Da 50 anni un reattore nucleare a due passi da Bologna
In seguito a una segnalazione di un cittadino, che ci informava dell'esistenza di un reattore nucleare a Montecuccolino, sulle colline bolognesi ad un paio di chilometri da porta S.Mamolo, ho dato incarico al nostro alacre attivista Massimo Bugani di indagare la questione.
In un momento in cui il governo, trascurando senza alcuno scrupolo l'esito del referendum del 1987, progetta il ritorno al nucleare per il fabbisogno energetico nazionale, ci sembrava nostro dovere non trascurare la segnalazione e dare la giusta informazione ai cittadini fino a oggi ignari.
Le prime ricerche effettuate in internet e gli articoli di Legambiente ci confermavano l'esistenza del reattore. Massimo Bugani ha poi scoperto che dal 1962 nel Centro Ricerche di Montecuccolino, si sono portati avanti studi e sperimentazioni che sono culminati con la creazione di 3 piccoli reattori nucleari: prima l'RB1 (Reattore Bologna 1), affiancato poi dal RB2 e infine dall'ultimo e più recente RB3 risalente al 1970, con soli scopi di studio.
Questo ultimo reattore ha operato a pochi passi dal centro di Bologna fino al 1992. Oggi il sito nucleare gestito da ENEA risulta ufficialmente ancora attivo per motivi essenzialmente, pare, burocratici. Mentre doveva essere invece dismesso da anni, successivamente alla richiesta del 1998 di disattivazione da parte della stessa ENEA .
Non possiamo dire se il nostro interesse delle ultime settimane abbia accelerato, dopo 12 anni di inattività istituzionale, i processi burocratici di dismissione, ma i responsabili ci hanno confermato che nei prossimi giorni dovrebbe arrivare dal Ministero la documentazione atta a certificare, con atti formali, la totale assenza di materiali radioattivi e la chiusura effettiva dell'RB3.
Ci stupisce dover constatare che dal 1967 ad oggi, se si esclude una visita dell'allora Presidente Leone, nessun politico nazionale, regionale e comunale, nonostante i ripetuti inviti, si sia mai interessato di un reattore nucleare a ridosso dei viali di Bologna. Abbiamo assistito a 43 anni di disinformazione e silenzio nei confronti dei cittadini bolognesi.
Oggi nel Centro è presente un'apparecchiatura per il controllo delle radiazioni sul corpo umano, usata in passato anche per i bambini di Chernobyl, un laboratorio universitario, strumentazioni per tarare gli strumenti di misurazione della radioattività e si conducono studi sul radon e altri gas e la loro connessione con l'attività sismica. Una struttura pubblica quindi di alto livello che potrebbe fornire utili servizi a aziende pubbliche e private, ma che la mancata disattivazione del sito nucleare, impedisce, a detta degli stessi responsabili, una corretta pubblicizzazione e un utilizzo al 100%.
Ringrazio il Responsabile del Sito Dr. Gessi e con lui tutto il suo staff, per la disponibilità e la professionalità con cui hanno esaudito le nostre curiosità e preannuncio un'Interrogazione in Regione per invitare la Giunta a verificare e a sollecitare il Ministero a concludere celermente la pratica. Riteniamo infatti che la dismissione, anche burocratica del sito nucleare, possa tranquillizzare i cittadini e permettere di sfruttare al meglio il potenziale del Centro Enea, costruito e finanziato coi denari dei cittadini.
Andrea Defranceschi
consigliere regionale
Gruppo Movimento 5 Stelle-Beppegrillo.it
Assemblea Legislativa
Regione Emilia-Romagna
Commenti
Posta un commento