L'amicizia radioattiva tra Berlusconi e Putin

I PICCIONCINI

La Russia è pronta a garantire finanziamenti e collaborazione tecnologica per la costruzione di nuove centrali nucleari in Italia. Lo ha annunciato il premier russo Vladimir Putin nella conferenza stampa a Villa Gernetto con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. In particolare, Putin ha garantito anche la disponibilità a
fornire combustibile nucleare e poi riprendere le scorie per il trattamento. La Russia, ha ricordato ancora Putin, partecipa già in Paesi terzi alla produzione di energia atomica attraverso tali sistemi: «Se in Italia questi progetti si realizzeranno - ha
assicurato - da parte russa ci sarà una vasta cooperazione».
E così quella che doveva essere una vacanza si trasforma in un bel viaggio d’affari per lo zar di Russia. Dopo una cena informale ad Arcore domenica sera, ieri mattina Putin e Berlusconi hanno fatto colazione insieme ma con loro c’erano due importanti delegazioni, il ministro russo dell’Energia Serghej Shmatko e il primo vicepremier Igor Sechin, i vertici di Eni e Gazprom Paolo Scaroni e Aleksej Miller, l’amministratore delegato di Enel Flavio Conti e Boris Kovalchuk di Inter Rao Ues. Queste due compagnie hanno firmato a Lesmo un memorandum di intesa che avvia la cooperazione congiunta nel nucleare, nella costruzione di nuovi impianti e nell’innovazione tecnica, nell’efficienza energetica, nella distribuzione sia in Russia che nei Paesi dell’Est Europa.
In questo ambito è particolarmente importante il progetto di sviluppo di una nuova centrale nucleare a Kaliningrad, prima partnership pubblico-privata nel settore nucleare in Russia. Se la costruzione verrà approvata, Enel sarà il primo soggetto straniero a essere coinvolto in un programma nucleare in territorio russo.
A Lesmo i dicasteri italiano e russo della Ricerca scientifica hanno siglato anche un altro accordo che, ha detto Berlusconi, «potrebbe aprire una nuova frontiera», sul fronte della fusione nucleare, oggetto di una ricerca sul programma Ignitor che si avvale degli esperimenti realizzati dal professor Bruno Coppi. Rispondendo a una domanda dei giornalisti sui tempi e i luoghi previsti dal governo per il ritorno al nucleare in Itralia, Berlusconi ha detto che non sarà possibile scegliere la sede della prima centrale nucleare italiana prima di aver compiuto un’operazione di convincimento dell’opinione pubblica.
Ma la sensazione è che l’Italia rischi di comprare un bidone. Infatti stando al dossier di Legambiente dedicato al ritorno al nucleare, gli italiani stanno per sovvenzionare dei reattori Epr che vengono spacciati come di terza generazione avanzata, ma che non sono altro che l’evoluzione più recente dei reattori di seconda generazione Pwr, realizzati negli anni ’60.

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