PD, PDL e Lega dicono sì ai privilegi della Casta

Di Davide Del Bono

Come volevasi dimostrare, bocciata in Commissione Bilancio la nostra prima proposta di legge,la numero 7 sulla riduzione delle indennità, gettoni di presenza, rimborsi spese forfettari ed eliminazione del vitalizio. Legge che, se approvata, avrebbe permesso un risparmio di 12 milioni di euro l'anno. Certo bruscolini rispetto ai 7 miliardi di euro di debito della Regione Piemonte, ma sempre un chiaro segnale di un cambiamento netto e soprattutto volontario: infatti la riduzione prospettata dalla proposta di legge dell'Ufficio di Presidenza del 10% licenziata positivamente dalla Commissione Bilancio, è per adesione volontaria alla richiesta venuta da Roma ex dlgs 78/2010 (cd Tremonti). Se non si rispettava si prevedeva un taglio ai trasferimenti statali di circa 50 milioni di euro!!
Non di meno il moVimento 5 stelle si è fatto valere: ho presentato circa 20 emendamenti alla PDL 107 in cui chiedevo la riduzione dell'indennità del 30% e non del 10%(-2000 lordi), la riduzione immediata del vitalizio (ad 1/3 dell'attuale che concede dopo i 65 anni un assegno mensile di 3000 € dopo un mandato fino ad un massimo di 8000 € dopo 4 mandati) con eliminazione a partire dalla prossima legislatura, l'eliminazione dei rimborsi forfettari (oltre 2400 € netti mensili), la riduzione dei gettoni di presenza da 122 € ad una cifra simbolica di 1 €.
La discussione si è protratta per 210 minuti in un quasi soliloquio del moVimento 5 stelle. Il Presidente Cattaneo ci ha ragguagliato su alcuni dati tecnici a riguardo della famosa sentenza della Corte di Cassazione in merito alla restituzione del vitalizio. Il PD ha votato contro a tutti gli emendamenti. Il consigliere di maggioranza, Maurizio Lupi dei Verdi Verdi, la lista contestata dai Verdi di Bonelli, avviato ad entrare nel Terzo Polo con Rutelli e Casini, ad un certo punto è sbottato dicendo: "ora chiedo l'eliminazione del suffragio universale!!" Il dibattito è stato, come al solito, prossimo a zero.

Ciliegina sulla torta l'ultimo emendamento di sfida: hanno acesso alle spese di funzionamento del gruppo, esclusa la quota per l'assunzione di collaboratori, solo quei consiglieri di gruppi che hanno rinunciato al rimborso elettorale. Scompiglio generale di tutti con la consigliera Artesio-Fed.Sinistra che, con onestà intellettuale, dichiara di aver votato contro al referendum abrogativo del 1993, considerando l'importanza dei partiti e del finanziamento pubblico. In netta difficoltà anche l'IDV Buquicchio che si ripara dietro il padre-padrone Di Pietro che si incamera anche i rimborsi regionali (cit.).

Ora siamo pronti agli emendamenti in Aula che avverranno con ogni probabilità mercoledì 29 o al più tardi giovedì 30, per cui abbiamo indetto in contemporanea una manifestazione mercoledì 29 pomeriggio per rendere edotta la cittadinanza torinese e fare un po' di fiato sul collo ai consiglieri.



Competenze stipendio consigliere Regione Piemonte

Attualmente lo stipendio di un consigliere regionale veleggia tra un minimo di un consigliere senza nessun incarico e residente a Torino, che autocertifica una media di 12 incontri istituzionali di 7553 € netti mensili ad un massimo di un consigliere capogruppo, che autocertifica 30 attività istituzionali al mese, residente a 200 km da Torino, di quasi 17000 € netti.

Infatti ogni consigliere ha circa 9948 € lordi pari all'85% dell'indennità del parlamentare (12703 €), tassati al 25% per vitalizio (3000 € a 65 anni dopo soli 5 anni di mandato!!) e indennità di fine mandato (50.000 € se non rieletto) e un ulteriore 38,14% di IRPEF. Resta un morigerato 3667 € netto.

Ma qui si aggiungono i rimborsi esentasse: minimo 2422 forfettari; i rimborsi di presenza (autocertificati) per 122 € al giorno per un massimo di 30 al mese; i rimborsi chilometrici per 0,50 € per km per due volte la distanza residenza-Torino per massimo 30 volte al mese.E qui viene il bello: autocertificati!!

I punti chiave della nostra proposta erano:
1 Riduzione al 55% dell'indennità di carica (-3500 € lordi mensili)
2 Eliminazione rimborsi spese forfettari e chilometrici (-2422 € netti mensili)
3 Eliminazione dei gettoni di presenza (- 122 € a seduta netti)
4 Eliminazione del vitalizio (3000 € a partire dai 65 anni dopo solo 5 anni di legislatura con un costo annuo di 7,45 milioni)
Si avrebbe così uno stipendio lordo di 6436 €, da cui si preleverebbe il 5% per l'indennità di fine mandato e il 38,14% di IRPEF per un totale netto di 3659 €, che risulta uguale al netto di prima, ma senza ulteriori rimborsi se non quelli chilometrici ridotti di un 33% (massimo 4000 € al mese), fino ad un massimo poco oltre gli 8000 € netti per chi risiede a 200 km e autocertifica 30 incontri istituzionali al mese. Mica bruscolini ma metà di prima. Al contempo permettendo un risparmio di 6 milioni di euro l'anno più un blocco della spesa per i vitalizi, attualmente lievitata a 7,45 milioni l'anno con un passivo di quasi 6 milioni di euro l'anno rispetto a quanto trattenuto dai consiglieri.

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