Movimento 5 stelle: “E ai consiglieri comunali diciamo: rinunciate come noi al gettone di presenza”
Due gesti che danno sostanza allo stile del Movimento 5 stelle che ha fatto la sua prima apparizione in Consiglio Comunale dopo le ultime amministrative: intanto, i due consiglieri comunali Lucio Bianchi e Daniele Farsetti hanno firmato in bianco le loro dimissioni. “Questo atto - spiegano - lo consegnamo agli attivisti del movimento di fronte ai quali rimettiamo simbolicamente il nostro mandato. Era un impegno della nostra campagna elettorale e lo mettiamo in pratica cercando di dare un esempio concreto di come pensiamo la politica: per noi le cariche non sono certo qualcosa di lontano, estraneo dagli elettori o vitalizio. Per evitare inoltre che si formino leadership non condivise, semestralmente ci sottoporremo al giudizio di chi condivide politicamente la nostra esperienza e passione e gli faremo una semplice domanda: siete soddisfatti dal nostro modo di agire e interpretare le istanze del Movimento 5 stelle nel contesto in cui siamo stati eletti? Se la risposta sarà positiva ci prepareremo ad affrontare la prosecuzione del mandato, altrimenti, se negativa, saremo 'mandati a casa', metteremo tranquillamente la data nell’atto di dimissioni oggi in bianco e lasceremo spazio a chi è legittimato a subentrare”.
Idee originali anche per quanto riguarda i gettoni di presenza in Consiglio Comunale. Ecco ancora Lucio Bianchi e Daniele Farsetti: “non è che con i gettoni di presenza si possano raccogliere cifre ingenti come quelle che i nostri consiglieri regionali riescono a mettere da parte per attività di tipo sociale. Ma il principio vale per tutti gli eletti del Movimento e noi non vogliamo sottrarci. È un principio molto semplice che ci porta, intanto, a rinunciare a ogni rimborso elettorale, compresi quelli di cui avremmo diritto in base alla percentuale di voti raggiunta. In secondo luogo, ribadiamo che i nostri consiglieri regionali si auto-tagliano lo stipendio che è di oltre 7.000 euro, si limitano a incassarne 2.500 e il resto lo devolvono su un conto corrente che si incrementa mese per mese fino a che la somma non sarà devoluta a progetti o attività specifiche. Il gettone di consigliere sarà pure modesto ma sommato per due e con il passare del tempo può portare all’incameramento di una fondo che quando avrà raggiunto, facciamo un’ipotesi, i 1.000 euro, sarà oggetto di un sondaggio on-line. Anche in questo caso faremo una domanda ma a differenza di prima, la sottoporremo a tutti gli aretini, di qualunque schieramento siano: come vorreste impiegare la somma? Da un’offerta al Calcit a una borsa di studio, siamo aperti a qualsiasi soluzione. Ma ciò che conta è che rinunciamo ai nostri emolumenti per metterli a disposizione di progetti di cui possa beneficiare la collettività, unico nostro referente rispetto al quale conformare attività politica ed etica comportamentale. E agli altri consiglieri diciamo: se avete voglia di seguire la nostra strada e devolvere il gettone nel fondo, fatevi avanti. Noi crediamo che si può fare politica in modo disinteressato, anche mettendoci qualcosa di tasca, siamo assolutamente contrari al mantra attuale ricorrente e cioè che la politica ha dei costi. Ebbene, se ha dei costi, si possono sostenere personalmente, rinunciando magari a qualche fetta di potere fine a se stesso, o pensare di ridurli. Come? Ad esempio, il Movimento 5 stelle non ha una sede, costosa in termini di affitto o di mutuo. Ci riuniamo sotto le stelle, come stasera, visto che è estate e che ci possiamo tranquillamente trovare in un parco come Villa Severi”
Idee originali anche per quanto riguarda i gettoni di presenza in Consiglio Comunale. Ecco ancora Lucio Bianchi e Daniele Farsetti: “non è che con i gettoni di presenza si possano raccogliere cifre ingenti come quelle che i nostri consiglieri regionali riescono a mettere da parte per attività di tipo sociale. Ma il principio vale per tutti gli eletti del Movimento e noi non vogliamo sottrarci. È un principio molto semplice che ci porta, intanto, a rinunciare a ogni rimborso elettorale, compresi quelli di cui avremmo diritto in base alla percentuale di voti raggiunta. In secondo luogo, ribadiamo che i nostri consiglieri regionali si auto-tagliano lo stipendio che è di oltre 7.000 euro, si limitano a incassarne 2.500 e il resto lo devolvono su un conto corrente che si incrementa mese per mese fino a che la somma non sarà devoluta a progetti o attività specifiche. Il gettone di consigliere sarà pure modesto ma sommato per due e con il passare del tempo può portare all’incameramento di una fondo che quando avrà raggiunto, facciamo un’ipotesi, i 1.000 euro, sarà oggetto di un sondaggio on-line. Anche in questo caso faremo una domanda ma a differenza di prima, la sottoporremo a tutti gli aretini, di qualunque schieramento siano: come vorreste impiegare la somma? Da un’offerta al Calcit a una borsa di studio, siamo aperti a qualsiasi soluzione. Ma ciò che conta è che rinunciamo ai nostri emolumenti per metterli a disposizione di progetti di cui possa beneficiare la collettività, unico nostro referente rispetto al quale conformare attività politica ed etica comportamentale. E agli altri consiglieri diciamo: se avete voglia di seguire la nostra strada e devolvere il gettone nel fondo, fatevi avanti. Noi crediamo che si può fare politica in modo disinteressato, anche mettendoci qualcosa di tasca, siamo assolutamente contrari al mantra attuale ricorrente e cioè che la politica ha dei costi. Ebbene, se ha dei costi, si possono sostenere personalmente, rinunciando magari a qualche fetta di potere fine a se stesso, o pensare di ridurli. Come? Ad esempio, il Movimento 5 stelle non ha una sede, costosa in termini di affitto o di mutuo. Ci riuniamo sotto le stelle, come stasera, visto che è estate e che ci possiamo tranquillamente trovare in un parco come Villa Severi”
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