa(Associazione italiana per la sicurezza ambientale) tra le discariche dimenticate del Vesuvio. A contrada Castelluccio il paesaggio cambia velocemente e le collinette diventano sempre più alte. Questa strada fino al 2008 era percorsa da auto compattatori diretti alla discarica Ammendola Formisano. La vicinanza alla cava ha incentivatosversamenti abusivi di ogni tipo. Dal verde ai lati della strada – la cui pavimentazione non è più visibile, sommersa da polvere e detriti – spuntano buste, rifiuti bruciati e materiale non identificabile.
FRIGO E PNEUMATICI A FUOCO – Ai margini della carreggiata è possibile trovare di tutto, amianto, asfalto, plastica, vetro, televisori, frigoriferi, pneumatici, materiali di risulta edile e anche una vasca da bagno. Anni fa questa zona era totalmente pianeggiante, oggi, invece, spuntano qua e là collinette di immondizia, alte fino a tre metri. Proprio nelle scorse ore, come denunciato sulla pagina Facebook “Fra Bellezza e degrado cambiare si può”, la zona è stata interessata da un grosso incendio.
L’AISA – «Oltre a materiali tossici e rifiuti di aziende – spiega Ciro Santoro, vicepresidente nazionale dell’Aisa – nelle discariche abusive spesso troviamo rifiuti che possono essere tranquillamente differenziati». A via Viuli, infatti, si possono notare sacchetti abbandonati pieni di plastica riciclabile, probabilmente abbandonati dal gestore di un bar. Poco più avanti, in via Vesuvio, nella pineta spuntano ancora televisori, plastica, carta, copertoni di auto, carcasse animali in decomposizione e anche gusci di cozze. Stessa scena in uno stabile abbandonato di via Marittima, dove l’immondizia bruciata rende l’aria irrespirabile. Armati di fotocamera, fogli e penna, i volontari documentano discarica dopo discarica lo scempio dei nostri territori.
ESPOSTO IN PROCURA – «La nostra è un attività di monitoraggio e di segnalazione – spiega Anna Palumbo, presidente della sezione ercolanese dell’Aisa – Siamo circa venti unità sul territorio. Dopo aver fotografato, individuato la tipologia di rifiuti e redatto una relazione, inviamo la segnalazione al Comune e se non c’è risposta entra 60 giorni, inviamo un esposto alla Procura». Plastica e stoffa spuntano dal terreno nei pressi della nuova uscita autostradale Ercolano – Portici e accanto a coltivazioni di pomodoro. In questo cumulo di rifiuti, ancora una volta bruciato, si distinguono sacchetti pieni di libri, borse e materiale edile. A via Marsiglia, a due passi dal centro di raccolta dei rifiuti differenziati della Multiecoplast, tra gli alvei si possono ritrovare pezzi di Smart, ancora amianto, balle di abiti bruciate e rifiuti comuni. L’ultima tappa del nostro tour è ai piedi della storica stazione Cook, restaurata e poi abbandonata . Tra cespugli e alberi spunta una carcassa di un’auto data alle fiamme, poco più avanti troviamo porte in legno e tanto vetro, mentre al vertice di un altro cumulo c’è un wc.

Fonte: Rachele Tarantino(corrieredelmezzogiorno.corriere.it)

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