Per un'acqua di tutti
Torna in piazza il Forum dell'acqua. Cinque mesi dopo i referendum, il cui dettato è rimasto lettera morta
Cosa significa obbedienza civile?
E' un termine provocatorio. Chiediamo, a partire dalla manifestazione nazionale di oggi a Roma, che si obbedisca al mandato dei cittadini espresso il 12 e 13 giugno, perché nessuno, tra governo e istituzioni locali, sta seguendo il dettato referendario. A partire dal Forum per l'acqua, fino a tutti i comitati territoriali che lo compongono, andremo a chiedere ai cittadini di fare un ulteriore sforzo, che significa andare a eliminare dalla tariffa la quota relativa ai profitti. E quindi ricalcolare la tariffa e pagarla in attuazione del secondo quesito referendario (nella tariffa alla voce 'remunerazione del capitale investito, il 7 percento, ma, in bolletta, tra il 10 e il 20 percento, ndr).
Cosa avrebbe dovuto esser fatto?
In particolare, c'è un tentativo di cancellazione del referendum col decreto del 13 agosto, la cosiddetta manovra estiva. All'articolo 4 di questo decreto è stata riproposta la stessa norma abrogata col primo quesito referendario, il decreto Ronchi, e cioé l'obbligo di privatizzazione di tutti i servizi pubblici locali a partire dal marzo 2012. L'articolo 5 arriva addirittura a dare un premio, un incentivo ai comuni che daranno seguito alle disposizioni di legge, e quindi privatizzeranno. Il governo dice che è escluso per il momento il servizio idrico, ma lo stesso governo dimentica che il decreto Ronchi riguardava tutti i servizi pubblici.
Per quanto riguarda la possibilità dell'ente gestore di 'creare profitto' dal comparto idrico?
Era il secondo quesito, e parlava di eliminare i profitti garantiti ai gestori dalle tariffe, anche qui non si è proceduto all'attuazione. Nessun Ato (ambito territoriale ottimale, i 'consorzi' di gestione delle acque, ndr) ha provveduto a eliminare questa voce dalle tariffe, nonostante la Corte costituzionale, nella sentenza di ammissibilità del quesito sanciva espressamente che la nuova normativa, in caso di abrogazione, sarebbe stata immediatamente applicabile. Questo non è avvenuto se non per l'Ato del bellunese. Da una parte si vuole cancellare l'abrogazione, con il decreto del 13 agosto, rafforzato con la legge di stabilità, dove si arriva addirittura a chiedere il commissariamento degli enti che non daranno seguito alla privatizzazione, e dall'altro c'è il disconoscimento dell'esito referndario.
Cosa vi ha insegnato il referendum?
La campagna referendaria è stato un evento straordinario nella vita democratica del Paese. Sia nella sua organizzazione, circa due milioni di persone si sono attivate per la sua promozione, sia per il risultato: otlre 27 milioni di persone hanno votato. E' un attacco fortissimo alla democrazia, perché la maggioranza assoluta del popolo italiano ha deciso che non si deve privatizzare l'acqua e i servizi pubblici locali. E governo e Parlamento stanno disattendendo questo mandato.
Nessuno ha cominciato a innescare il processo di re-pubblicizzazione degli enti locali che gestiscono l'acqua?
Napoli è il primo comune che dà seguito a quelli che erano i princìpi del referendum. Ovvero rendere pubblico ciò che pubblico dovrebbe essere. Quando si parla di partecipazione dei cittadini, si prevede la partecipazione diretta ad alcuni organi di governance da parte appunto di cittadini, di comitati, di associazioni. E' una partecipazione diretta, e non solo una partecipazione azionaria. Ad oggi, sulla carta ci sono tutte le condizioni perché si avvii ovunque un processo di gestione e partecipazione pubblica del servizio idrico. Quindi, torniamo in piazza a chiedere con forza il rispetto di ciò che è dovuto ai cittadini.
Tutte le iniziative di oggi e dei prossimi giorni sono pubblicate sul sito del Forum italiano dei movimenti per l'acqua.
Commenti
Posta un commento