«Il traffico delle navi è una questione di Stato»

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Vincenzo Mulè 
 
INTERVISTA.
Morte del capitano De Grazia e legami con l’uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin: i lavori della commissione ecomafie sono a una svolta. Ne parla Alessandro Bratti.
I lavori della commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti sono giunti a un punto di svolta. In special modo per quello che riguarda la vicenda relativa alle cosiddette navi dei veleni. Alessandro Bratti è capogruppo Pd della commissione, ed è uno dei membri dell’organismo presieduto da Gaetano Pecorella che più ha lavorato sulla vicenda.
A che punto siete con i lavori?
Siamo in una fase molto delicata, perchè sta emergendo che i traffici dei rifiuti non sono solo una questione di natura ambientale, Il tema che emerge e sul quale indagheremo è capire quanto il nostro governo sia stato o sia ancora coinvolto, attraverso pezzi di apparati dello Stato. Abbiamo rilevato in diversi situazioni la costante presenza nei traffici di aziende di Stato. Un elemento che emerge dalle dichiarazioni e audizioni di alcuni pentiti, dalle carte dei lavori fatti dalle precedenti commissioni e dagli atti delle vecchie inchieste. L’aspetto che emerge è il coinvolgimento dei servizi segreti cosiddetti deviati.
Di quali aziende parliamo?
Debbo premettere che non ho motivi per dubitare che le attività di smaltimento dei rifiuti non si siano svolte in maniera regolare. È un fatto, però, che la Monteco si sia occupata del trattamento dei rifiuti pericolosi in Libano. La Monteco era un’azienda dell’Eni, che ha operato su una commessa del ministero degli Esteri. Così come Nucleco e Enea erano le realtà statali che lavoravano su rifiuti nucleari.

In un documento secretato, pubblicato da Terra, c’è la prova del coinvolgimento del Sismi e del governo nei traffici...

Abbiamo chiesto al Copasir di togliere il segreto, anche se ormai di segreto c’è ben poco. L’unico dubbio rimasto è sui fondi stanziati. Bisogna cercare di capire che tipo di attività riguardassero. Comunque, l’intervento dei servizi è certo, compreso quello di personaggi anomali ad essi legati.
Giorgio Comerio è un personaggio chiave di questa vicenda. Nei giorni scorsi si è detto disponibile a essere ascoltato da voi. Siete stati contattati?
No, anzi. Noi avremmo piacere di ascoltarlo, pendenze penali che lo riguardano permettendo. Tempo fa, ci è stato segnalato fosse in Liguria.
Perché per voi è così importante risalire all’identità dell’informatore Pinocchio?
Se è vero quello che dice, non è u informatore di poco conto. Parla di traffico di rifiuti radioattivi, tira in ballo il senatore Noè, parla di navi che da La Spezia partono per l’Asia cariche di sostanze radioattive. Posso dire con ragionevole certezza che non si tratta di un semplice cittadino.

Cosa manca per raggiungere la verità?

In tutta questa vicenda, ci sono una serie di questioni che non tornano. A cominciare dalla morte del capitano De Grazia. Per finire ai legami con la morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Ed episodi inquietanti. Aldo Anghessa, uomo legato ai servizi, venne ascoltato dal pool di Reggio Calabria. Nel corso dell’interrogatorio, l’uomo prevede quello che da lì a un anno accadrà al pool investigativo. Compreso lo spostamento di competenza dell’inchiesta.
Intervistato da Terra, nelle scorse settimane il maresciallo Scimone, che faceva parte della squadra del pm Neri, ha rivelato che dietro questo spostamento c’era la mano del Sisde.
 

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