Berlusconi, ormai in pieno delirio, dà i numeri su L’Aquila
13 Miliardi disponibili per la Ricostruzione? Lo dimostri nei fatti se ne è capace.
A L’Aquila non serve né Protezione Civile, né leggi speciali, né alcuna CRICCA se veramente questi finanziamenti fossero disponibili. E se così non fosse, se in queste parole menzognere ci fosse soltanto una stragegia ben precisa di guidare la Ricostruzione di un’intera città a discapito di ogni legge, gli aquilani e le forze di opposizione (compreso il PD venuto in massa a L’Aquila proprio un giorno prima) resteranno a guardare ancora una volta o avranno la capacità di opporsi a tanta arroganza governativa? E poi, in base o in barba a quale legge si pensa di affidare alla Protezione Civile la Ricostruzione di un’intera città. Ma, statene certi, la CRICCA attende, e nel frattempo ringrazia…Nei fatti, c’è un Presidente del Consiglio che si vanta, beato lui, di essere fra i più inquisiti in Italia, se non nel mondo. Ma è lì tranquillo in Parlamento a farsi le leggi con il contributo di altre decine come lui. Un Parlamento pieno di inquisiti, scandali giornalieri, l’ombra della P3 in ogni angolo. Una legge sulle intercettazioni, che nessuno vuole tranne coloro cui conviene: mafiosi, corruttori, corrotti, criccaioli e simili, la lista è lunga.
E c’è la Protezione Civile (il Dipartimento, non i volontari), che con la logica dell’emergenza a L’Aquila ha sperperato alla grande il denaro pubblico, lasciando una pesante eredità infrastrutturale e debiti insoluti. Solo ieri il Governo ha promesso a breve i 220 milioni per coprire un buco relativo alla fase di emergenza: per gli albergatori, imprese e le autonome sistemazioni dovute ai terremotati che si sono arrangiati.
E intanto a L’Aquila ci sono migliaia di sfollati ancora alloggiati alla meglio, vari contributi non pagati perché i Comuni non hanno soldi in cassa, imprese che rischiano il fallimento perché non c’è liquidità per i pagamenti. Una Ricostruzione agli inizi, a causa proprio dei finanziamenti, di mancanza di una legge ad hoc che ne definisca tra l’altro un flusso costante e certo in tempi adeguati, di ordinanze spesso contraddittorie che hanno messo lacci e lacciuoli con il probabile intendo di ritardare la rinascita della città. Non c’è ancora la tanto promessa Zona Franca Urbana, i terremotati hanno già riniziato a ripagare le tasse. E dal 2011 pagheranno anche quelle sospese, senza alcuno sconto come fatto negli altri terremoti.
E per risolvere tutto ciò, mentre il Commissario Delegato alla Ricostruzione si chiama Gianni Chiodi, Presidente della Regione Abruzzo, PDL, completamente in sintonia con Berlusconi, quest’ultimo che intende fare?
E per risolvere tutto ciò, mentre il Commissario Delegato alla Ricostruzione si chiama Gianni Chiodi, Presidente della Regione Abruzzo, PDL, completamente in sintonia con Berlusconi, quest’ultimo che intende fare?
Mettere di nuovo L’Aquila, e la Ricostruzione della città, nelle mani del Dipartimento della Protezione Civile, non si capisce in base o in barba a quale legge.
E in pieno delirio, e come suo solito, fornisce numeri, ASSOLUTAMENTE FALSI.
E in pieno delirio, e come suo solito, fornisce numeri, ASSOLUTAMENTE FALSI.
15 miliardi disponibili per L’Aquila, 13 ancora da spendere per la Ricostruzione!
Oltre 30.000 persone in case antisismiche (in realtà al 27 luglio 2010 sono 14.376 nelle C.A.S.E. e 6.120 nei M.A.P. di tutti i comuni del cratere)
Adesso è troppo. E’ ora che L’Aquila, e tutta L’Italia ONESTA, si ribellino, e che dicano all’unisono: NON SE NE PUO PIU’. Di corrotti, di corruttori, di criccaioli, di menzogne, dell’uso del Parlamento e dell’informazione pubblica per fini personali.
Con 13 miliardi disponibili, L’Aquila la ricostruiamo in massimo 2 anni. Non è necessario nessun Silvio Berlusconi, nessun Guido Bertolaso, nessun Anemone e Piscicelli. Ci pensiamo noi aquilani, con il contributo di tanti italiani, e con il pieno rispetto delle Leggi e della Costituzione Italiana, per quanto ad alcuni vadano così strette da volerle modificare ad ogni costo.
La notizia e le dichiarazioni del 28 luglio 2010 di Silvio Berlusconi.
«Abbiamo deciso oggi con Gianni Letta: riprendiamo nelle mani come governo, come presidenza del Consiglio e come Dipartimento della Protezione Civile la ricostruzione de L’Aquila». Ad annunciarlo è il premier Silvio Berlusconi nel suo intervento alla Farnesina per la settima conferenza degli ambasciatori italiani nel mondo. Presentando una guida uscita questa mattina che ripercorre i risultati di due anni di governo, il presidente del Consiglio, tra i successi dell’esecutivo cita la tempestività degli interventi dopo il sisma in Abruzzo.
«Abbiamo saputo reagire al terremoto -spiega- costruendo in 10 mesi abitazioni antisismiche per oltre trentamila persone collegate a scuole, asili, negozi e chiese. Non è mai stato fatto al mondo a seguito di nessuna catastrofe». «Abbiamo stanziato 15 mld per il terremoto in Abruzzo -ricorda il premier- per le abitazioni ne abbiamo spesi meno di due e dunque ce ne sono 13 da spendere per la ricostruzione. Purtroppo -sottolinea Berlusconi- le istituzioni locali non hanno saputo intervenire per dare il via ai lavori e quindi riprendiamo nelle mani la ricostruzione».
«Abbiamo deciso oggi con Gianni Letta: riprendiamo nelle mani come governo, come presidenza del Consiglio e come Dipartimento della Protezione Civile la ricostruzione de L’Aquila». Ad annunciarlo è il premier Silvio Berlusconi nel suo intervento alla Farnesina per la settima conferenza degli ambasciatori italiani nel mondo. Presentando una guida uscita questa mattina che ripercorre i risultati di due anni di governo, il presidente del Consiglio, tra i successi dell’esecutivo cita la tempestività degli interventi dopo il sisma in Abruzzo.
«Abbiamo saputo reagire al terremoto -spiega- costruendo in 10 mesi abitazioni antisismiche per oltre trentamila persone collegate a scuole, asili, negozi e chiese. Non è mai stato fatto al mondo a seguito di nessuna catastrofe». «Abbiamo stanziato 15 mld per il terremoto in Abruzzo -ricorda il premier- per le abitazioni ne abbiamo spesi meno di due e dunque ce ne sono 13 da spendere per la ricostruzione. Purtroppo -sottolinea Berlusconi- le istituzioni locali non hanno saputo intervenire per dare il via ai lavori e quindi riprendiamo nelle mani la ricostruzione».
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