Shock su Radio Padania: "I due italiani uccisi in Germania? Erano terroni, se lo meritavano"
L'emittente lascia parlare l'ascoltatore, senza interruzioni. Ma censura le telefonate di chi critica il ddl intercettazioni.
Radio Padania, primo pomeriggio. Un ascoltatore piemontese interviene in diretta telefonica nel corso della rubrica "scuola padana", oggi dedicata al fondamentale tema delle differenze tra il sistema scolastico italiano e quello bavarese. Con il tono morbido e rilassato di chi pare stia lamentando la scomparsa delle mezze stagioni, il suo commento passa dalle campagne del torinese ("Quando i calabresi qui a Carmagnola portano il loro santo in spalle è qualcosa di terribile") ai due italiani (uno di origini siciliane, l'altro sarde) recentemente uccisi in Germania a seguito di una discussione sui Mondiali di calcio:
senza la protezione di un forte presidio identitario questi criminali 'ndranghetisti ti spazzano via: quel poveraccio di Hannover probabilmente si è sentito in pericolo e si è difeso come poteva, quindi non è da rimproverare, noi li conosciamo bene i sudisti. Mi spiace solo che ne pagherà le conseguenze.
Il conduttore non lo interrompe. Anzi, sghignazza e interloquisce. Da parte sua solo un timido invito a non divagare, al termine della telefonata.
Il direttore dell'emittente, l'eurodeputato Matteo Salvini, è solito giustificare questi episodi tirando in ballo la "trasparenza" e la "democrazia" di un organo di informazione che dà voce a tutti, "senza filtro né censura". Eppure sembra che la regola valga solo quando c'è da dare addosso a meridionali, immigrati e transessuali. Ascoltate infatti cosa succede su quella stessa radio quando a telefonare è gente che non si spiega come la Lega possa sostenere il ddl intercettazioni:
Ohibò, la democratica Radio Padania gli ha staccato il telefono
Radio Padania, primo pomeriggio. Un ascoltatore piemontese interviene in diretta telefonica nel corso della rubrica "scuola padana", oggi dedicata al fondamentale tema delle differenze tra il sistema scolastico italiano e quello bavarese. Con il tono morbido e rilassato di chi pare stia lamentando la scomparsa delle mezze stagioni, il suo commento passa dalle campagne del torinese ("Quando i calabresi qui a Carmagnola portano il loro santo in spalle è qualcosa di terribile") ai due italiani (uno di origini siciliane, l'altro sarde) recentemente uccisi in Germania a seguito di una discussione sui Mondiali di calcio:
senza la protezione di un forte presidio identitario questi criminali 'ndranghetisti ti spazzano via: quel poveraccio di Hannover probabilmente si è sentito in pericolo e si è difeso come poteva, quindi non è da rimproverare, noi li conosciamo bene i sudisti. Mi spiace solo che ne pagherà le conseguenze.
Il conduttore non lo interrompe. Anzi, sghignazza e interloquisce. Da parte sua solo un timido invito a non divagare, al termine della telefonata.
Il direttore dell'emittente, l'eurodeputato Matteo Salvini, è solito giustificare questi episodi tirando in ballo la "trasparenza" e la "democrazia" di un organo di informazione che dà voce a tutti, "senza filtro né censura". Eppure sembra che la regola valga solo quando c'è da dare addosso a meridionali, immigrati e transessuali. Ascoltate infatti cosa succede su quella stessa radio quando a telefonare è gente che non si spiega come la Lega possa sostenere il ddl intercettazioni:
Ohibò, la democratica Radio Padania gli ha staccato il telefono
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