È iniziata la “Settimana Europea Riduzione Rifiuti 2009”

di Andrea Bertaglio

Finalmente anche in Italia è arrivata la “Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti” (European Week for Waste Reduction – EWWR), iniziativa della Commissione europea avente lo scopo di promuovere dal 21 al 29 novembre 2009 azioni sostenibili volte alla prevenzione dei rifiuti, e di porre in evidenza l’impatto dei nostri consumi sull’ambiente e sui cambiamenti climatici.

Finalmente si parla di riduzione, prima che di smaltimento. Forse perché inizia ad essere molto chiaro che, come nel caso dell’energia (con la quale si dovrebbe agire più sulla riduzione della domanda che sull’aumento dell’offerta), anche nel caso dei rifiuti il primo passo da compiere è quello di una loro riduzione.

Dal 21 al 29 novembre 2009 un apposito comitato ha il compito di stimolare quanti più soggetti possibile - Enti e Istituzioni nazionali e locali, Autorità territoriali e Pubbliche Amministrazioni, Associazioni e Organizzazioni no profit, Scuole e Università, Aziende e Imprese, Associazioni di categoria, ecc.-, ossia i cosiddetti “Project Developer”, a mettere in piedi iniziative ed azioni volte alla riduzione dei rifiuti, sia a livello nazionale che locale.

Per la prima edizione italiana è stato formato un “Comitato promotore Nazionale”, composto dall’Osservatorio Nazionale Rifiuti, la Provincia di Torino, Rifiuti 21 Network, Federambiente, Commissione Nazionale Italiana UNESCO, AICA (Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale), Legambiente, E.R.I.C.A. Soc. Coop., Eco dalleCittà.

Questa iniziativa, nata all’interno del Programma “LIFE+” della Commissione Europea, non ha solo un obiettivo di divulgazione e sensibilizzazione, ma dà anche modo agli Stati membri di perseguire le recenti disposizioni normative europee, soprattutto alla luce della direttiva quadro sui rifiuti 2008/98/CE.

Il limite entro il quale poter sottoporre la propria candidatura come “project developer” europeo doveva pervenire al suddetto Comitato entro il 6 novembre (al termine del quale sono stati più di 400 i progetti validati). Ciò non toglie che il tema della riduzione dei rifiuti possa essere approfondito (e messo in pratica) anche nei giorni non facenti parte della “Settimana”. La sensibilizzazione è un’ottima cosa, ma bisognerebbe che iniziative di questo tipo caratterizzassero la nostra quotidianità, soprattutto se si pensa ai costi, sia ambientali che economici, dovuti alla sovra-produzione di rifiuti che caratterizza ogni nazione industriale (e non solo).

In Italia produciamo ogni anno 530 kg di rifiuti a testa, vale a dire quasi 32 milioni di tonnellate a livello nazionale. Cosa si può fare per ridurre una tale ed abnorme quantità di spreco di risorse? Un esempio può essere quello di iniziare ad usare prodotti acquistabili “alla spina” (detersivi, latte ecc) i quali, insieme all’uso di “sportine” che possano sostituire le buste di plastica alle quali ci hanno ormai abituati, porterebbe il nostro Paese ad una riduzione di 360 mila tonnellate all’anno di plastica gettate nell’immondizia. Un altro può essere quello di bere acqua del rubinetto (buona nel 68% di comuni italiani, sperando che con le recenti privatizzazioni non diventi più cara di quella in bottiglia!), che porterebbe ad un notevole risparmio economico, oltre che ad una riduzione di 205 mila tonnellate ancora di plastica ogni anno.

La plastica non è però l’unico tipo di materiale che si potrebbe iniziare a risparmiare. Facciamo altri esempi. Si può iniziare ad usare la carta, nei propri uffici, sia fronte che retro (il che porterebbe ad un risparmio di 10 kg di carta a persona ogni anno); autoprodurre la maggior quantità di beni possibile (l’esempio dello yogurt è forse il migliore, dato che quello reperibile sul mercato comporta la produzione di ben tre tipi di rifiuto: plastica, carta ed alluminio); lasciare sui banconi quei prodotti che hanno una quantità eccessiva di imballaggi; iniziare ad usare pannolini lavabili per i propri bambini; fare riparare ciò che si rompe, piuttosto che buttarlo subito via; donare ciò che non si vuole più, invece che gettarlo nel cassonetto…

Insomma, ci sono migliaia di modi per far fronte alla perenne “emergenza rifiuti” che, soprattutto in Italia, ci troviamo a vivere. Tanti che persino la gestione mafiosa o camorrista che ne caratterizza lo smaltimento in alcune regioni (se non tutte), così come la truffa degli inceneritori finanziati da diciassette anni con le nostre bollette (grazie agli ormai famosi CIP6), potrebbero risentirne.

La “Settimana” ha ricevuto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, oltre al Patrocinio del Presidente della Camera dei Deputati, on. Gianfranco Fini, e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. È ottimo che le Istituzioni, sia europee che nazionali, si stiano iniziando a porre certi problemi, ma il vero cambiamento, ancora una volta, può partire soprattutto dal nostro comportamento, dalle nostre scelte, dalle nostra abitudini.

Ricordiamo: bisogna ridurre e poi riusare, ancor prima che riciclare.

Per maggiori informazioni, sia sull’iniziativa ed i progetti presentati che sulla riduzione della produzione di rifiuti in generale, segnaliamo i due siti internet ufficiali della “Settimana”: www.ewwr.eu e www.menorifiuti.org

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