Il mal di testa politico di Berlusconi
Il successo elettorale dello xenofobo partito di governo Lega Nord è diventato un’emicrania politica perenne per il premier Silvio Berlusconi. Il partito è sempre più dominante sulla scena politica italiana e continuano ad aumentare le richieste di ulteriore autonomia economica per il ricco nord Italia. Dagens Nyether (DN) è presente all’annuale festa di partito.
Alle elezioni regionali questa primavera candidati della Lega Nord hanno vinto in due importanti regioni industriali nel nord Italia: Veneto e Piemonte. Il partito è diventato il più grande del Paese in alcune parti della Lombardia ed è arrivato a un record di voti del 30% in alcuni comuni.
“La Lega Nord è riuscita ad essere un partito di opposizione nonostante faccia parte del governo Berlusconi. È un partito popolare che gioca sulla paura della gente e che mette al primo posto il bisogno del singolo individuo di sentirsi sicuro” dice il professore di scienze politiche, Ilvo Diamanti, a DN.
Diamanti, professore presso l’Università di Urbino, aggiunge che proprio per questa ragione la Lega Nord ha avuto più successo proprio in aree con un alto numero di immigrati, non solo nel nord Italia ma anche in regioni tradizionalmente “rosse”, come l’Emilia.
“Il partito ha una generazione giovane e molto brava di politici, appena sopra i 40 anni. All’interno dell’opposizione e dei partiti di sinistra hanno quasi tutti un passato ideologico come comunisti o democristiani” continua il professor Diamanti.
In passato il sogno della Lega Nord di un nord Italia autonomo era chiamato Padania, ma ormai il partito è da tempo andato oltre la pianura padana e mira alle grandi città del centro Italia, come la storica città “rossa” Bologna. A Roma e nel sud Italia il partito è quasi inesistente.
Angela Maraventano, l’unico rappresentante del partito al Senato che viene da Lampedusa, “un’isola dove ogni anno arrivano migliaia di profughi”, spiega che questo flusso di immigrati è adesso stato fermato grazie alla politica sull’immigrazione del governo.
La senatrice non teme che il primo obiettivo del partito, il federalismo economico – secondo il quale le ricche regioni al nord potranno incassare più dalle loro tasse versate – possa fare male e portare più povertà al sud Italia.
“Il sud non può continuare a vivere di contributi, dobbiamo migliorare nei nostri controlli e usare meglio le risorse che abbiamo, e con una politica fiscale federale ci riusciremo.”
Il professore Diamanti crede che una tale riforma finanziaria è più difficile da introdurre a causa della crisi economica. L’ambizioso progetto di autonomia si nota più a livello locale, con iniziative come il boicottaggio di tutte le cerimonie del 150esimo anniversario dell’unità d’Italia.
La scorsa settimana sono state diverse le proteste quando, ad un’inaugurazione di una scuola, l’inno nazionale è stato sostituito con il “Va’ pensiero” di Giuseppe Verdi.
Sul quotidiano La Repubblica il famoso direttore d’orchestra Ricardo Muti si è chiesto se i politici della Lega Nord avessero veramente ascoltato le parole del testo: l’aria parla di un popolo umiliato – gli ebrei – imprigionato in Egitto. È veramente poco adatta come nuovo inno nazionale, ha detto il maestro Muti.
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