Il lavoro non guarda al futuro


C'è poco da fare, il presente non brilla e oscura il futuro. Mentre in giro per il mondo arrivano segnali di ripresa, l'Italia ancora stenta e riversa sul mercato del lavoro le sue tensioni. Il risultato è un continuo aumento del tasso di disoccupazione, che sta assumendo contorni drammatici per i giovani.

L'ultimo allarme arriva dalla Confartigianato, secondo cui nel 2009 in ben sei regioni italiane il tasso di disoccupazione dei giovani tra 15 e 24 anni è risultato superiore al 30%. Per capire la Sardegna i giovani in cerca di una occupazione sono ormai al 44,7%, in Sicilia al 38,5%, in Basilicata al 38,3%, in Campania al 38,1%, in Puglia al 32,6%, in Calabria al 31,8% e nel Lazio al 30,6%.

A girare la questione e a guardare il tasso di occupazione (cioè la percentuale di chi lavora, che non è il contrario della disoccupazione) si scopre che il tasso di occupazione non va oltre il 20% in ben otto regioni italiane, la peggiore è la Campania (12,9%), un po' meglio la Calabria (13,4%), la Basilicata (13,6%), la Sicilia (14,2%), la Sardegna (15,5%), il Molise (17,7%), l'Abruzzo e la Puglia (18,4%).

Ecco perché la Confartigianato si è presa la briga di fare un confronto con il resto d'Europa, esaminando il tasso di disoccupazione di ben 271 regioni del Vecchio Continente. Il risultato, guardando la fascia da 15 a 24 anni l'Italia vanta 4 regioni tra le peggiori 10 di tutto il continente, alle spalle di Sicilia e Calabria solo tre ex colonie di Oltremare della Francia, come la Martinica, la Guyana e Guadalupa.

Eppure qualcosa non torna, dice Confartigianato, perché ad esempio l'elevato tasso di abbandono della scuola anche nelle regioni sotto accusa non fa altro che lasciare immaginare una economia sommersa e irregolare. Il lavoro nero non a caso viaggia a tassi incredibili al Sud (ad esempio il 27,3% della Calabria) contro l'8,1% di una Emilia Romagna o l'8,4% di una Lombardia.

Cosa fare? Secondo l'associazione imprenditoriale, da una parte spingere sull'apprendistato, mentre dall'altra bisogna aiutare domanda e offerta a trovarsi, visto che nel 2009 "in otto regioni italiane il tasso di difficoltà nel reperire manodopera si è attestato al 30%".

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