Una pianta su cinque a rischio estinzione
Nel mondo una pianta su cinque rischia di scomparire
Studio condotto per 5 anni su 1.500 specie
Una pianta su cinque nel mondo rischia di scomparire e l’uomo, attraverso le sue attività, è responsabile di oltre l’80% delle estinzioni in corso. Lo afferma uno studio condotto su un campione delle 380.000 piante conosciute sul pianeta. A poco meno di un mese del vertice sulla biodiversità di Nagoya in Giappone (18-20 ottobre), i Giardini botanici reali di Kew Gardens, il Museo di storia naturale britannica e l’Unione internazionale per la conservazione della natura (Uicn) hanno presentato la prima “Lista rossa” realizzata attraverso un campione rappresentativo.
Lo studio, condotto per 5 anni, ha preso in considerazione 1.500 specie di grandi famiglie di piante (muschio, licheni, leguminose, conifere e orchidee). Sulle 4.000 piante esaminate, il 22% è classificato come “minacciato”. Di questo totale, il 4% si trova “in pericolo critico”, il 7% “in pericolo ” e l’11% è “vulnerabile”.
Le specie minacciate rappresentano “cinque volte la flora delle isole britanniche”, sottolinea Neil Brummitt, ricercatore a Kew Gardens. Secondo lo studio, l’uomo è il principale responsabile della scomparsa delle piante selvatiche: l’agricoltura, l’allevamento, il disboscamento, l’urbanizzazione contribuiscono per l’81% all’estinzione, contro meno del 20% per cause naturali (incendi).
Tra le piante più minacciate ci sono quelle della famiglia delle conifere, mentre la foresta tropicale umida è la più degradata della terra. La ricerca rileva anche che il 33% delle specie non è sufficientemente conosciuto per stabilire uno stato di conservazione. Secondo lo studio tra il 20 e il 30% delle piante non è stato ancora catalogato, ed i ricercatori temono che alcune specie possano scomparire prima che siano scoperte.
da NOTIZIE.VIRGILIO.IT
Studio condotto per 5 anni su 1.500 specie
Una pianta su cinque nel mondo rischia di scomparire e l’uomo, attraverso le sue attività, è responsabile di oltre l’80% delle estinzioni in corso. Lo afferma uno studio condotto su un campione delle 380.000 piante conosciute sul pianeta. A poco meno di un mese del vertice sulla biodiversità di Nagoya in Giappone (18-20 ottobre), i Giardini botanici reali di Kew Gardens, il Museo di storia naturale britannica e l’Unione internazionale per la conservazione della natura (Uicn) hanno presentato la prima “Lista rossa” realizzata attraverso un campione rappresentativo.
Lo studio, condotto per 5 anni, ha preso in considerazione 1.500 specie di grandi famiglie di piante (muschio, licheni, leguminose, conifere e orchidee). Sulle 4.000 piante esaminate, il 22% è classificato come “minacciato”. Di questo totale, il 4% si trova “in pericolo critico”, il 7% “in pericolo ” e l’11% è “vulnerabile”.
Le specie minacciate rappresentano “cinque volte la flora delle isole britanniche”, sottolinea Neil Brummitt, ricercatore a Kew Gardens. Secondo lo studio, l’uomo è il principale responsabile della scomparsa delle piante selvatiche: l’agricoltura, l’allevamento, il disboscamento, l’urbanizzazione contribuiscono per l’81% all’estinzione, contro meno del 20% per cause naturali (incendi).
Tra le piante più minacciate ci sono quelle della famiglia delle conifere, mentre la foresta tropicale umida è la più degradata della terra. La ricerca rileva anche che il 33% delle specie non è sufficientemente conosciuto per stabilire uno stato di conservazione. Secondo lo studio tra il 20 e il 30% delle piante non è stato ancora catalogato, ed i ricercatori temono che alcune specie possano scomparire prima che siano scoperte.
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