LIBERA CORRUZIONE IN LIBERO STATO
http://www.cadoinpiedi.it/2012/05/28/libera_corruzione_in_libero_stato.html
di Claudio Donini
Il pantano della politica si nutre proprio di corruzione, e avidamente anche, se ne ciba a piene mani. Il prodotto italiano che fa più paura è proprio questo, tiene lontano gli investitori, fa aumentare i costi in maniera esponenziale, peggiora i servizi a discapito dei cittadini e non solo
La corruzione è il male non oscuro del nostro paese, la piovra che affonda l'economia nell'interesse di pochi.
Non si tratta della parodia di una famosa piece teatrale, purtroppo. E' proprio l'esegesi di ciò che sta accadendo nel nostro parlamento, e cioè una resistenza accanita e senza quartiere all'approvazione della legge anticorruzione. Bisogna sapere che si tratta di una direttiva europea già approvata da anni in tutti i paesi dell'Unione, tranne il nostro. Ma ora che l'onda dello sdegno popolare sta tracimando di fronte all'immorale melma della politica, il parlamento si è finalmente deciso ad affrontare la questione. Per approvare la legge? Certo che no, per fare ostruzionismo. "C'è troppa galera" si dice a destra, dimenticando di spiegarci in quale altro posto dovrebbero stare i ladri.
Ma per nostra fortuna il popolo dei mestieranti della politica non ha proprio capito che il crollo verticale nei consensi alle ultime elezioni amministrative è dovuto al dilagare della corruzione, del malaffare insomma. Sembra incredibile è vero, ma evidentemente la boria del potere logora la vista di chi ce l'ha, allontana cioè dal mondo reale, dal respiro della gente comune. Da qui il clima di antipolitica feroce che attraversa il paese e il successo dei "Grillini", criticati, osteggiati, derisi proprio perché fanno paura, tanta paura, rappresentano la protesta che monta inesorabile, il rischio concreto è di esserne travolti, di perdere il potere. A me sembra del tutto chiaro, a questo punto e se mai ce ne fosse ancora bisogno, che il pantano della politica si nutre proprio di corruzione, e avidamente anche, se ne ciba a piene mani, non potrebbe vivere senza questo tessuto malavitoso che permea tutta la società, capillarmente, favorito proprio dalla testa del sistema. Il prodotto italiano che fa più paura è proprio questo, tiene lontano gli investitori, fa aumentare i costi in maniera esponenziale, peggiora i servizi a discapito dei cittadini e non solo.
Intanto dalla Carinzia, la regione austriaca di confine, partono telefonate agli imprenditori del Nord Est per invitarli a trasferire le loro aziende in Austria. Cosa offrono? Semplice normalità, nulla più, hanno solo pensato di esportare normalità, a nostro discapito. Ora la delocalizzazione non è più solo verso paesi a basso costo ma anche verso quelli che offrono semplice trasparenza, bassa burocrazia, efficienza, e questo è anche peggio. Si pensi che in Francia, paese in cui la corruzione è senz'altro un problema meno grave che da noi, ogni parlamentare è tenuto a rispettare un codice deontologico basato su solidarietà e collegialità, concertazione e trasparenza, imparzialità, disponibilità, integrità ed esempio. Un esempio che al di qua delle Alpi, nel nostro immaginario collettivo insomma, è ormai completamente inondato dalle moltitudini dei Cetto Laqualunquementre le figure dei Sandro Pertini sono ormai parte dell'olimpo dei miti e degli eroi, appartengono alla leggenda insomma, sommersi dalle incrostazioni spesse della memoria.
E fu così che a noi restò solo crisi e cassa integrazione, mentre le riforme, quelle vere, restano nel mondo della filosofia e anzi, forse sono pure tossiche. Ma il profeta disse "in tenebris lumen", che per noi il grande de Andrè contò come "dal letame nascono i fior", è questa la speranza che ci resta, e noi come cittadini, dobbiamo e possiamo farlo valere nella cabina elettorale, questo è l'impegno a cui siamo chiamati, perché il momento è adesso.
Non si tratta della parodia di una famosa piece teatrale, purtroppo. E' proprio l'esegesi di ciò che sta accadendo nel nostro parlamento, e cioè una resistenza accanita e senza quartiere all'approvazione della legge anticorruzione. Bisogna sapere che si tratta di una direttiva europea già approvata da anni in tutti i paesi dell'Unione, tranne il nostro. Ma ora che l'onda dello sdegno popolare sta tracimando di fronte all'immorale melma della politica, il parlamento si è finalmente deciso ad affrontare la questione. Per approvare la legge? Certo che no, per fare ostruzionismo. "C'è troppa galera" si dice a destra, dimenticando di spiegarci in quale altro posto dovrebbero stare i ladri.
Ma per nostra fortuna il popolo dei mestieranti della politica non ha proprio capito che il crollo verticale nei consensi alle ultime elezioni amministrative è dovuto al dilagare della corruzione, del malaffare insomma. Sembra incredibile è vero, ma evidentemente la boria del potere logora la vista di chi ce l'ha, allontana cioè dal mondo reale, dal respiro della gente comune. Da qui il clima di antipolitica feroce che attraversa il paese e il successo dei "Grillini", criticati, osteggiati, derisi proprio perché fanno paura, tanta paura, rappresentano la protesta che monta inesorabile, il rischio concreto è di esserne travolti, di perdere il potere. A me sembra del tutto chiaro, a questo punto e se mai ce ne fosse ancora bisogno, che il pantano della politica si nutre proprio di corruzione, e avidamente anche, se ne ciba a piene mani, non potrebbe vivere senza questo tessuto malavitoso che permea tutta la società, capillarmente, favorito proprio dalla testa del sistema. Il prodotto italiano che fa più paura è proprio questo, tiene lontano gli investitori, fa aumentare i costi in maniera esponenziale, peggiora i servizi a discapito dei cittadini e non solo.
Intanto dalla Carinzia, la regione austriaca di confine, partono telefonate agli imprenditori del Nord Est per invitarli a trasferire le loro aziende in Austria. Cosa offrono? Semplice normalità, nulla più, hanno solo pensato di esportare normalità, a nostro discapito. Ora la delocalizzazione non è più solo verso paesi a basso costo ma anche verso quelli che offrono semplice trasparenza, bassa burocrazia, efficienza, e questo è anche peggio. Si pensi che in Francia, paese in cui la corruzione è senz'altro un problema meno grave che da noi, ogni parlamentare è tenuto a rispettare un codice deontologico basato su solidarietà e collegialità, concertazione e trasparenza, imparzialità, disponibilità, integrità ed esempio. Un esempio che al di qua delle Alpi, nel nostro immaginario collettivo insomma, è ormai completamente inondato dalle moltitudini dei Cetto Laqualunquementre le figure dei Sandro Pertini sono ormai parte dell'olimpo dei miti e degli eroi, appartengono alla leggenda insomma, sommersi dalle incrostazioni spesse della memoria.
E fu così che a noi restò solo crisi e cassa integrazione, mentre le riforme, quelle vere, restano nel mondo della filosofia e anzi, forse sono pure tossiche. Ma il profeta disse "in tenebris lumen", che per noi il grande de Andrè contò come "dal letame nascono i fior", è questa la speranza che ci resta, e noi come cittadini, dobbiamo e possiamo farlo valere nella cabina elettorale, questo è l'impegno a cui siamo chiamati, perché il momento è adesso.
Commenti
Posta un commento