Edifici scolastici a rischio, l'allarme dei geologi
Ben il 95% delle scuole presenti sul territorio italiano è stato realizzato prima che entrasse in vigore la normativa in materia di costruzioni, risalente al 2008, che ha introdotto nuove regole per la definizione dei rischi sismici legati ai siti. I dati diffusi dal Consiglio Nazionale dei Geologi non sono per nulla confortanti.
di Sara Del Bello
Il 34% delle scuole italiane si colloca in aree sismiche
Oltre la metà degli istituti scolastici, inoltre, non è provvista della certificazione all'idoneità statica la quale dovrebbe rilevare il buono stato strutturale degli edifici. Tutto ciò va poi analizzato alla luce del fatto che il 34% delle scuole italiane si colloca in aree sismiche. Nove milioni è la cifra a cui ammonta il numero di persone che, praticamente ogni giorno, va incontro a seri pericoli per la propria vita, solo per il fatto di mettere piede all'interno di strutture così poco sicure.
Bisognerebbe allora puntare ad una politica di prevenzione, in grado cioè di favorire il miglioramento di tali edifici, attraverso misure d'intervento volte al risanamento delle strutture, nonché al recupero ed alla messa in sicurezza delle stesse. In modo particolare, come sottolinea il CNG, sarebbe necessario garantire nei vari comuni attività di microzonazione sismica, finalizzate ad evitare, quanto più possibile, gli effetti di un terremoto, partendo dallo studio delle differenti aree in cui viene diviso il territorio oggetto di studio.
L'obiettivo consiste nello stimare il livello di sismicità della zona presa in considerazione, valutandone in tal modo gli elementi di rischio connessi. Questo tipo di attività ha, inoltre, il fine di mettere in luce il rapporto tra le caratteristiche geologiche del suolo e la diffusione delle scosse telluriche, sempre allo scopo di prevenire conseguenze disastrose.
Garantire il diritto all'istruzione significa anche offrire strutture in grado di accogliere studenti ed insegnanti salvaguardandone l'incolumità
Si aggiunga poi che lo stesso presidente del CNG ha evidenziato come, nel nostro Paese, si siano spesi circa 150 miliardi di euro, nell'arco di 40 anni, per le situazioni di emergenza dovute ai terremoti, a fronte dei 300 milioni di euro investiti, tra il 1986 ed il 2003, per la prevenzione sismica. Ed è invece proprio su quest'ultima che bisognerebbe indirizzare gli sforzi maggiori. In una realtà come quella italiana dove, sempre facendo riferimento alle dichiarazioni di Gian Vito Graziano, in poco più di quarant'anni, le scosse telluriche hanno portato alla morte 4600 persone, la necessità di affrontare in maniera concreta il problema della sicurezza degli edifici pubblici e dunque anche quelli scolastici, appare quanto mai fondamentale ed improrogabile.
Garantire il diritto all'istruzione significa anche offrire strutture in grado di accogliere studenti ed insegnanti salvaguardandone l'incolumità, a partire anche dal superamento di quei problemi legati alla presenza di edifici troppo spesso fatiscenti, alla carenza di aule e di servizi igenici, alla mancanza di impianti antincendio e così via.
Evitare il riproporsi di tante tragedie, legate a calamità naturali quali i terremoti, richiede solo un vero interesse per la vita di ogni individuo. Purtroppo, troppo spesso, ricavare profitto da situazioni così drammatiche appare di gran lunga più allettante.
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