Il mestiere degli altri
Le escort diventano ministre, i giudici fanno i deputati e molti deputati vorrebbero fare i giudici, il governo emana le leggi al posto di governare e l'opposizione, oltre a opporsi, trova il tempo di collaborare. L'oncologo Veronesi si improvvisa esperto nucleare. Fare altro serve a combattere la noia del proprio mestiere. Meglio dilettante ogni giorno, che professionista per tutta la vita. Solo chi affronta la sua attività con lo spirito del dilettante puro può svolgerla senza distrazioni, con la leggerezza dell'improvvisazione, Bertolaso delle catastrofi ad esempio, o Gasparri quando era ministro inconsapevole delle Telecomunicazioni.
Fare altro non significa, come è ovvio, rinunciare allo stipendio per il quale si è pagati per fare qualcos'altro. Anzi. L'"altrismo" non va confuso con l'altruismo, pur avendone l'assonanza. Se il delitto non paga, esattamente come Tremorti, fare il sindaco e il senatore, l'attore di teatro e il deputato, l'avvocato e il parlamentare paga doppio e anche triplo. L'altrismo sviluppa sinergie impensabili insieme ai portafogli. L'importante è partecipare (all'incasso). Trovare un ministro che fa il ministro, un eurodeputato che fa l'eurodeputato, una puttana che fa la puttana è un'impresa disperata. C'è pure chi si improvvisa leader mentre è presidente della Camera e chi partecipa alla stesura delle leggi come presidente della Repubblica.
L'attività del vicino è sempre più verde. Babbo Natale farà anche la Befana e i Re Magi insieme a San Giuseppe. Il trasformismo, vecchia malattia del Paese, che colpisce inesorabilmente gli italiani, da Giolitti a Scilipoti (con rispetto parlando) si è trasformato nella schizofrenia sociale, Ognuno è anche altro. L'importante, come sempre, è non lavorare e soprattutto, non prendersi le proprie responsabilità.
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