Nucleare pulito, si va verso il compromesso ma il Consiglio europeo conferma: costa troppo
Il Comitato dei Rappresentanti Permanenti dell’Unione europea (Coreper), costituito dagli ambasciatori degli Stati membri e che ha il compito di assistere il Consiglio dell’Unione europea nella fase di pre-negoziato delle questioni più importanti, ha inviato una relazione al Consiglio sullo stato del progetto Iter sulla fusione nucleare controllata. Il cosiddetto nucleare pulito, quello che non emette radiazioni e che, allo stato attuale, è poco più che teoria.
Tale relazione segue di una ventina di giorni la comunicazione inviata dalla Commissione al Parlamento europeo nella quale si chiedeva di contenere i costi del progetto, schizzati dai 2,7 miliardi di euro iniziali a una previsione per i prossimi anni di 7,2 miliardi. Il testo inviato dal Coreper al Consiglio sarà la base per la decisione finale sul progetto: mantenerlo o cassarlo, e a che costi.
In tale relazione si legge il compromesso preparato per salvare il progetto Iter:
Cioè, al netto della burocrazia, Iter va avanti ma deve costare di meno, al massimo 6,6 miliardi. Per far ciò bisogna mettere mano all’organizzazione di F4E, cioè il gruppo di lavoro che gestisce il progetto. E, conclude il Coreper, bisogna farlo in fretta. Entro sei mesi:
Occorre rivedere la governance di F4E per garantire che, a tutti i livelli, le operazioni di F4E rispettino la politica di rigore di bilancio, riduzione e contenimento dei costi. Il Consiglio invita inoltre il consiglio di direzione di F4E a riferire entro 6 mesi sulle modifiche intervenute nella sua organizzazione e governance a garanzia di tale politica e a fornire in seguito aggiornamenti periodiciCon quello che costa, la ricerca sul nucleare da fusione non scappa alla crisi.
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