A SCUOLA PER IMPARARE A SPARARE

Oltre a distribuire la Bibbia c'è anche questo:


Con un accordo Gelmini-La Russa è stato dato il via nelle scuole superiori ad un corso che prevede la divisione degli studenti in “pattuglie”, lezioni di tiro con la pistola ad aria compressa e percorsi “ginnico-militari”.
Si chiama “allenati per la vita”. E’ il corso teorico e pratico, valido come credito formativo scolastico, rivolto agli studenti delle scuole superiori, frutto di un protocollo tra ministero dell’Istruzione e della Difesa. Il corso prevede l’addestramento in arrampicate, nuoto e salvataggio, non solo, ma agli studenti si insegnerà a tirare con l’arco, a sparare con la pistola e ad eseguire “percorsi ginnico-militari”.
Secondo la circolare del Ministero dell’Istruzione inviata ai docenti in risposta alle critiche e perplessità manifestate dai docenti e dalle famiglie degli alunni “le attività in argomento permettono di avvicinare in modo innovativo e coinvolgente  il mondo della scuola alla forze armate, alla protezione civile, alla croce rossa, evidenziando l’importanza del benessere personale e della collettività attraverso il contrasto al “bullismo” grazie al lavoro di squadra che determina l’aumento dell’autostima individuale ed il senso di appartenenza ad un gruppo”. Seguirà, a fine corso, “una gara pratica tra pattuglie di studenti (il termine usato nella circolare è proprio questo )”.
I Giovani dell’Italia dei Valori manifestano tutto il loro sdegno e la loro contrarietà di fronte ad una tale assurdità. Ci chiediamo il senso di un nuovo corso che si inserisce nelle già scarne offerte formative liceali, e reputiamo assolutamente vacue le spiegazioni del Ministro Gelmini in proposito.
Mentre i programmi vengono sempre più depauperati, erigendo la politica dei tagli a “razionalizzazione”, si trovano spazio, tempo e risorse per veicolare disciplina e pratica militare attraverso la pubblica istruzione obbligatoria.
I Giovani dell’Italia dei Valori, molti dei quali studenti ritengono sia più opportuno evitare che vi siano casi in cui docenti di matematica debbano insegnare anche la lingua inglese seppur non adeguatamente preparati, che venga insegnata nelle classi medie e superiori l’educazione civica e che nei programmi scolastici di Storia venga reinserito il periodo riguardante la “Resistenza italiana”.
Non c’è niente di meglio che studiare un evento storico quale la “Resistenza” per incrementare l’appartenenza ad un gruppo, o studiare l’educazione civica per imparare a vivere da cittadini consapevoli e responsabili piuttosto che partecipare ad esercizi ed addestramenti militari sostenendo delle prove fisiche in “pattuglie”.
La scuola Pubblica italiana taglia per quanto riguarda l’insegnamento dei contenuti per promuovere l’addestramento ginnico-militare.

Rudi Russo

Coordinatore Nazionale Giovani IDV
Consigliere Regione Toscana



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